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Intervista a Dianne Jacob e una ricetta fresca di frutta per l’estate

Ho la tendenza a fare liste, di cose, di libri, di canzoni e film, per provare a mantenere un ordine precario nella mia mente. I tuoi 5 film romantici preferiti, per esempio. Facile come bere un bicchier d’acqua: Pretty Woman, Notting Hill, Dirty Dancing, Insonnia d’amoreQuattro matrimoni e un funerale. Ho fatto lo stesso con i libri che mi hanno ispirata a diventare una food blogger e a trasformare la mia passione in un lavoro ogni giorno interessante e divertente, a volte difficile, fatto di corsi di cucina, ricette e fotografie.

Quindi, se dovessi nominare i 3 libri più importanti, sicuramente includerei:

  • Elizabeth David, South Wind through the Kitchen – una raccolta dei migliori scritti della food writer che ammiro di più, il cui stile di scrittura è capace di portare l’odore del pane appena sfornato nella tua cucina. Uno stile sensuale, parole precise e intense, immagini vivide, ricette succulente: c’è tutto quello che mi augurerei di diventare, nei sogni più estremi.
  • Hélène Dujardin, Plate to pixel, la bibbia della food photography per blog, dove puoi trovare utili suggerimenti e trucchetti, anche se parti da zero, una ruota dei colori per aiutarti a vivacizzare e migliorare la composizione, fotografie ovviamente meravigliose per ispirarti e una spiegazione chiarissima sull’uso della luce naturale e artificiale.
  • Dianne Jacob, Will write for food, tutto quello che avreste voluto sapere sul food writing ma non avete mai avuto il coraggio di chiedere. Seriamente, ho studiato il libro proprio come facevo all’Università, con segnalibri, evidenziatori e matite, contrassegnando quasi ogni paragrafo con un punto esclamativo, come a dire: perché non ci ho pensato prima! Mi ricordo che mentre lo studiavo ogni poco alzavo la testa stupita, perché tutto – scrittura, fotografia, social media, blog – andava a finire al posto giusto, il puzzle si ricomponeva sotto ai miei occhi. Mi ha aiutato a creare una mappa mentale a cui far riferimento ogni volta che ho bisogno di una guida o di ispirazione.

Potete immaginare come sono entrata in fibrillazione quando ho letto che Dianne Jacob sarebbe stata tra gli speaker del Food Blogger Connect 2012, a Londra. Ho partecipato alle conferenze del FBC nel 2010 e nel 2011, sono stati gli eventi che più mi hanno dato fiducia nell’iniziare questa carriera appena nata, senza contare gli innumerevoli nuovi amici che ho conosciuto, alcuni dei quali sono adesso tra le persone a me più care… e adesso avrò l’occasione di incontrare lei, insieme ad altri notevoli speaker che già da soli valgono il prezzo del biglietto.

Appena ho realizzato che l’avrei incontrata a Settembre, ho deciso di buttare giù una lista di domande che avrei voluto farle a Londra, una volta che avessi trovato il coraggio e un po’ di scioltezza nell’Inglese, abbastanza da non inciampare in ogni parola per l’emozione – ve l’ho mai detto quanto sono timida quando devo parlare in pubblico?

Poi mi son anche resa conto che avrei potuto scriverle – è o non è il modo migliore che ho per esprimermi, senza arrossire ad ogni parola? Allora ho preso carta e penna – sapete che oltre che timida sono anche vecchio stile per tante cose – e ho scribacchiato qualche domanda che avrei voluto farle, qualcosa che potrebbe essere interessante anche per voi, ho pensato. Poi ho riscritto tutto in una e-mail, cercando di evitare quanti più errori possibile, e non senza arrossire per l’emozione le ho inviato la mail.

Dopo poche ore, precisa e puntuale come mi sarei aspettata da lei, ho ricevuto le risposte e un’email veramente gentile… io sto già facendo il conto alla rovescia per il Food Blogger Connect di Londra, e voi?

Intervista a Dianne Jacob

Juls Scrivere un post una, due, tre volte a settimana, rispondere ai commenti, lasciare commenti interessanti sugli altri blog. E se non ho il tempo di fare tutto a modo? C’è una priorità per essere un buon food blogger? 
Dianne – Sì. Io scrivo solo un post a settimana per quel motivo. Voglio scrivere un post di qualità, e questo prende del tempo. Rispondo ad ogni commento, ma considera anche che ho un blog relativo al food writing, non solo di food. E’ difficile rispondere con qualcosa di originale da dire basato su 12 commenti che sono la variazione di ‘sembra delizioso’.

In merito a questo, leggi anche:
Is food Blogging too much work?
5 ways to write a post on schedule

Per quello che riguarda invece i commenti sugli altri blog, qualcuno una volta mi ha detto che un blogger ha commentato sul suo e su altri blog facendo copia e incolla dello stesso commento. Come puoi immaginere, nessuno ne rimane particolarmente colpito. Per farlo in maniera corretta, devi scrivere un commento che sia così interessante che i lettori seguano volentieri il link del tuo nome per vedere chi sei. No pressure!

JulsHo scoperto Elizabeth David leggendo il tuo libro ed è diventata il mio idolo e la mia ossessione. Se dovessi nominare un altro eccellente food writer, chi suggeriresti e perché?
Dianne – Oh questo è interessante! Non posso biasimarti, hai un sacco di compagnia! Odio sembrare ovvia, ma hai mai letto Julia Child? E’ concreta, buffa, ossessiva, divertente e molto acuta.
E vorrei aggiungere anche Kim Sunee. Proprio adesso sto leggendo Trail of Crumbs e sto letteralmente annegando nella sua sensualità. Trovi i suoi libri qui. (dieci punti a chi indovina quale sarà il mio prossimo acquisto su Amazon?)

Juls – Io sono una food blogger Italiana che aspira a diventare una food writer internazionale (i sogni in piccolo non mi sono mai piaciuti), e come me ce ne sono molti altri che condividono questo sogno. Come possiamo affrontare un Inglese – il nostro – che spesso ha uno spiccato accento Italiano, anche quando scritto? Possiamo considerarlo un segno di riconoscimento o dobbiamo fare del nostro meglio per nasconderlo?
Dianne – Per quel che concerne l’Italianità del tuo modo di scrivere, non abbandonarla e non cercare di appiattirla! E’ uno dei motivi per cui le persone vengono sul tuo blog, quello che dà al tuo stile una voce unica.

Juls – Come Italiani scriviamo le nostre ricette usando il sistema metrico decimale, ma qualche volta lettori amiericani mi chiedono di tradurre i gli ingredienti in cups. Se vogliamo rivolgerci ad un pubblico internazionale, dobbiamo convertire l’unità di misura degli ingredienti o è sufficiente suggerire un buon convertitore on line?
Dianne – Devi capire quale parte della tua audience è negli Stati Uniti, e se vale la pena consumare il tuo tempo per avere la conversione presente sul tuo sito. Alcuni siti hanno trovato dei modi per convertire gli ingredienti di ogni ricetta. Vedi, per esempio, Leite’s Culinaria, un sito americano che traduce le ricette nel sistema metrico decimale: Seared Scallops with asparagus and baby leeks

Juls – Dato che ci incontreremo presto a Londra per il Food Blogger Conference, quali sono i motivi per cui suggeriresti di prender parte ad eventi come questo?
Dianne – Il Food blogging può essere una passione solitaria. Anche dove vivo io, nella San Francisco Bay Area, ci sono pochi incontri ed eventi. E’ divertente incontrarsi ad una conferenza, condividere storie e risorse, fare foto, usare i social media, mangiare insieme, e imparare insieme. Il cameratismo è davvero emozionante. Inoltre, stringi delle amicizie che continuano poi a lungo, ben oltre la conferenza. Ho degli amici di lunga incontrati proprio in occasione della partecipazione ad alcune conferenze.

Leggi anche:
5 reasons to go to a Food Blogging conference 

Juls – Ultima domanda, che è più un modo per chiederti un consiglio per futuri scrittori e la tua opinione sulla discussione sollevata da Amanda Hesser nel suo Advice for Future Food Writers. Quanto è importante sporcarsi le mani? E’ solo un sogno o possiamo ancora sperare di diventare food writer pagati? Forse la verità sta nel mezzo?
Dianne – Se intendi sporcarsi le mani nel giardinaggio, se sei interessata in questo aspetto della produzione del cibo, allora bene. E’ eccitante coltivare i proprio prodotti e poi cucinarli.E’ essenziale per il food writing? No.

Per quello che invece riguarda diventare un food writer pagato, non so come funzioni in Italia, ma ci sono ben poche posizioni come foor writer full time negli Stati Uniti. Molti lo fanno come hobby. Alcuni sono riusciti a tirarci fuori lo stretto necessario per sbarcare il lunario, e ancora meno persone riescono a viverci bene. Se vuoi scrivere full-time, probabilmente dovrai essere un libero professionista.

Per maggiori dettagli sui pensieri di Dianne a riguardo, leggi Is food writing a dismal way to make a living?

Dato che questo è un blog di cucina, non posso evitare di postare anche una ricetta oggi. Ho pensato che il modo migliore per ringraziare Dianne fosse con con una ricetta che in qualche modo lei mi ha aiutata a scoprire: durante l’estate non c’è niente di meglio di un melone ripieno di susine selvatiche, ispirata proprio a Elizabeth David (dal libro At Elizabeth David’s Table – foto di Sir David Loftus… devo aggiungere altro?). Elizabeth suggerisce di mischiare la polpa del melone con le fragole, io ho usato una manciata generosa di susine selvatiche, comprate la mattina stessa al mercato dei produttori. Per lucidare la frutta, ho fatto per la prima volta la gelatina home made, seguendo la ricetta che ho imparato durante il corso di pasticceria.

La gelatina può essere fatta in anticipo e tenuta in frigo per diverse settimane, chiusa in un barattolo. Fanne in abbondanza e poi usa solo qualche cucchiaio per questa ricetta, scoprirai quanto è utile un barattolo di gelatina fatta in casa già pronta nel frigo. Basterà scioglierla un po’ a bagno maria e sarà già pronta all’uso.

Gli ingredienti possono essere acquistati in farmacia o su siti specializzati, come Tibiona.it.

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Melone ripieno di susine selvatiche

Porzioni 4
Chef Giulia

Ingredienti

  • 1 melone maturo
  • 1 manciata abbondante di susine selvatiche mature
  • 2 cucchiai di idromele
  • 2 cucchiai di zucchero
  • foglie di menta fresca

Per la gelatina fatta in casa:

  • 400 g 350 g + 50 g di zucchero
  • 200 g di glucosio
  • 3 g di succo di limone
  • 400 g di acqua
  • 10 g di pectina

Istruzioni

Per la gelatina

  • Aggiungi 350 g di zucchero, il glucosio e il succo di limone in un pentolino, copri con i 400 g di acqua e mescola per amalgamare bene. Scalda fino a che non raggiungere 75°C.
  • Mescola la pectina e 50 g di zucchero in una ciotolina, poi aggiungili nella miscela di acqua e zucchero e mescola energicamente con una frusta per evitare grumi.
  • Lascia sobbollire fino a raggiungere 101°C, poi togli dal fuoco (in questo caso l'unità di misura sarebbero i gradi brix, che si individuano con un refrattometro e danno la percentuale di zucchero, ma per semplicità a lezione abbiamo visto che più o meno, parlando in gradi Celsius, dobbiamo arrivare a 101°).
  • Lasciala raffreddare prima di utilizzarla.

Per il melone ripieno

  • Togli il cappello al melone, e teni la fetta da parte.
  • Togli i semi e scava la polpa, poi tagliala a dadini, mettila in una ciotola e mescolala con una generosa manciata di susine mature.
  • Aggiungi lo zucchero e l'idromele, quindi aggiungi qualche cucchiaio di gelatina leggermente raffreddata e mescola per distribuire tutto uniformemente.
  • Versa nuovamente la frutta nel melone e decora con foglie di menta fresca.
  • Conserva il melone in un luogo fresco prima di servire.
Hai provato questa ricetta?Ci piace vedere tutte le tue creazioni su Instagram, Facebook & Twitter! Scatta una foto e condividila taggando @julskitchen e usando l’hashtag #myseasonaltable!

Allora, sono curiosa, come vi sentite? Perché questa domanda? E’ presto detto: ogni volta che faccio una ricetta di Elizabeth David, leggo un suo pezzo sulla cucina provinciale francese o imparo qualcosa di nuovo da uno dei post di Dianne, mi sento ispirata, eccitata, affamata, voglio sapere di più, leggerne ancora, scoprire altro. Spero di avervi passato un briciolo della passione che loro mi danno costantemente, che alimenta la mia ossessione preferita.

Sul sito del Food Blogger Connect potrai trovare più informazioni sul programma e sugli speakers che parleranno durante la conferenza e i workshop. Io ci sarò, voi?

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Questo articolo ha 38 commenti

  1. Ho comprato il Talismano della Felicità due anni fa, ma praticamente da sempre possiedo tutti i libri della David, molti anche nell’edizione originale, tramandati dalla mamma, in primis, e da tante amiche inglesi, gazie alle quali per anni ho creduto di essere l’unica estimatrice della cucina britannica sulla faccia della terra 🙂
    Non è un caso che ancora oggi gli autori anglosassoni sappiano scrivere di cibo: anche un’autrice commerciale come Nigella Lawson, ha una penna felice: autoironica, leggera, spontanea. Per non parlare di altri mostri sacri, come la Grigson, la Collister e così via.
    Recentemente, mi lamentavo 🙂 sul blog di come invece in Italia il food writing sia sempre più un accessorio di altri requisiti, ritenuti invece sempre più fondamentali: cresciuta come sono a queste scuole, plaudo all’avvento di una grafica più raffinata , di una fotografia sempre più a servizio del cibo, di uno styling che ha finalmente una sua identità, anche professionale, ma mai accetterò che la scrittura possa essere sacrificata sull’altare dell’immagine. Prova ne è che ho smesso da tempo di comprare libri italiani con fotografie bellissime, a corredo di ricette striminzite e di testi nel migliore dei casi noiosi, per rivolgermi ad un’editoria probabilmente meno seducente, ma quanto meno fedele al proprio scopo- e quindi, onesta, con se stessa e con i propri clienti.
    Non so se e quando al food writer arriderà la stessa fortuna che al food stylist: mi auguro presto, perchè sarebbe un segno importante di un riconoscimento che a mio parere sarebbe dovuto venire prima di qualsiasi altra cosa: ma, si sa, sono una signora antiquata, pedante- e pure cresciuta a David, Grigson e Julia Child, prima ancora che ne facessero un film. Ma l’augurio che tu possa farcela è sincero, e il tifo è quasi da curva da stadio.
    Buona giornata
    ale

    1. …perché appena finito di leggere il tuo commento sono andata su Amazon, perché!?

      Ti ringrazio per il commento articolato, già avevo scritto su FB ma vorrei ribadire un concetto: sono completamente d’accordo con te!
      Penso con nostalgia a Pellegrino Artusi, che con il suo libro ha aiutato a unire l’italia e a creare la lingua italiana dei giorni nostri…
      Grazie per il tifo da stadio! :*

  2. Un applauso a te Juls, che passo dopo passo stai intraprendendo una bellissima carriera.
    Sei attenta, ironica, preparata e tremendamente affascinante, di quel fascino particolare che solo alcune persone possiedono.
    Vai dritta per la tua strada e vedrai che i traguardi arriveranno. Anzi secondo me alcuni sono già arrivati.
    Bellissimo post e grandiosa intervista.
    ricetta deliziosa, ci sta vero? 🙂
    Un abbraccio grande

    1. deliziosa, ci sta tutto! grazie Sandrina, per questo commento ma soprattutto per quello che ci sta dietro, i consigli, l’amicizia e la fiducia!

  3. Post grandioso. Vorrei dirti mille cose, ma sono ancora struttura da tutto.
    Grazie, giulietta, ne farò tesoro (oddìo come mi piacerebbe partecipare al FBC!!!!)

  4. 5 stars
    Bellissimo post d’ispirazione!
    Ho diverse liste anch’io e ora vado subito ad aggiornare quella dei libri da comprare con i titoli che hai segnalato!

    Grazie e buona giornata!
    Chiara

  5. La parola era “scombussolata”, ed era così vero che non mi sono accorta della personale interpretazione del mio telefono (che praticamente vive di vita propria e mi corregge le parole a gusto suo!!) 😉
    Un bacio forte. r.

  6. Pur non essendo una food blogger, ho letto con molto interesse l’intervista e devo dire che molti dei suggerimenti di Dianne sono validi per tutto il mondo blogger, in generale.
    Poi…ti dirò, non amo particolarmente il melone, ma questa ricetta trasmette una nota così fresca ed estiva che mi viene voglia di provarla!
    A presto 😉

    1. Completamente d’accordo: qui si va oltre il food, è proprio un modo di essere blogger, un modo epr cercare di esserlo con onestà e trasparenza! prova il melone, poi mi dici!

  7. Ma come fai ad essere sempre così avanti tu? Sempre belli, interessanti e ricchi di spunti i tuoi post Giulia! Sono sempre più convinta che tu di strada ne farai parecchia… sia come food blogger che come food writer!
    Ci verrei anche io al food blogger connect, ma il mio inglese fa schifo e probabilmente non capirei poi molto 😀
    Tu prendi appunti e divertiti anche per me…
    Baci!

  8. Juls i tuoi post hanno sempre una marcia in più! Sono talmente curati da suscitare ammirazione perché traspare benissimo tutto il lavoro che c’è dietro a tutto questo. E grazie per aver condiviso questa specie di mail-intervista perché è veramente interessante.

    1. Grazie Valentina, grazie! anche le mie poche ore di sonno ci tengono a ringraziarti!
      Felice che ti piaccia l’intervista a Dianne, è una gran donna!

  9. Che bel post Juls!! Bello bello bello! Corro a cercare i libri, pensavo proprio ieri a rispulciare il tuo blog per cercare titoli di libri che nomini qui e lì, per ora mi “accontento di questi”! Ora il mio sogno sarà l’FBC di.. settembre, se ho letto bene! Ma devo iscrivermi?? Ora spulcio anche quel sito, crepi la pigrizia! In bocca al lupo per tutto!

    1. Sì, è necessario iscriversi sul sito, e ci sono sicuramente ancora posti disponibili. Fammi sapere se ti interessa andare che stiamo cercando di organizzarci per fare gruppo!
      Crepi il lupo!

  10. Non sono nè una cuoca nè una food-blogger ma chissà perchè adoro il tuo blog così come adoro i libri di cucina, con quelle foto bellissime, che fanno venire fame a vederle, così come le tue ricette! Tutto quadra 😉

  11. Ah, ma che bel post!
    Un’intervista bellissima…concordo pressochè con tutto (specialmente con quanto detto alla prima domanda!!!)
    Grazie infinite per i suggerimenti dei libri, ne ho addocchiato uno che deve essere mio al più presto! 🙂
    E grazie anche per questa ricettina: un pieno di vitamine che ci vuole proprio con questo caldo!
    A presto.

    Nadia – Alte Forchette –

    1. Ciao Nadia, la prima domanda io l’avevo lì da anni, e infatti è stata la prima che ho scritto nella mail, volevo un’opinione in merito! Quale libro ti ha interessata? son curiosa!

  12. Cara Giulia, che post!Mi hai rivelato un mondo… sai io per molte cose cammino con la testa tra le nuvole e quando ho scelto di vivere l’avventura di aprire un blog tutto mio non immaginavo di entrare in un mondo così pieno e strutturato… non sapevo neanche ci fossero libri sull’argomento… :-O e così, come ogni volta mi capita di aprire gli occhi all’improvviso, mi sento terribilmente ignorante 🙁 grazie per aver condiviso con chi ti segue tutte queste cose, e grazie anche delle dritte!;-) Laura

    1. Ma che ignorante e ingnorante! 🙂
      Il blog si può vivere a tanti livelli, e in mille modi diversi!
      Credo che la spontaneità nell’essere blogger, il seguire la passione siano alla base. Poi certo, puoi comprarti libri, manuali e seguire workshop e conferenze, sono tutti elementi utilissimi, ma se alla base non c’è la passione si crea una perfetta scatola decorata, ma vuota. Io nel tuo blog ne vedo tanta di passione e personalità!

  13. Un post bellissimo. Mi piace l’intervista, mi piace la lista di libri che ci hai consigliato, mi piace il melone presentato così, come fosse una zucca ripiena, ma sopratutto mi piace la tua determinazione. In bocca al lupo!

  14. Da quando conosco il tuo blog sono stata rapita dal modo in cui la ricetta fosse il perfetto corollario a tutto che volevi presentarci, un’atmosfera, una storia, un’emozione, una tradizione e mille altre cose ancora…mai scontato, mai banale, a volte stappante un sorriso a volte una lacrimuccia…sono sicura che in giro trovi ispirazione ma di base hai il TALENTO ed e’ ció che ti portera’ dove vuoi! Scommettiamo?!!!….

  15. susine selvatiche?
    A me sembrano ciliegie selvatiche… ne ho un albero a casa dei miei (cioè, in realtà è fuori… però i rami sporgono nel nostro giardino :-P) e mi paiono uguali. Piccole, tutte nocciolo, con un sentore di mandorla amara… mia mamma è riuscita a metterne un po’ sotto grappa anche quest’anno!

    1. Sembrano ciliegie, lo ho scambiate anche io per ciliegie, ma sono susine, piccolissime e dolci, con il nocciolo da susina e il sapore di susina! ho anche chiesto al produttore per essere sicura, am son proprio susine! sono come la Mirabelle in Provenza, le ho comprate convinta fossero ciliegie, e invece….

  16. Juls, posso chiederti un piccolo consiglio? Credi che il libro di Dianne sia comprensibile per chi mastica poco l’inglese o è difficilotto? So che non è una domanda semplice, per darti un riferimento ti posso dire che con plate to pixel non ho avuto eccessive difficoltà 🙂

    1. Plate to Pixel è leggermente più semplice, anche perché ha un linguaggio molto più internazionale, quello della fotografia.
      Detto questo, credo sia completamente comprensibile, e assolutamente godibile! prendilo, vedrai che spettacolo!

  17. Questo è il mio primo commento sul tuo blog e quindi, per prima cosa, ci tenevo a farti i complimenti. Leggerti è davvero bello ed è uno dei motivi che mi ha spinto ad aprire un food blog tutto mio. Sei davvero brava!
    Per quanto riguarda l’articoli, beh.. inutile dire che dopo averlo letto ho subito comprato il libro di Dianne Jacob. Ottimo, davvero!

  18. […] Sto anche rileggendo un altro libro, Will Write for Food, di Dianne Jacob, giunto alla quarta edizione. È un libro che ho consumato: ogni volta che lo rileggo, scopro qualcosa di nuovo, qualcosa di stimolante, o utile, un trucco o un nuovo autore. Se sei curioso e vuoi sapere di più sul lavoro di Dianne Jacob, c’è una vecchia intervista a Dianne che ho condiviso sul blog nel 2012. La trovi qui. […]

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