skip to Main Content

Confessioni di una (ex) astemia

Ma di chi sono tutti quei bicchierini pieni di liquidi meravigliosi, ricchi di aromi, profumi, sensazioni ed emozioni? MIEI! Eh no, è inutile che facciate quelle facce stupite, che mi guardiate con ironia beffarda, che mi domandiate con finta ingenuià: ma sei proprio tu? tu Giulia l’analcolica? quella che alle feste si porta la sua bottiglia di the freddo e lo spaccia per rum? Sì, sono io! Io – o meglio Juls’ Kitchen – che sono stata invitata alle Distillerie Bonaventura Maschio di Gaiarine (TV) per una meravigliosa giornata dedicata alla visita dell’azienda, ad una interessante lezione sulla distillazione e sui grandi distillati dell’eccellenza mondiale, corredata da una degustazione del tutto particolare.

Quando mi è giunto l’invito da parte di Made in Kitchen (e qui è d’obbligo il primo GRAZIE di cuore ad una perfetta coordinazione dell’evento da parte di Giulia di Made in Kitchen) per prendere parte all’evento PRIME UVE EXPERIENCE DAY di venerdì scorso ero un po’ titubante, temevo di fare figuracce ad andare lassù da completa inesesperta e soprattutto astemia… e se i fumi dell’alcool mi stendono ai primi 5 minuti? e se non riesco a riconoscere del combustibile dalla grappa? Poi una sana curiosità ed un entusiasmo fanciullesco di fronte ad un’occasione così importante mi hanno convinta, e sono stata coinvolta nell’evento dalla perfetta organizzazione di Nicoletta dell’azienda Maschio.

E così, giovedì sera Juls’ Kitchen fa la sua valigina e si incammina verso Treviso, piena di aspettative ed emozione per la prima uscita in veste ufficiale. Venerdì mattina si forma il gruppo di foodbloggers e siamo accolti in azienda da Anna e Andrea, i figli del proprietario, che con simpatia e vero entusiasmo ci introducono l’azienda e la sua storia. Entriamo in distilleria e c’è la prima sorpresa: un odore piacevole e inebriante mi accoglie, niente puzzi di alcool come nei miei incubi.. pare tutto funzionare alla grande! Con la guida del sig. Stefano, mastro distillatore, visitiamo gli impianti e siamo noi i protagonisti di una distillazione di uve di prosecco. Che responsabilità! Quello che vediamo è un alambicco discontinuo a bagno maria, che usa come materia prima di partenza delle uve di prosecco passito, molto concentrate in aromi e zuccheri.

Dalle parole di Stefano cominciano a definirsi le prime differenze tra i tanti tipi di distillati, tutte dovute alle diverse materie prime di partenza: l’utilizzo dell’uva passita permette all’acqua presente nell’uva di diluire il distillato stesso: è Madre Natura che fa tutto! (frase che mi ha colpita molto, e riporto fedelmente).

Ci spostiamo tra le botti dove riposano i distilati. Lo sbalzo di temparetura che sentiamo ci conferma le parole di Stefano: non c’è controllo di temperatura ed umidità. Questo perché il distillato deve vivere di tutto quello che c’era prima, deve ricordare la sua materia prima. Si usano quindi botti che hanno contenuto in precedenza la stessa vigna. Il distillato nella botte deve respirare, seguendo i moti della materia dettati dal freddo e dal caldo: con il caldo prende le sensazioni e gli aromi dal legno della botte, con il freddo si chiude in se stesso e si ricompone. Se il distillato acquista nel tempo il bouquet che poi lo caratterizzerà, allo stesso modo lo rilascerà gradualmente, rivelando momento dopo momento la sua ricchezza interna.

La visita al museo aziendale ci permette di conoscere altri macchinari di distillazione: non solo a bagno maria, ma anche a getto di vapore (quando la materia prima di partenza è asciutta, come nel caso della vinaccia) e a fuoco diretto , il metodo più antico (nel caso, as esempio, del vino, quando cioè la materia prima di partenza è liquida). Dopo il museo torniamo all’alambicco discontinuo a bagno maria, che nel frattempo ha prodotto già le prime preziosissime gocce di acquavite d’uva. Mica dobbiamo farci pregare tanto per assaggiarle, no?

La mattina si conclude con una lezione in aula sui diversi tipi di distillati dell’eccellenza mondiale, con una parte teorica ed una pratica… quella che più temevo! Ma qui c’è stata l’ennesima sorpresa! La degustazione è stata prima di tutto olfattiva, e si è trasformata in un giro del mondo fantatico sulle note di rum, vodka, cognac, cachaça, tequila, whisky e acquavite. Grazie alla struttura del bicchiere da degustazione, formato da 3 sfere sovrapposte, nato dall’armonia e dall’equilibrio della proporzione aurea, è possibile apprezzare e godere dei profumi che salgono con il movimento circolare imposto al contenuto, senza l’impatto alcolico che io tanto temevo. Il bicchiere, nella filosofia della famiglia Maschio, passa dall’essere un mero contenitore un ambasciatore del nostro gusto.

In conclusione, una giornata meravigliosa, che mi ha permesso di conoscere un mondo fino a qualche giorno fa del tutto sconosciuto, ma che soprattutto mi ha messa a contatto con una passione e un’emozione nel creare un prodotto che racchiude in ogni singola goccia tutto ciò che ha intorno, dal territorio alle persone. Un grazie finale quindi alla famiglia Maschio, nelle persone di Anna e Andrea, che hanno avuto la sensibilità di rendere la distilleria un luogo aperto, un luogo di conoscenza e comunicazione per altri foodblogger come me. Grazie dell’ospitalità e speriamo a presto!

Sharing is caring:

Questo articolo ha 20 commenti

  1. Ti ho vista in tutto il tuo splendore su Flickr ieri… 😉
    Mi pare proprio che la people fosse davvero happy, eh?!
    Io, invece, ancora totalmente astemia…
    Un bacio!

  2. ho fatto un’esperienza del genere qualche anno fa, e ne condivido tutto l’entusiasmo. Un momento davvero particolare, diverso dal solito, che noi abbiamo condito con un pernottamento tra i monti e tanto buon cibo. Bellissime foto.

  3. @ Genny: grazie – ma sei tornata francesina? vengo a leggere il tuo reportage!!
    @ Caro: eh eh eh! come dicevo ieri a Wiggi ehm ehm.. lo splendore forse è dovutro ai fumi dell’alcool!! beh, via, diciamo che ora astemia al 100% non lo sono più, ma di strada ce n’è ancora tanta da fare!
    @ Mela: che meraviglia! in effetti anche il pranzo finale, che non ho rammentato, era meraviglioso! si sente che c’è l’aria buona! 🙂
    @ Virginia: 🙂 🙂 grazie! e confesso che per il tentativo di foto in B/N ho preso spunto dalle tue meravigliose foto di Identità Golose… guardate, riguardate e ririguardate! 😉

  4. Non avevo mica capito che eri andata a Treviso per questo evento, sai? Bellissimo reportage e bellissime foto, l’ho letto con vero piacere 🙂
    Buona giornata, ho letto la mail più tardi ti dico 😉

    Un abbraccio!

  5. …che esperienza stupefacente!!!
    Un pizzico di sana invidia e un mare di complimenti per questo racconto che mi ha fatto assaporare un po’ di profumi lì con te… 😉

  6. hai tutta la mia ammirazione se riesci a bere la grappa! io non ci riesco proprio 🙁 troppo forte. E mio padre tutte le volte ci prova a farmela assaggiare =)
    Bellissimo reportage!

  7. @ Fiordifrolla: eh eh eh! ecco perché non ero lì a rompere le scatole a tutti su Twitter! 🙂
    @ Gabrita: grazie davvero, sono felice di aver trasmesso almeno un pizzico di quello che siamo riusciti a degustare, assaggiare, annusare…
    @ Manu e Silvia: acciderbolina, peccato!!
    @ Fiordilatte: ora.. bere… è una parola grossa! diciamo assaggiare!
    @ Kiki: grazie, baci8 a te! 🙂
    @ Corrado: uesta è troppo forte!! ah ah ah! fortunatamente in treno! perché ti confesso che dopo aver annusato i 9 bicchierini un po’ mi girava il capo, sì sì!
    @ Valentina: 😀 un pochino…

  8. deve essere stato interessante…ho fatto qualche degustazione(rosè, franciacorta, vini dolci che è stata anche la migliore secondo i miei gusti) al gambero rosso e mi sono divertita tantissimo anche perchè la mia guida era un sommelier quindi m spiegava ogni cosa….io non bevo praticamente mai, ma quando si tratta di cose buone non disdegno, ma la mia è anche curiosità che si spinge oltre ogni pregiudizio…bacio

  9. ciao juls,
    wow tu si che sei stata superattenta non come me!!!
    mi sono permessa di fare un rimando al tuo blog per le spiegazioni tecniche perchè i miei appunti facevano ridere, quando l ho riletti mi sono chiesta se quel giorno c’ero anche per davvero o meno perchè tra tutte le spiegazioni che ci hanno dato la mia competenza scientifica mi ha proprio penalizzata!!!!
    baaaaaaaaaaaaaaaci
    gaietta

  10. ciao,io abito a 200 mt dalla distilleria Maschio. Stavo ricopiando la tua ricetta della coppa al cioccolato e ho visto che citavi Gaiarine. Anch’io ho un blog, ”cuocaamodomio” l’ho appena fatto, se hai voglia di andarlo a vedere poi mi dici cosa ne pensi. grazie a presto paola

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Back To Top
Cerca