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La frittata trippata, una videoricetta

I piatti della tradizione contadina si riconoscono subito: ingredienti poveri, prodotti stagionali, cucina semplice, fantasia e inventiva. È proprio il caso della frittata trippata, un piatto toscano dei tempi passati, che ha come ingredienti semplici due capisaldi della cucina povera: uova e pomodoro.

Le uova davano le proteine e i grassi necessari ad affrontare una giornata di lavoro, in casa o nei campi, ma invece di essere presentate in forma di semplice frittata o uovo al tegamino, ricordano per forma e apparenza la trippa. La salsa di pomodoro tinge di rosso la frittata, trasformandola alla fine in un piatto che sembra veramente la trippa alla fiorentina.

Frittata trippata

Se vi è capitato di visitare Firenze, avrete sicuramente notato la trippa tra i piatti dei menu macchiati di unto, scritti su carta gialla, in qualche osteria o tripperia in città Se avete avuto il coraggio di ordinarla, probabilmente vi avranno servito un piatto fumante di trippa cotta al pomodoro, uno dei piatti più rappresentativi di Firenze e del suo amore sconfinato per il quinto quarto.

Basilico fresco, o qualche erbetta di stagione come il timo, e una spolverata di parmigiano grattato sono obbligatori, così come un cestino di pane fresco per fare la scarpetta.

Di frittate se ne contano a decine nella tradizione contadina toscana, visto che ogni famiglia aveva il suo pollaio con l’allevamento di galline: questo significava uova fresche, un buon brodo nei giorni freddi e un pollo arrosto ogni tanto, o il cappone ripieno per Natale. Le varietà di frittate sono quasi infinite, e dipendono quasi del tutto dalla stagionalità: da quella con i carciofi appena infarinati che faceva la mia bisnonna a quella di erbe di campo nei giorni teneri della primavera, dai pomodori verdi estivi alla zucca dei mesi più freddi. Nel senese abbiamo al frittata dei poveri, fatta con le briciole di pane, mentre a Viareggio si prepara la frittata coi nicchi, le arselle.

Io e Tommaso questa volta ci siamo divertiti con la frittata trippata, di cui trovate la ricetta anche nel libro Cucina da chef con ingredienti low cost, e oggi vi facciamo vedere la video ricetta. Pensate, è fatta tutta in diretta, anche nel fatidico momento in cui ho girato la frittata, ovviamente con l’aiuto di un coperchio!

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La frittata trippata

Portata Vegetariano
Cucina Toscana
Preparazione: 5 minuti
Cottura: 20 minuti
Tempo totale: 25 minuti
Porzioni 4
Chef Giulia

Ingredienti

  • 6 uova
  • 50 ml di latte
  • Olio extravergine di oliva
  • 750 ml di passata di pomodoro
  • 1 spicchio di aglio
  • Sale
  • Pepe nero
  • Basilico fresco

Istruzioni

  • Sbatti le uova con un pizzicotto di sale e di pepe nero, aggiungi il latte e mescola fino a che tutto non è ben amalgamato. Scalda qualche cucchiaio di olio sul fondo di una padella antiaderente, quando è ben caldo versa le uova sbattute e falle rapprendere bene su un lato.
  • Quando un lato è dorato gira la frittata con l'aiuto di un piatto o di un coperchio e falla dorare anche sull'altro lato, poi spostala su un tagliere, arrotolala su se stessa e tagliala a striscioline larghe circa un centimetro.
  • Nella stessa padella in cui hai cotto la frittata versa qualche cucchiaio di olio e uno spicchio di aglio e lascialo scaldare finché l'aglio non sarà dorato.
  • Versa a questo punto la passata di pomodoro e lasciala cuocere a fuoco minimo una decina di minuti, regolandola di sale e pepe.
  • Quando il pomodoro avrà perso il sentore di crudo aggiungi la frittata tagliata a striscioline, mescola delicatamente per coprirla di pomodoro senza romperla e falla insaporire a fuoco minimo per qualche minuto.
  • Servila subito con un po' di basilico fresco.
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patate in umido

Le ricette per Pomì

Sempre in tema di piatti contadini, di pomodoro e di ricette veloci, ecco le patate in umido fatte di recente per Pomì.

Abbiamo perso l’abitudine a fare le patate in umido. Ormai le patate arrosto sono il contorno della domenica, tagliate a spicchi e fritte sono l’eccezione alla dieta che ci fa tornare bambini, lesse risolvono tante cene, con un po’ di tonno o uovo sodo, oppure sono di accompagnamento al bollito. Il purè è riservato a quando vogliamo qualcosa di morbido, che ci accarezzi come la mamma.

Ma le patate in umido sono cadute tristemente fuori moda. È questo un piatto contadino che porta iscritto nel suo DNA i sapori forti di una cucina senza fronzoli: aglio e cipolla sono il punto di partenza, con qualche cucchiaio di olio. Nel tegame si aggiungono poi le patate tagliate a cubetti tutti uguali, si girano con un mestolo di legno a fuoco dolce per insaporirle, per poi finire la loro cottura con un po’ di pomodoro.

Leggi la ricetta sul blog di Pomì.

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Questo articolo ha 11 commenti

  1. Me la preparavano spesso mia mamma e la nonna quando tornavo da scuola. Mia nonna diceva “mangiala che ti tira su.. ” Quanti ricordi. Grazie Giulia. Ogni volta mi fai tornare in mente i profumi e l’affetto familiare di quando ero piccina. Un abbraccio.

    1. Così tipico delle nonne: “mangialo che ti tira su, mangialo che cresci, mangialo che devi studiare”
      Il cibo per loro risolve sempre tutto… ma non è forse vero?

  2. Faccio spesso le uova al pomodoro ma non avevo pensato di farle così (e non conoscevo la ricetta tradizionale): di solito noi le facciamo strapazzate col sughetto di pomodoro, e sono uno dei miei comfort food preferiti. Proverò a farle così la prossima volta 🙂

    1. Qualche volta anche nonna me le ha preparate così. Credo che la cosa buona sia proprio il tuorlo che con il sugo di pomodoro e l’olio buono dà il meglio di sé.

  3. Da me in lombardia, si fanno le uova al pomodoro, una sorta di uova strapazzate con passata di pomodoro o pomodoro fresco molto simile a questa tua versione…io l’adoro!
    bacioni cara e grazie per aver condiviso questa delizia della tradizione….

    1. Ciao Simo, ecco probabilmente un modo tutto Italiano di tirare fuori il meglio dai pochi ingredienti poveri che i contadini avevano. Noi ne possiamo ancora godere, per fortuna!

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