Il bouquet sul pozzo e altre storie del nostro matrimonio
La mattina del matrimonio la sveglia è suonata alle sei. Avevo dormito con Claudia, mia sorella, nella mia vecchia stanza a casa dei miei. Solo una decina di metri da casa mia, stesso indirizzo, stessa vista, stesso giardino e stessa aria, eppure sembrava una vita fa.
Alle sei avevo già gli occhi aperti, ascoltavo il respiro regolare di Claudia che dormiva lì accanto, come ho fatto per un vita quando condividevamo la stessa camera.
Mi sono alzata in silenzio e sono scesa a fare colazione con mamma, lei sempre in piedi prima di tutti: aveva già preparato il caffè, una crostata e un dolce allo yogurt. Ho scoperto che usa così, per essere pronti a ricevere non solo parrucchiera e truccatrice, ma anche tutti gli amici che sarebbero passati a trovarci. Un caffè in silenzio, come se fosse una qualsiasi mattina tra mamma e figlia, e poi improvvisamente è iniziata una giostra che ha smesso di girare solo a tarda sera.
Chiara e Giulia, le due amiche che si sono occupate dell’acconciatura e del trucco, sono arrivate per prime, trasformando il soggiorno dei miei in un salone di bellezza. Poco dopo sono scese Claudia, mia sorella, e l’altra Claudia, la cugina di Tommaso, le nostre due testimoni tuttofare, poi via via nel corso della mattina sono apparse sulla porta anche Regula, Sarka, Laura, Valeria, Anna e Lauretta. Mamma faceva gli onori di casa, nonna sostava in piedi da una parte, già pronta di prima mattina, con una vestaglia rosa sopra al vestito, per non sporcarsi.
In tutto questo, mancava Noa, che la sera prima aveva dormito con Tommaso.
È entrata poco dopo, dando una testata alla porta di cucina, come al suo solito, tutta emozionata come se sentisse anche lei che quello era un giorno importante per tutti noi. Nascondeva un bigliettino nel collare, un modo di Tommaso per far passare le comunicazioni attraverso le linee nemiche. Lì ho iniziato a commuovermi e non ho più smesso.
Mi sentivo la protagonista di uno di quei film che hanno contribuito alla mia educazione sentimentale, quelle commedie in cui sai già come andrà a finire. Ripenso spesso a quelle ore, ma ho una visione annebbiata, a volte per le lacrime di emozione, altre per il trucco, la lacca e la sveglia all’alba.
Arrivate le dieci, sembrava che fosse scoccata la mezzanotte per Cenerentola. Tutti si sono dileguati, sparendo in una scia di profumo, per cercare un posto in chiesa.
Siamo rimasti io, babbo e Noa. Andrea, il nostro amico che si è prestato a fare il fotografo della giornata, mi ha fatto promettere di non muovermi fino al suo via: d’altronde la chiesa era a cinque minuti da casa, dovevo solo avere pazienza.
Ho appoggiato il bouquet sul pozzo e ho iniziato a camminare avanti e indietro, salutando i vicini che si affacciavano stupiti, controllando spasmodicamente il velo e la treccia, con babbo che fremeva per partire, per accompagnarmi lungo la navata della chiesa. Una camminata molto breve, viste le dimensioni della chiesina di campagna di Mensanello.
Quando è arrivato il via libera di Andrea, ho salutato Noa con un bacino sul naso, ho fatto un respiro grande e sono corsa in macchina cercando di infilare il vestito bianco nella 500 e siamo partiti.
La 500 Abarth prestata da mia zio ha percorso le poche curve che ci separavano dalla chiesa in un battibaleno.
All’arrivo c’erano tutti gli amici e i parenti, sorrisi, applausi, un sole accecante, auguri gridati da lontano, facce amiche e rassicuranti, il braccio di mio babbo a cui aggrapparmi, il velo da sistemare, i tacchi su cui cercare di avere una camminata il più naturale possibile, e una mano libera che nelle mie infinite prove mentali di quel giorno non c’era. Stavo forse sbagliando qualcosa?
Il bouquet! I left my bouquet at home! ho gridato a Regula. Il bouquet era rimasto sul pozzo.
Il panico è serpeggiato tra gli invitati, abituati alle scene di isteria delle spose moderne. Io ho iniziato a ridere. C’è sempre qualcosa che va storto in un matrimonio, tanto valeva che fosse quello, anche se avevo scelto il bouquet mesi prima, comprato su Etsy insieme ai fiori per i capelli, per il collare di Noa, per le testimoni e per le boutonnieres di sposo e babbi.
All’improvviso è spuntata una nipotina, Sara, che mi ha portato, raggiante, un bouquet. Come mai c’era un bouquet in più? Mia zia glielo aveva dato in modo che anche lei avesse un ruolo, visto che sua sorella avrebbe portato le fedi in chiesa. Nessuno aveva però immaginato un’entrata in scena così trionfale. Sara aveva il sorriso di chi ha appena salvato un matrimonio di fronte a più di cento invitati. Non camminava, volava. Ho afferrato il bouquet di scorta, mi sono appoggiata a babbo e siamo entrati in chiesa sulle note dell’Ave Maria cantata dalla nostra amica Valentina.
Tommaso era lì, emozionatissimo, mi guardava, mi ha stretto la mano e non me l’ha più lasciata.
Sono passati quattro mesi esatti da quel giorno. Ogni tanto riguardo le foto per ricordarmi che è successo davvero, non solo nella mia immaginazione. Per davvero ho indossato l’abito bianco con il velo, per davvero ci siamo sposati nella chiesina di Mensanello, per davvero ce l’abbiamo fatta nonostante le liste, gli impegni, gli imprevisti. Abbiamo voluto un matrimonio che ci somigliasse, semplice, caldo, casalingo, nostro.
Ha richiesto più impegno di quanto avessimo preventivato, però ce l’abbiamo fatta grazie all’aiuto di tanti amici che hanno contribuito a rendere questo giorno ancora più speciale.
Abbiamo sentito il clima di festa per le settimane a venire, ci sentivamo sempre appena sposati, in diritto di festeggiare e festeggiarci. Oggi, a distanza di quattro mesi, quando la vita normale e il lavoro hanno già preso il sopravvento, scrivere questo post mi è servito a ritrovare, intatta, tutta l’emozione di quel giorno.
Come ti avevo promesso qualche mese fa, ecco qualche foto e qualche dettaglio in più su menu, location e, soprattutto, sulla torta nuziale!
La location, Mensanello
Mensanello è un agriturismo, una fattoria toscana. Usiamo il loro vino e il loro olio durante i nostri corsi di cucina, apriamo la loro birra quando facciamo la pizza nel forno a legna. Li consideriamo amici, e siamo felici di poter crescere insieme, in questa parte di Toscana meno conosciuta, sostenendoci a vicenda, dandoci una mano quando necessario e stappando insieme una bottiglia di birra a cena, perché è così che nascono le idee migliori.
Tommaso ha buttato lì l’idea di sposarci davvero dopo che siamo stati a festeggiare il matrimonio dei nostri amici Marta e Conrado proprio a Mensanello. Ci ho messo un po’ a realizzare che quella era una proposta, fatta nel nostro stile, ma Mensanello è stato fin da subito incluso nella pianificazione del matrimonio, anche perché la chiesetta nella quale volevamo sposarci era proprio lì, di fronte all’agriturismo. Ci piaceva l’idea di arrivare e rimanere in un solo luogo, all’interno di un villaggio, perché fosse proprio un matrimonio di campagna.
Le decorazioni
Siccome il matrimonio aveva preso fin da subito il tono del fatto in casa, anche lo decorazioni lo sono state. Abbiamo raccolto barattoli, vasi e bottigliette per tutta l’estate, abbiamo comprato candele e portacandele, i fiori al mercato la mattina prima del matrimonio e un’intera macchina di vasini di erbe aromatiche alla Cooperativa di Legnaia a Firenze. Una sessione di consigli con Luisa de Il Rigo e una sua idea di decorazione scarabocchiata su una tovaglietta di carta gialla ci ha dato la fiducia necessaria a prendere in mano la situazione.
Le due Claudie la sera prima hanno raccolto rosmarino, cedrina e salvia ananas in giardino e qualche fiore spontaneo in giro per Mensanello e poi hanno composto i vasi che, alternati alle aromatiche infilate in un sacchetto di carta, avrebbero decorato tutti i tavoli. Sui tavoli tovaglie bianche e runner di iuta. Abbiamo finito di sistemare tutto la sera alle 10, siamo tornati a casa e ci siamo salutati. Ci saremmo rivisti la mattina dopo, in chiesa.
Regula e Bruno, oltre a fare il design degli inviti basato sui fiori dipinti a acquerello dalla mamma di Tommaso, hanno preparato metri e metri di bandierine per decorare la veranda di Mensanello dove abbiamo mangiato. Nel pomeriggio di venerdì, mentre pensavamo ai fiori e alle ultime incombenze – ovviamente lo smalto che mi ero messa mi si è scheggiato innumerevoli volte -, Regula, Bruno, Sarka e Francesca hanno attaccato le bandierine e hanno trasformato una veranda di campagna in una sala da matrimonio inglese. È stato un matrimonio fatto in casa, sì, ma con l’aiuto di una squadra di amici preziosi e insostituibili.
Per le bomboniere, siamo rimasti in tema botanico.
Abbiamo scelto le piantine grasse del Giardino Sotto Vico, un giardino botanico che ha una collezione meravigliosa di piante grasse e succulente provenienti da tutto il mondo, che è anche un centro didattico, terapeutico, di incontro e di svago per bambini, adulti, anziani, scuole, centri per l’handicap e residenze protette, con l’obiettivo dell’inserimento lavorativo dei diversamente abili.
I formaggi
Pochi giorni prima del matrimonio siamo andati a Radicondoli, dai nostri amici di Podere Paugnano. Era il mercoledì sera, poco prima dell’ora di cena. La strada tra boschi e campi bruciati del sole era vuota, i finestrini abbassati, la luce già radente e rossa, come nei tramonti di fine estate. Di solito in macchina io e Tommaso siamo silenziosi, ma quel giorno stavamo ripercorrendo per l’ennesima volta tutte le cose da fare: i fiori, le piante aromatiche, i menù da stampare. Abbiamo passato settembre in uno stato perenne di liste da spuntare.
Arrivati a Paugnano, però, è scesa la calma. Dalla fattoria di Giovanni si vede Radicondoli, e poi solo vallate, boschi e campi. Il tintinnio delle campanelle delle pecore è uno dei pochi rumori che si sentono, insieme al belare lontano del gregge e al miagolio dei gatti, che ti corrono incontro appena scendi di macchina. Subito dopo i gatti, Giovanna con il suo sorriso e il suo abbraccio.
Ho conosciuto Giovanni e sua moglie Giovanna per caso, durante un Mercatale in piazza, ma da allora ho imparato ad apprezzare tutti i loro formaggi, i pecorini freschi e stagionati, la ricotta fresca, la robiola e il mio preferito, il raviggiolo freschissimo. Lavorano il latte quotidianamente, sia con caglio animale che vegetale, quello antichissimo, il primo che l’uomo abbia scoperto, ottenuto dal cardo selvatico, la cinaria cardunculus, chiamata presura in Toscana.
Sono gli unici in Toscana a produrre il pecorino di Lucardo, un antichissimo formaggio citato nelle novelle del Boccaccio fatto con caglio vegetale, l’infuso di pressura, con una lavorazione complessa e una stagionatura lunga in sacchetti di stoffa, un misto di lino e canapa. Viene un formaggio compatto, sapido, che dopo la lunga stagionatura ricorda vagamente il Parmigiano. Era tanto prezioso da essere addirittura usato come mezzo di scambio. E questo, ovviamente, non è mancato al nostro matrimonio, insieme a un pecorino fresco, uno stagionato e una robiola dalla buccia fiorita.
Abbiamo servito i formaggi di Paugnano con una selezione di mieli e confetture.
C’era il miele che Marta e Conrado, due nostri carissimi amici, ci hanno regalato, fatto anche con i fiori delle nostre acacie. C’era anche la confettura di cipolle di Certaldo, un classico da qualche anno di ogni corso di cucina, e la confettura di pomodori piccante, che invece ho fatto per la prima volta quest’estate.
I ravioli di ricotta
Prima di capire quanta organizzazione, liste e tempo richiedesse l’organizzazione di un matrimonio, pensavo che avrei voluto cucinare per tutti gli ospiti. Sì, mi ci sarei sicuramente divertita, e mi vedevo a portare in tavola un vassoio di lasagne con un grembiule macchiato di sugo legato sopra al vestito da sposa. Quando però abbiamo iniziato a pensare di sposarci proprio a Mensanello, mi sono resa conto che il non dover cucinare ma il poter seguire da vicino il menù, la scelta degli ingredienti e il poter contribuire in qualche modo al risultato finale era la soluzione migliore per non impazzire. Per fortuna per una volta sono stata ragionevole.
Al nostro matrimonio volevamo che ci fosse la pasta fatta in casa, i ravioli. E abbiamo deciso di farli noi, semplicissimi, con la ricotta fresca di Paugnano.
E così la sera prima del matrimonio ci siamo presentati a Mensanello con una decina di buste di ravioli, preparati qualche settimana prima, congelati e pronti per essere serviti con un ragù di maiale in bianco.
Ne ho assaggiato solo uno il giorno del matrimonio, perché come tradizione vuole abbiamo passato più tempo in giro per i tavoli a chiacchierare che seduti a mangiare. Ovviamente ne sono avanzati un bel po’ di quei 1.500 ravioli, li stiamo ancora mangiando.
La torta e il buffet dei dolci
Ho conosciuto Emanuela ai tempi del forum de Il Cavoletto di Bruxelles. Ci siamo incrociate per anni tra corsi di cucina e amiche in comune e, alla fine, siamo diventate amiche.
Emanuela è pasticciera da poco più di un decennio, ma è da sempre appassionata di impasti e forni accesi. Più conosciuta come La Dolce Peonia, il nome del suo laboratorio che è diventato poi anche il suo. Oggi è una pasticciera in movimento, divisa tra corsi, collaborazioni fatte di biscotti e torte e continua formazione, con frequenti fughe parigine.
È stata una delle prime amiche a sapere che ci sposavamo, con un anno in anticipo, perché non potevo immaginare nessuno più adatto di lei per fare la nostra torta nuziale.
Dopo un giro di email e di assaggi, siamo arrivati alla decisione finale su quale sarebbe stata la nostra torta: un biscuit al cioccolato fondente, bagnato con lo sciroppo di arance avanzato dalla canditura delle scorze, una crema di ricotta dell’Appennino con gocce di cioccolato come farcitura e, come copertura, una ganache di cioccolato bianco alla vaniglia. Una torta non troppo dolce, leggera, che è piaciuta veramente a tutti: nel video del matrimonio si vede mamma che passa e ci dice chiaramente: mmmhh buona la torta!
Ne abbiamo congelato un pezzettino che mangeremo il prossimo 22 settembre, per festeggiare il nostro primo anniversario.
Oltre alla torta Emanuela ci ha preparato anche dei piccoli choux craquelin con chantilly al mascarpone e marmellata di arance, biscotti secchi al caffè, zezettes, e bicchierini di cheesecake alla ricotta, da accompagnare con i nostri liquori fatti in casa: limoncello, nocino, liquore al bergamotto e alla verbena.
P.S. Hai visto che Emanuela sarà al nostro studio sabato 16 febbraio per un corso di cucina sulla pasta sfoglia?
Scene da un matrimonio
I nostri amici Sarka e Pavel ci hanno anche regalato un video della giornata: non so quante volte l’abbiamo già rivisto, racconta perfettamente come ci siamo sentiti e quanto ci siamo divertiti.
Mi sono commossa!
Siete raggianti e meravigliosi! É bellissimo questo racconto….vi auguro tutto il bene del mondo!!
Ricordo quando venni con Corrado e Cecilia ad uno dei primi fettunta party e guarda ora…quanti cambiamenti, bellissimi ed un blog sempre in forma. Nel frattempo anche io ho aperto il mio piccolo blogghino, se vuoi passare ho postato una soffice ricetta, un tuo commento sarebbe il massimo! grazie e complimenti….
Giulia mi sono super commossa! … sarà che anch’io ho iniziato a muovere i primi passi in questa direzione…Ti faccio ancora tanti auguri, siete bellissimi e raggianti!
Per ora ho letto qualche riga e guardato il video del matrimonio, appena ho tempo lo faccio con calma!!!
Eccomi! A parte il fatto che nel frattempo stanotte ho sognato che io e mio marito ci sposavano di nuovo per suo volere(dopo 30 anni), è che lui aveva scelto una “location” mooooolto rustica che non era proprio nelle mie corde ma continuavo a ripetermi che se era ciò che desiderava questa volta avremmo fatto come voleva lui…(ora che ci penso non è che la nostra fosse tanto diversa..)Credo il sogno sia scaturito proprio dal fatto che il tuo è stato un matrimonio semplice come non mi sarei aspettata vedendo ciò che combinano oggi le giovani coppie “famose” è per me voi eravate una di quelle ? però è stato un matrimonio bellissimo a vedere dal video! Ho immaginato di fare altrettanto per le mie figlie. Quanto all’agriturismo Mensanello mi ha incuriosito molto e potrei sceglierlo come meta per la mini gita in programma per questa primavera.
P.s. io ad ogni annversario tiravo fuori l’abito da sposa e lo indossavo di nuovo, questo almeno per i primi 10 anni…
Bellissimo, veramente complimenti. Grazie per aver condiviso.
Giulia, non ho mai commentato i tuoi post, ma questo è davvero commovente e vorrei dirtelo! siete bellissimi, deve essere stata una giornata fantastica per voi e per tutti gli invitati! un posto da sogno, un matrimonio semplice, come dici tu, ma davvero invidiabile e indimenticabile, altro che Fedez e Ferragni! 😉
Per non parlare poi della colonna sonora del video, una delle mie canzoni preferite, ci sta a pennello! Tantissimi auguri di tanta felicità!
cuori cuori cuori a profusione!
grazie per aver condiviso il vostro Big Day. E non sto piangendo, è che mi è entrato un bouquet in un occhio…
Giulia bellissimo!!!!! Il video stupendo in pochi frammento sono riusciti a trasmettere l’atmosfera di gioia.. semplice e soprattutto familiare di questa splendida giornata!! Mi sono commossa… Poi con il secondo bouquet della nipotina Sara non ti dico le lacrime di tenerezza ❤️
Un abbraccio grande grande ?
Faby
Siete molto belli. Augurissimi!
Che bel racconto di una giornata indimenticabile! Leggendolo, sembrava di essere lì con voi. Ancora auguri, siete una coppia bellissima!!
Un racconto unico per un matrimonio davvero incantevole, che belli!