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Presta attenzione ai dettagli. La lezione del Foodblogger Connect

Ogni volta che vado a Londra per il Foodblogger Connect succede qualcosa di strano. Dopo qualche ora di conferenza comincio a scalpitare, a scribacchiare sul mio quadernino degli appunti, mi astraggo e gli occhi si perdono nel vuoto. Ho una voglia incredibile di tornare a casa e di cominciare a lavorare sulle nuove idee. Il successo di un’iniziativa si può misurare anche in base a questa urgenza fisica che ti toglie l’aria, perché hai come la sensazione di avere la soluzione lì, a portata di mano, come se dovessi subito mettere in pratica l’ispirazione prima che ti sfugga.

Londra

Più degli interventi in se stessi, più delle slides, dei workshop, quello che conta è l’essere lì riuniti a condividere sogni e progetti, con la voglia comune di fare qualcosa bene, di farlo meglio, per vivere con più consapevolezza la nostra realtà quotidiana di blogger.

Londra

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Vi direte, c’hai messo dieci giorni a scrivere un post, alla faccia dell’urgenza! E beh, ci si è messa di mezzo la vita, alcune scadenze, un’influenza cattiva che mi ha fatto fare un fisichino da modella (sì come no…) e la necessità di prendersi cura di Juls, prima di Juls’ Kitchen, per evitare di arrivare alle ferie (manca un mese!) stremata, con il rischio di non godersele nemmeno.

Ma questo post c’era, era pronto nella mia mente fin dalla prima mattina del FoodBlogger Connect, così come erano pronte le foto, foto insolite per Londra. Niente Big Ben, Buckingham Palace o Notting Hill, per quanto Portobello Road sia ancora uno dei miei angolini preferiti, insieme a Neil’s Yard e alla South Bank. Sono foto di dettagli che hanno catturato la mia attenzione, che non hanno la pretesa di raccontare Londra, ma una storia piccolina, la mia in giro per la città che amo.

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Penny de Los Santos durante il suo workshop ha detto che bisogna prestare attenzione ai dettagli se vogliamo approcciare la fotografia come story teller, cantastorie moderni. Sono i dettagli che contribuiscono a creare l’atmosfera di una storia, a inserire il piatto in qualcosa di più grande e articolato, con un respiro diverso. Lo stesso si può dire per il racconto, per la prospettiva che scegliamo per introdurre una ricetta.

A volte dice molto di più un pezzetto di pane che raccoglie il sugo da un piatto che venti righe di motivi per cui quel piatto mi è piaciuto. Ha più fascino un cucchiaio con un po’ di succo di lampone rimasto da un budino ai frutti rossi che una foto perfetta di un piatto finito: questo perché dietro quella traccia di sciroppo scarlatto siamo noi a leggere la golosità con cui il dolce è stato finito, la soddisfazione di chi appagato ha posato il cucchiaino sul piatto, non prima di averlo leccato l’ultima volta.

Londra Londra

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Dare un dettaglio oltre o al posto della scena totale fa sì che sia la nostra immaginazione di lettori a dover ricostruire il quadro completo, mettendosi in moto e aggiungendo parte del nostro immaginario.

Si instaura un rapporto di scambio che ci fa entrare in confidenza con chi scrive o fotografa, ci inserisce istantaneamente nella scena, a tavola o in cucina, su una sedia bianca traballante in un giardino ombroso o in riva al mare, seduti su un asciugamano alla fine della giornata, con i capelli sporchi di sale, la pelle che profuma di salmastro e l’odore secco del barbecue che arriva da poco lontano.

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Ascoltare Penny mi ha ha fatto riscoprire quanto sia appagante e liberatorio raccontare una storia: scegliere una ricetta come pretesto per raccontarvi qualcosa, di me o di quello che mi sta intorno, partendo dai dettagli che danno il sapore e il profumo. Mi è mancato, non vedo l’ora di ricominciare. Perché alla fine, dopo quattro anni e mezzo di blog, ho ancora voglia di raccontarvi una storia.

Londra

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Questo articolo ha 20 commenti

  1. Mi fai pensare… non raccontare esplicitamente una storia, ma suggerirla, affinché ciascuno la modelli e la faccia sua… un po’ come quando vedi delle persone che parlano/ridono/piangono e non ti interessa sapere il perché, ma supporlo….
    Bello, bello, bello, sarà oggetto di riflessioni durante le vacanze…

  2. alla base dei veri foodblog, c’è proprio questo… la capacità di cogliere l’attimo dentro di noi, per un’ispirazione nata per caso, anche solo guardando una foglia caduta ai nostri piedi, e la voglia di comunicare questa emozione. E saper raccontare davvero un desiderio, un gusto, un sapore, ha il sapore della magia.
    Questo deve essere un blog.
    Passione e condivisione.
    E tu lo sai fare.
    un abbraccio
    Anna

  3. Un bell’insegnamento anche solo per chi ti legge, ora.
    E respira l’aria della mia seconda città preferita dai tuoi dettagli.
    un bacione

  4. Ciao Giulia, sono confortata da quello che leggo perchè quello che dice Penny è la stessa filosofia che applico anche io al mio blog. Grazie per questo spunto di riflessione e soprattutto sono lieta di leggera conferma delle miei idee.
    Prima o poi ci verrò anche io alla FBC 😉
    un abbraccio

  5. Grazie per la condivisione Juls, è sempre bello leggerti.. mi sembra di avere una sorella maggiore (anche se mi sa che sei più giovane di me:-)) che mi racconta una storia, mi metti sempre addosso una bella tranquillità..io che sono iperattiva e schizzata quando leggo il tuo blog proprio mi rilasso..brava, fai bene il tuo lavoro!!!

  6. Questo è ciò che ho sempre pensato dovesse essere un blog. In realtà principalmente perché io mi sento una persona a cui piace raccontare condividendo. Il mio blog potrebbe vivere anche senza ricette, ma capisco che alla fine le mie storie partono tutte da lì. Grazie Giulia per questo post e per le storie che continui a raccontare.
    Un abbraccio grande a te e a Noa.
    Pat

  7. Direi che attraverso queste foto sei riuscita alla grande i dettagli che rendono meravigliosa questa città. La south bank poi è uno dei miei posti preferiti in assoluto! Vedo anche dei bicchieroni di Pimm’s….che invidia!!!Ogni anno aspetto con ansia i tuoi post del dopo foodblogger connect, così anch’io attraverso le tue parole, imparo qualcosa in più per andare avanti e migliorarmi. Grazie!!
    cHIARA

  8. tu per me sei fantastica.
    da quando ho aperto il mio piccolo blog di cucina per me sei divenata un guru. e sai perchè? perchè, nonostante il successo, sei semplice e immediata, non te la tiri anche se potresti (eccome se potresti), non sei autoreferenziale come tante tue colleghe. E racconti delle storie che suscitano simpatia e affetto.

    brava!
    bettina

  9. Parole bellissime che condivido appieno; immagini che mi riempiono il cuore, anche se Londra me ne ha rubato un pezzetto…

    Sono felice che tu abbia ancora tutta questa voglia di raccontare, perché lo fai veramente bene!

    Buona giornata!
    Chiara

  10. London is magic e il Food Blogger Connect ancora di più.
    Sperando che il prossimo anno non ci sia quando si sposa la sorellina, non vedo l’ora di rivivere le tue emozioni.

  11. Ne sono sicura Giulia….e come le racconti tu le cose…..un abbraccio e ben ritornata da Londra piena di nuovr idee ed energie…baci

  12. Cara Giulia, belle le foto, e il taglio che hai scelto:
    sempre più personale. OK. Ma ora vogliamo il racconto, le
    storie, le nuove moderne favole. su al lavoro! byebye.

  13. Ciao Giulia, condivido quello che dici e ti faccio i complimenti per il modo che hai di trasmettere i tuoi sentimenti, di raccontare le piccole e grandi storie e sopratutto i dettagli.

    A presto, Marica

  14. Strangely enough I haven’t visited your website since #fbc5 – now I’m telling my Italy-loving colleague about you and your cooking classes only to just find out your stunning website.

    x Hazel

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