skip to Main Content

Blog tour in Valdera: terme, tartufi e Vespa

C’è una parola toscana che uso spesso, senza rendermi conto che rimane sconosciuta ai più proprio perché appartenente al mio dialetto: scollettare. Puoi scollettare figurativamente, quando il peggio ormai è passato e rimane la parte più facile del lavoro, oppure puoi scollettare per davvero, arrivare in cima ad un colle e andare al di là, poi è tutta discesa.

Venerdì ho scollettato. Sono andata verso Volterra e invece di proseguire come al solito verso il mare da lì, verso Cecina e San Vincenzo, sono scollettata e sono entrata in Valdera. Era la prima volta.

Dopo una settimana di lavoro in cucina e alla scrivania ho abbracciato con entusiasmo l’idea di un blog tour nelle Terre dell’Eccellenza, a Casciana Terme insieme ad un gruppo di travel blogger e a Sara di Fiordifrolla.

Anche questo weekend ho realizzato che non occorre girare il mondo per scoprire piccoli paradisi: effettivamente basta scollettare e guidare per un’ora ad un’andatura lenta che ti permetta di immergerti nel paesaggio verde dorato, fino ad arrivare a Casciana Terme, un paese di origine etrusca diventato famoso nel corso dei secoli per le sue acque termali, pare scoperte da Matilde di Canossa.

In mezzo a tanta pace, abbiamo iniziato il tour da Pontedera, la città di riferimento economico per la Valdera, sede dal 1924 della Piaggio, quando l’ingegner Rinaldo Piaggio rilevò le Costruzione Meccaniche Nazionali di Pontedera trasferendovi parte dell’industria genovese Piaggio di costruzioni aeronautiche. Da lì il resto fa parte della storia economica e di costume del nostro paese: la Piaggio passò dalla produzione di arredi navali, treni, tram e aerei alla costruzione della storica Vespa, messa sul mercato per la prima volta nel 1946.

Il Museo Piaggio attira visitatori da tutto il mondo, soprattutto americani, innamorati dell’allure romantica della Vespa, che da Vacanze Romane in poi ha rappresentato uno degli emblemi della dolce vita italiana, di una scanzonata allegria tipica del nostro paese.



La storia del genio creativo italiano che sta dietro lo sviluppo della Vespa è incredibile: nata con un ideale democratico di base, per essere guidata da uomini, donne e preti, il suo nome viene dal rumore del motore, che ricorda quello di una vespa. Accanto a queste curiosità, un dato: nel 1956, a soli 10 anni dalla sua messa sul mercato, a Pontedera si festeggia la milionesima vespa.

Il due ruote Piaggio era entrato velocemente nel cuore degli Italiani, e non solo, che lo vedevano come il primo mezzo di libertà, anche per chi non poteva permettersi una macchina, uno degli emblemi del boom economico del nostro paese.

Al di là di ogni aspettativa il Museo Piaggio merita veramente una visita, anche solo per un tributo ad uno dei geni creativi del nostro secolo, l’ingegner Corradino d’Ascanio, per ammirare una carrellata di Vespa ed Ape d’epoca e per conoscere qualcosa in più di uno dei capitoli di maggior successo della nostra storia nazionale.

Museo Piaggio “Giovanni Alberto Agnelli” viale Rinaldo Piaggio 7 – 56025 Pontedera (PI) – www.museopiaggio.it

Il Museo Piaggio si trova a Pontedera, nel cuore della Toscana nord-occidentale, a 15 minuti da Pisa e 35 minuti da Firenze. La visita può rappresentare una piacevole pausa viaggiando lungo la strada tra Pisa e Firenze oppure un diversivo durante le ferie estive nelle località balneari toscane o durante un viaggio turistico fra musei antichi e città d’arte. E’ divertente anche per i più piccoli.

Il Museo è aperto dal martedì al sabato, ore 10.00 – 18.00. Apertura straordinaria ogni seconda domenica del mese. Ingresso gratuito.

Casciana Terme

Dopo la modernità la storia, quella dei fasti di un passato grandioso, di quando le signore dell’alta società andavano a passare le acque alle terme, con piscine immerse nel verde, alberghi lussuosi e freschi, viali alberati e una cordialità vera, data proprio dal piacere di accoglierti e dal saperlo fare con gusto.

Le acque di Casciana sono acque calcico-sulfuree a 37°C: qui si dimostra a pieno il vero significato di spa, non un centro benessere all’ultima moda in cui di termale non c’è nulla, ma salus per acquam, la salute e il benessere raggiunti proprio grazie alle acque termali. E io, come una signorina dell’Ottocento, sono andata a passare la acque.

Sia l’aperitivo seguito da bagno termale e sauna a Villa Borri che i trattamenti e i bagni caldi alle Terme di Casciana mi hanno riconciliata con il mondo: la stanchezza rilassata che si avverte quando ti avvolgi nell’accappatoio bianco profumato di bucato ti rilassa i muscoli, e anche il sorriso nasce in maniera più spontanea.

Bello scoprire, poi, durante un idilliaco massaggio al viso, che nella zona di Casciana le signore fanno la pappa al pomodoro con la salvia, questo solo per avere un’ulteriore prova delle mille varianti di una delle più tipiche ricette toscane e del fatto che messa a mio agio riesco a parlare con tutti in qualsiasi situazione, persino con la faccia bloccata dalla maschera…

In giro per Casciana scopriamo piccole perle di cui andare fieri, come il Teatro Verdi, inaugurato proprio sabato dopo 30 anni di restauro, i vicoletti in salita con i vasi di fiori accanto alle porte di legno, i quattro rioni di Casciana contraddistinti da fila di bandierine colorare: devo ancora trovare un paese toscano che non si divida in quartieri e non si sfidi in un palio o, come in questo caso, nei giochi senza quartiere

Golosità da non perdere, il latte alla portoghese, il dolce preferito di Giacomo Puccini. Quello dell’Albergo Stella è da chiedere due volte, con le mandorle sul fondo e di una delicatezza leggera e setosa.

Savini Tartufi

Quando si entra nella grande sala della Savini Tartufi si rimane senza parole, non tanto per il profumo inebriante del tartufo che ti avvolge appena varcato l’ingresso, quanto per la passione che si respira nella famiglia. Una passione per le cose fatte bene, con onestà e amore.

Della caccia al tartufo nel bosco con le cagnette Grinta e Zara, Cristiano di Savini Tartufi e il simpaticissimo signor Romano, tartufaio saggio, mi sono rimaste frasi sparse in mente: il tartufaio sa le zone, i cani hanno il naso, ci vuole passione per i cani, per allevarli bene, la felicità sta nelle piccole cose, i bastardini sono molto meglio dei cani di razza, non hanno istitinti nel DNA… Amore, passione, natura e cani scodinzolanti: non sarei venuta più via.

La storia della Savini tartufi è affascinante, tutto nasce dai modi garbati del nonno Zelindo Savini, guardiacaccia di una grande tenuta che aiutava il padrone nell’ospitalità durante i banchetti sontuosi dati in onore dei notabili del tempo. Mi piacciono le storie che iniziano con un personaggio del genere…

Siamo ai tempi in cui i tartufi sotto una certa taglia venivano ancora dati ai maiali, quando gli unici tartufi pregiati erano considerati quelli del Piemonte. Poi questo signore gentile ma astuto si accorge della ricchezza che aveva sotto mano, vende la vespa da guardiacaccia e si compra una motocicletta tedesca, si licenzia con orgoglio e inizia quell’attività che ancora oggi è il vanto della famiglia Savini. All’inizio i tartufi si commerciavano nella porticina accanto alla botteghina e al bar, con la serranda mezzo abbassata e la voce smorzata. Segreti sui pesi, sui luoghi di ritrovamento e sulla qualità, ma una certezza c’è: il tartufaio vi dirà sempre nulla, unn’ho trovato nulla…

A Luciano Savini si deve anche la creazione del miele al tartufo bianco, dedicato al nonno Zelindo.

Quando questo signore che ormai mi è entrato nel cuore come un nonno andava a cercare i tartufi si portava dietro un tozzo di pane secco e un po’ di miele, e ogni volta che passava accanto alla fonte nel bosco tagliava una fetta di pane, la ammollava un po’, ci strusciava sopra un po’ di miele e poi ci aggiungeva qualche scaglietta di tartufo che gli rimaneva sul fondo delle tasche. Era la sua merenda preferita.

Luciano raccontò questo episodio a Gualtiero Marchesi durante un corso di cucina e Marchesi disse: Luciano, porta la storia nelle tavole dei tuoi clienti. Insieme hanno poi elaborato quello che è diventato un prodotto di eccellenza, il miele al tartufo bianco, fatto con vero tartufo, non con aromi chimici. Già vi ho detto che una delle mie merende preferite è pane e miele, potete immaginarvi quindi quanto questa storia mi abbia preso!

La passione della famiglia Savini ha portato ad un record storico: nel 2007 Luciano e Cristiano, insieme al cane Rocco, hanno trovato nelle colline di Palaia un Tartufo Bianco gigante, di 1,497 kg, battuto all’asta Internazionale del tartufo di Toscana per beneficenza, con il quale hanno battuto il record mondiale per il tartufo più grande e per il prezzo più alto mai pagato per il tartufo bianco.

I numeri fanno impressione, ma vi assicuro che sentir raccontare la storia dal vero e vedere l’emozione brillare negli occhi a distanza di 5 anni è ancora più bello.

Savini Tartufi srl
Piazza C. D’Ascanio Loc. Montanelli
56036 Forcoli (PISA)

www.savinitartufi.it

A conclusione del weekend un giro in vespa

Quando ho letto nel programma che avremmo fatto un giro in vespa per le Colline Pisane mi sono immaginata come Audrey Hepburn in Vacanze Romane, che ci volete fare, sono romantica dentro. Appena salita – con ‘tanta’ grazia – dietro al sellino della vespa mi son resa conto però che di Audrey avevo ben poco, come al solito.

Nulla di me ricordava quella filiforme signorina elegantemente seduta dietro a Gregory Peck, se non forse il vezzo di una sciarpa svolazzante, cosa effettivamente anche abbastanza pericolosa, infatti dopo poco è finita in tasca. Più che Audrey mi son sentita la protagonista femminile di un film di Alberto Sordi, direzione mare con il timballo di pasta in borsa.

Questi pensieri son durati poco, però, perché dopo pochi minuti mi sono trovata immersa nella Valdera.

Per le strade non c’era in giro nessuno se non la nostra colonna di vespe e sorrisi increduli, poi tutto intorno il rosso dell’erba medica nei campi lontani, i banchini di frutta ai lati delle strade che vendevano fragole locali e verdure, paesini arroccati in cima ai colli, con strade tortuose piene di pieghe per arrivarci, la pace immobile al Teatro del Silenzio di Lajatico ma soprattutto gli odori, improvvisi e inebrianti, ad ogni curva: il grano quasi maturo, poi i fiori, poi il sottobosco, sole e vento, e libertà.

Di colle in colle siamo arrivati fino a Volterra, dove ci siamo fermati per pranzo alla fattoria Lischeto, nata come azienda agripastorale e adesso agriturismo biologico che produce formaggi, pasta e olio di ottima qualità. A contrasto con la ruralità silenziosa dell’agriturismo siamo accolti a Lischeto da istallazioni di arte contemporanea: quando cibo e arte si uniscono i risultati sono sempre inimmaginabili.

Fattoria Lischeto – Biologico per Amore

Agriturismo, formaggio biologici, olio extravergine di oliva biologico, bioCosmesi, bioRistorante, pasta fresca bio

Località strada provinciale del monte Volterrano, Volterra (PI) – www.agrilischeto.com

Valdera in Vespa
Fiocco Rosso Viaggi – www.fioccorossoviaggi.it
Via Galimerti, 3 – Pontedera (PI)

Albergo Romawww.albergo-roma.it
per vivere il fascino di un albergo d’altri tempi
Via Roma, 13 – 56034 Casciana Terme (Pisa)

Ristorante La Carabacciawww.lacarabaccia.com
Gentili, ottima qualità, imperdibile la mousse di ricotta. Ecco l’unica cosa che una food blogger può insegnare ad un travel blogger: mai rinunciare al dolce in un ristorante!
Viale Magnani, 24 CASCIANA TERME (PI)

Link Love

Oggi dedicato tutto ai miei compagni di viaggio, in modo che possiate vivere quest’esperienza anche dai loro punti di vista:

Per concludere, seguite l’hashtag #Cascianavitasana su Twitter per un riassunto dettagliato del nostro weekend e grazie a Daria Lami e Casciana Terme per l’organizzazione di questo tour memorabile.

…e a grande richiesta…

Sharing is caring:

Questo articolo ha 18 commenti

  1. Ogni angolo di toscana è meraviglioso e merita di essere visto. Certe volte però ce ne dimentichiamo e preferiamo andare a visitare posti lontani, prima di conoscere quelli a pochi passi da casa!!Bellissimo tour, mi ricordo di essere stata al museo piaggio in gita alle scuole medie!
    PS: da noi si dice scollinare!!!
    un bacio

  2. Bel post 😉 E foto semplicemente favolose! A onor del vero, bisogna dire che io in genere non rinuncio mai al dolce…eravamo solo leggermente provati dal mega aperitivo a base di tartufo 😀 E’ stato un vero piacere conoscerti, Giulia, speriamo di vederci presto! 🙂

  3. beh che dire…mi ritengo fortunata: vivo a Pisa e tutto quello che hai descritto mi capita spesso di vederlo. Bella gita!

  4. conosco quelle colline ..quei panorami….la Toscana è la nostra terra…. e mi ci riconosco in ogni suo aspetto… bel reportage Giulia molto interessante e belle le foto !!
    un bacio

    Pippi

  5. maccerto, “scollinare”!!!! 😉
    È un po’ come mi sento io adesso, però stando ancora con la collina davanti, ovvero tutta da salire!!!
    Che bello questo post, e queste foto…
    Grazie bella, mi fa sempre bene venire da te, e ripassare, e ripassare, e ripassare, a leggere e rileggere anche lo stesso post…
    Un bacetto! :*
    r.

  6. Che belle foto, e che bel modo di raccontare questa esperienza, rispecchia a pieno l’idea che mi sono fatta di te, dalle poche chiacchiere scambiate in questo weekend… 🙂 Però…che t’ha fatto Slow Travel, da non inserirmi tra i compagni di viaggio? :/

  7. Un giro bellissimo……fai venir voglia di andarci subito…..anche se adesso dobbiamo organizzare un tour qui da me ….ti scrivo questo fine settimana…baciiiiii

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Back To Top
Cerca