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I cenci toscani di Carnevale… a volte tocca!

Lo sapevo che prima o poi mi sarebbe toccato parlare del Carnevale. Ho già avuto modo di dirvi lo scorso anno quanto il carnevale non sia una festa nelle mie corde, quanto poco mi stiano simpatiche le sfilate dei carri, i coriandoli che ti si insinuano nei vestiti peggio della sabbia al mare e i costumi più o meno riusciti. Il carnevale è l’ultimo ostacolo prima dell’arrivo della primavera e mai come quest’anno non vedo l’ora che la neve cominci a sciogliersi per lasciar posto a tutto quello che le temperature più miti promettono.

Ma sarei ingiusta se dicessi che proprio tutto tutto il carnevale non mi piace.

C’è qualche particolare che apprezzo, a ben pensarci. Prima cosa, mi ricordo con affetto le storie di Carnevale con le maschere tradizionali che la maestra ci raccontava alle elementari: Colombina, Arlecchino, Pulcinella, Pantalone e Balanzone, e il nostro Stenterello di Firenze… mi stavano simpatici e a pensarci mi piace ancora quell’allure un po’ vintage e romantica che conservano.

Cenci toscani per carnevale

E poi ci sono i dolci di Carnevale.

Adesso sì che si ragiona, i dolci carnevaleschi costituiscono una valida motivazione per apprezzare questo periodo dell’anno! Fritti, invariabilmente fritti, in Toscana abbiamo i cenci e le frittelle, e proprio non saprei scegliere quale preferisco. Per non fare un torto a nessuno quest’anno mi son messa con pazienza, con mamma, nonna, l’Artusi e il libro di Giovanni Righi Parenti, a ricostruire due ricette valide per cenci e frittelle, per dare numeri e procedimenti certi ai familiari ad occhio e un pochino di questo e un pochino di quello.

I cenci toscani di Carnevale

Per i cenci mi sono basata sulla ricetta 453. Cenci di Artusi per quel che riguarda le dosi e sui cenci di Giovanni Righi Parenti per quel che riguarda invece i sapori e i profumi, con l’aggiunta di arancia grattata e vinsanto.

Prima con nonna e poi domenica pomeriggio con mamma abbiamo provato a dare a questi cenci la friabilità che si scioglie in bocca che babbo ricercava e i profumi di arancio che mamma si ricordava da quando era piccina.

Un cucchiaino di bicarbonato aiuterà poi i cenci ad essere leggeri e ad avere quelle bollicine friabili sulla superficie che costituiscono il segno dei cenci ben riusciti in base ai ricordi d’infanzia dei miei genitori.

Cenci toscani per carnevale

Questa è dunque la ricetta dei nostri cenci di casa, di come tra tutti ci ricordavamo dovessero essere, ma sono sicura che ognuno di voi ha la sua ricetta, visto che sono un dolce di Carnevale trasversale alla cultura italiana, e non solo. La mia amica Judy mi ha detto che anche sua nonna, russa, faceva dolci simili per carnevale, usando la vodka per renderli leggeri come una piuma!

Cenci toscani per carnevale
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I cenci di Carnevale

Portata Dolce
Cucina Toscana
Keyword carnevale, cenci
Preparazione: 20 minuti
Cottura: 10 minuti
Tempo di riposo 30 minuti
Tempo totale: 1 ora
Porzioni 8 persone

Ingredienti

  • 240 g farina 00
  • 20 g burro
  • 20 g zucchero
  • 2 uova
  • 1 cucchiaino bicarbonato
  • 1 arancia, scorza grattata
  • 1 limone, scorza grattata
  • 1 pizzico di sale
  • 2 cucchiai vinsanto
  • 1 l olio per friggere
  • altro zucchero per cospargere i cenci, una volta fritti

Istruzioni

  • Versa la farina su una spianatoia in legno o su un piano di lavoro abbastanza ampio, fai una buchetta al centro e lì metti tutti gli altri ingredienti.
  • Comincia a lavorare tutti gli ingredienti con le mani, come per fare la pasta fatta in casa, e impasta per una decina di minuti, in modo che divenga ben elastica e vellutata, e non si appiccichi più alle mani. Lasciala riposare la pasta per circa 30 minuti, coperta con un velo di farina e avvolta in un canovaccio.
  • Stendi l'impasto dei cenci con il mattarello o con la macchina per fare la pasta, cercando di ottenere un sfoglia il più sottile possibile, 1 o 2 mm, in modo che dopo fritta sarà leggerissima. Aiutati con un po' di farina per far si che la pasta non si appiccichi alla macchina o al mattarello, ma cerca di toglierla e scuoterla via, perché sarà poi la prima cosa a bruciare nell'olio, dando ai cenci uno sgradevole sapore di farina bruciata.
  • Taglia le sfoglie di pasta con un coltello o con la rotellina a smerli in strisce larghe circa 3 dita e lunghe un palmo.
  • Scalda l'olio in una padella abbastanza larga e quando raggiunge 180°C comincia a friggere i cenci. Se non hai un termometro da cucina, usa qualche ritaglio di pasta per controllare quando l'olio è pronto: l'olio è abbastanza caldo quando, immergendo un po' di pasta, questa sarà immediatamente circondata da tante bollicine.
  • Friggi i cenci in più volte per circa 30 secondi per lato, controllandoli con attenzione perché non brucino e girandoli con due forchette o con una pinza.
  • Toglili dall'olio e lasciali scolare per un po' in un piatto con un po' di carta da cucina, poi spolverali con zucchero normale o zucchero a velo. Caldi sono buonissimi, ma sono da freddi si sentiranno bene tutti i profumi.
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E ora una piccola concessione ai miei ricordi di bambina… Gianni Rodari, Carnevale.

Carnevale in filastrocca,
con la maschera sulla bocca,
con la maschera sugli occhi,
con le toppe sui ginocchi:
sono le toppe d’Arlecchino,
vestito di carta, poverino.
Pulcinella è grosso e bianco,
e Pierrot fa il saltimbanco.
Pantalon dei Bisognosi –
Colombina, – dice, – mi sposi?
Gianduia lecca un cioccolatino
e non ne dà niente a Meneghino,
mentre Gioppino col suo randello
mena botte a Stenterello.
Per fortuna il dottor Balanzone
gli fa una bella medicazione,
poi lo consola: – E’ carnevale,
e ogni scherzo per oggi vale.

P.S. a proposito di Carnevale… causa neve probabile è rimandata a sabato 18 la giornata dedicata ai dolci di carnevale a Viareggio!

Cenci di carnevale toscani

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Questo articolo ha 25 commenti

  1. pur essendo viareggina carnevalara con i cenci non ho mai avuto una gran simpatia (nn amo friggere, quindi preferisco solitamente comprarli già pronti!) ma a prepararli insieme a te son sicura che mi dovrò ricredere! spero di esserci!! a presto

  2. 3 stars
    amo come sai rendere accattivante ogni post, anche quando presenti ricette che non mi attirano (di tutti i dolci al mondo quelli di carnevale sono gli unici che snobbo completamente), con foto, ricordi, addirittura poesie.
    i cenci a Milano si chiamano chiacchiere, ma forse sono un po’ diverse e a Roma frappe mi pare: è bello come una ricetta così nazionale assuma aspetti diversi e addirittura nomi diversi.

  3. Ehila’ Jul! Ti leggo spesso, anche se commento saltuariamente! Io adoro questo dolce (e anche il carnevale eheheh) in veneto si chiamano Crostoli (venezia esclusa dove si chaiamno Galani). Di solito li compro in pasticceria, ma al momento vivo in UK, dove di carnevale neanche l’ombra, quindi settimana scorsa ho fritto i crostoli anch’io! Ho usato la ricetta di mia nonna che li faceva quando mia mamma era piccola. E’ stato un lavoraccio tirarli a mano sottili sottili, ma ne e’ valsa la pena! se ti va di vedere la mia versione e’ qua: http://www.favolosopasticcio.blogspot.com/2012/02/crostoli-di-carnevale.html

    ciao ciao

  4. Sono “cenci” o “crogetti” per te? A casa mia sempre “crogetti”. E con sopra miele o crema! Buooooni!

  5. I cENCI…. Ho una lotta in corso con mia figlia treenne che, nata in e con puro accento piemontese (io toscana da 10 anni a Torino….) tra BUGIE e CENCI =)))))

  6. Per me il carnevale è una festa che lascia un po’ l’amaro in bocca, non saprei dire il perché… non l’ho festeggiato mai granché…. questo non toglie che sulla non comparissero le chiacchiere… quest’anno vorrei provare a fare qualcosa…
    Le tue immagini sono come sempre stupende!

  7. Io le ho sempre chiamate ‘frappe’ o ‘chiacchiere’…ma in tutte le lingue del mondo sono sempre ottimi dolcetti che rimandano all’infanzia di tutti 🙂

  8. Che belli questi cenci….manca ancora tempo per carnevale ma qui già abbiamo provato, come ogni anno, le varie versioni, acquistandole, una sera in una pasticceria qui a Salerno, un’altra sera di passaggio a Napoli, ancora da quel panettiere che da poco ha aperto…..è incredibile…ma ognuno ha la sua versione. Io seguo la ricetta dei cenci che non so più neppure da dove l’avevo ricavata….ma queste mi tocca farle….perchè vedo proprio le tante bollicine croccanti che mi piace scrocchiare a carnevale………foto bellissime davvero…….ma le frittelle???? bacioni

  9. Mi ricordano l’infanzia, che meraviglia … anche se la mia mum le fa (qui da me “chiacchiere Napoli’s style”!) tutti gli anni!! Grazie, magari stavolta si provano le tue, così le facciamo due vote!! =)) Lys

  10. Cosa c’è di più buono dei cenci fatti in casa ed inzuppati in un bicchierino di vinsanto? 🙂
    Anche la mia mamma ha quel bel barattolone di farina. Mi piace un sacco!
    Buon fine settimana amichetta mia.

  11. ohmmammina. come fa bene al cuore quel turchese. non sai quanto.
    ed io, che ho tanta voglia di cucinare “di carnevale”, che non mi decido, perchè è una di quelle cose che “si fanno con la mamy”, ma in mezzo tra me e lei adesso ci sono quintali di neve, e, uff, mi tocca stare a Roma!
    mi godo questi intanto, e la foto è così bella che quasi mi saziano.

  12. Ma allora sei tornata mascalzona…e non dici niente? Mi sa che cencerò anche io questo fine settimana, tanto con sto freddo do vo?
    Fatti sentire girellona! Un bacione, Pat

  13. mi sa che quest’anno tocca anche a me che non amo friggere 🙂
    confronto la ricetta con la ns di famiglia e ti dico…
    buon we

  14. 5 stars
    Ciao, da noi (in Lombardia) si chiamano Chiacchiere.
    Le preparo secondo una ricetta che mi regalò vent’anni fa un’amica, che allora, aveva 82 anni. Conservo ancora quella ricetta, scritta con la calligrafia precisa ed arzigogolata che solo le persone nate in un’altra epoca possono avere. Gli ingredienti sono praticamente gli stessi dei tuoi, cambia solo la grappa al posto del vin santo e niente bicarbonato (crescono comunque).
    Non concordo sull’olio d’oliva extravergine, troppo caratterizzante per i dolci. E non un olio di semi qualsiasi: solo l’olio di arachide regge la temperatura del fritto senza produrre sostanze nocive.
    Mi hai fatto venire voglia di prepararle…

  15. Le “frappe” romane!! O le “sfrappe” come le chiama mia cognata marchigiana.
    Mi mancanoooo! Me le farò anche io…uno di questi giorni.

I commenti sono chiusi.

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