La torta di riso toscana della mia infanzia
Raccontarvi di questo dolce è un po’ come aprire la porta di casa mia, farvi vedere il camino di fronte al quale si metteva sempre nonno con le mani dietro la schiena per scaldarsi, o offrirvi un orzo nel bicchierino di latta che usava nonna quando ero piccina. È come fare la strada di casa al ritorno da scuola con voi, con lo zaino sulle spalle salutando i vicini che tendono i panni dalla finestra. È un dolce che facciamo spessissimo, buono e semplice, a base di riso. È uno di quelli che riescono sempre, che si fa voler bene per il suo sapore dolce e la sua consistenza particolare.
A mamma piace la parte centrale, dove lo zucchero si caramella sopra al riso, a me invece il guscio di pastafrolla bricioloso e profumato d’arancio.
Certo quello che vi presenterò non è il modo canonico per fare la pasta frolla, è il metodo che seguiamo in casa da quando ricordo, e ormai fare la pasta frolla così è come guardare un video di quando siamo piccini, quelli dai colori brillanti e dove le voci fuori campo ti ricordano persone che a volte non ci sono più ma che rimangono per sempre nel tuo cuore: è un mantra rassicurante e oggi la facciamo insieme!
La torta di riso
Ingredienti
- riso originario, 300 g
- latte, 1 l
- un cucchiaio di liquore a piacere
- scorza di un limone
- uova, 2
- zucchero, 5 cucchiai
Per la pasta frolla:
- farina, 300 g
- zucchero, 150 g
- burro a temperatura ambiente, 150 g
- uova, 1
- lievito, 1 cucchiaino
- scorza di arancia grattata
- sale, 1 pizzico
Istruzioni
- Per prima cosa prepara la pasta frolla. Metti la farina a fontana su una spianatoia e fai una fossetta nel centro. Lì metti zucchero, lievito, sale, scorza di arancia grattata e burro a temperatura ambiente a pezzettini. Comincia a lavorare velocemente con le mani la farina con il burro, formando delle briciole.
- Sbatti l’uovo per qualche secondo con una forchetta in un piatto, versalo sulle briciole e con le mani unisci il tutto, formando una palla omogenea di pasta. Avvolgila con la pellicola e lasciala riposare in frigo.
- Mentre la pasta frolla riposa, metti il latte in una pentola capiente con il fondo spesso e portalo ad ebollizione con una buccia di limone. Quando comincia a bollire, versa il riso e portalo a cottura (dipenderà dal tipo di riso che hai scelto, ma deve cominciare a disfarsi quasi, come per le frittelle). Quando è cotto, spengi il fuoco e aggiungi 3 cucchiai di zucchero: mescola bene e lascialo raffreddare.
- Una volta freddo, aggiungi 2 tuorli e altri 3 cucchiai di zucchero, nonché un cucchiaio di liquore. Mescola con un mestolo di legno finché non è omogeneo. Monta le chiare a neve e aggiungile delicatamente al riso.
- Stendi la pasta frolla e fodera una teglia imburrata e infarinata di circa 26 - 28 cm di diametro: lo spessore della pasta deve essere molto sottile e fodera anche il bordo, lasciando un po’ di avanzo. Versa il riso dentro la pasta frolla, ripiega un po’ dell’avanzo della pasta frolla sopra il riso ed inforna a forno caldo a 170°C per circa 40 minuti.
- Lascia raffreddare e spolvera con lo zucchero a velo per servire.
Trovate un’altra versione di questa torta qui. Qui invece i piccoli budini di riso.
Ne volgiamo una fetta anche noi! sembra buonissima: dolcissima e friabile! non siamo mai state capaci di prepararla..ma la tua sembra divina!!
un bacione
Che buona la torta di riso, è uno di quei dolci che mi portano subito all’infanzia!!! L’unica differenza con quella che mangio di solito è la presenza della pasta frolla. A bologna la sitrova solo il ripieno cotto in teglia. Comunque penso che il sapore caramelloso e avvolgente sia lo stesso 😉
bacioni e buona giornata
fra
Non sono mai riuscito a fare una torta di riso decente, magari seguendo passo passo la tua ricetta potrei riuscire in questa impresa!!!!!
La segno subito e la provo il prima possibile perchè dalle foto sembra veramente buona!!!
Ciao Juls,
volevo farti i complimenti per il tuo blog.
Non solo ci sono tante ricette della tradizione toscana, ma con il tuo modo di raccontarle, spesso mi tornano alla mente tantissimi ricordi 🙂
Ho assaggiato una volta sola, la torta di riso con il guscio di pasta frolla…ricordo ancora il sapore…quella che faccio io invece, è senza guscio.Versione pistoiese,anche se vivo a Prato 🙂
Un bacio Aurelia
Che ricordo delle tortine di riso che mangiavo da piccola in pasticceria!:)
buona la versione in grande :)))
la proverò per immergermi pure io nei ricordi!:)
Anch’io mangiavo le tortine di riso (i risini!) in pasticceria. Di forma ovale, rimangono il ricordo più coccoloso che ho di Mantova. In realtà non è una cosa complessissima da fare, ma non so perchè, non ho il coraggio di violare la magia…
la voglio provare ! grazie
@ Manu e Silvia: è più lunga a dirsi che a farsi! provate
@ Fra: anche qui esiste anche quella versione, e poi c’è chi aggiunge uvetta ammollata in qualche liquore, o gocce di cioccolato…
@ Matteo: dai fiducia a Nonna Menna e vedrai che questa è a prova di bomba!
@ Aurelia: ciao e bentrovata! grazie per la visita, sono passata da te e vedo che abbiamo molto in comune!
@ Terry: anche io! anche io! devo provare la versione piccola!
@ Virgi: noi si chiamavano i risottini, e me li comprava sempre zia a San Gimignano… sai che anche io non li ho mai fatti? eppure.. sarebbero così semplici!
@ Alessandra: prego!
ciao bimba!!!! sei guarita? spero di si perchè ad una torta di risoè impossibile rinunciare!!!!!! baci 🙂
La torta di riso da noi a Bologna è un po’ diversa, come dice Fra infatti non c’è la pasta frolla. Viene chiamata anche torta degli Addobbi, in onore di una festività cristiana. Anche a me ricorda molto la mia infanzia, perché questo dolce non mancava mai in casa mia! Credo che con questo guscio di pasta frolla sia ancora più buona, bravissima 🙂 Molto bello anche il post, ti ho letta con piacere 🙂
che bello il tuo racconto!! il camino, tuo nonno, la tazza di orzo!!! sembrava di essere lì accanto a te e guardare questi meravigliosi momenti!! sai sempre come emozionarmi con il tuo modo soave di raccontare!!!grazie!!
la torta è meravigliosa!! la proverò pensando a te e ai tuoi bellissimi ricordi!
buona giornata Juls!!!
é il genere di dolce che amo, genuino e con la tradizione come ingrediente principale!
post bellissimo! mi sono rimaste in mente delle bellissime scene familiari.
Mi sono segnata la ricetta, e spero di potern godere del “calore” di quests torta!
che buon profumo che hanno le ricette di famiglia e questa, con le scorze di agrumi, profuma particolarmente
Ciao giuro che dal titolo pensavo che stessi parlando di una torta salata!!! Questa dolce non l’ho mai assaggiata… è da provare al più presto!!! un abbraccio
E io che in casa tua ci sono entrata non posso che commuovermi di fronte alla dolcezza dei ricordi che hai evocato. Un bacio a te e alla tua meravigliosa famiglia
Ciao Juls’, grazie di averci aperto la porta della tua casa e di aver condiviso dei ricordi cosi’ belli e preziosi,……..un mantra che tocca il cuore.
Grazie per la ricetta, cerchero’ di farla al piu’ presto. Devi sapere che fin da bambina andavo pazza per le pastine di riso, mitiche a Venezia; la mia prima esperienza in cucina, avevo nove anni, la torta di riso, e qui in Olanda uno dei dolci tipici e’ la torta di riso con la frolla, come la tua. Un destino , il mio!
Un abbraccio
Buona, buona, buona. E’ una delle poche cose dolci che mangio.
Niente zucchero a velo per me, please, ma bagnare con te’ matcha freddo non zuccherato…..
Come per Matteo, anche a me la torta di riso non è mai venuta bene, mai come dico io! Questa invece sembra proprio bella, e poi diciamo che mi fido, mi sembra una ricetta di famiglia piuttosto collaudata!!!
Mi hai conquistata. Un risolatte dentro un guscio di pasta frolla, come si fa a non amare questa crostata?
Questo non rientra nei tuoi (dolcisssimi e commoventi, tra l’altro) ricordi, ma se volessi frullare il composto prima di metterlo dentro la base… che ne diresti?
Un bacione, a presto!
che bellissimo post Juls, ti sei superata! ( e mi hai fatto fare anche una lacrimuccia, a questa burberaccia di cavoliamerenda…)
@ Babs: sì twin, ora son guarita! però era più facile far la dieta quando non si aveva fame!
@ Fiordifrolla: voglio assaggiare anche quella di Bologna!! e non vedo l’ora di venire a Bologna così un giorno vi conosco tutte!
@ Chiara: buona giornata a te tesoro! grazie
@ Gloria: bellissima definizione! la tradizione come ingradiente… mi piace proprio!
@ Alem: spero possa piacerti! è un dolce davvero al sapore di casa!
@ Lise: in effetti le scorze sono meravigliose, la arricchiscono tantissimo!
@ Luciana: sai che non c’avevo mai pensato? sono così abituata a conoscerla solo come dolce che non avevo pensato potesse essere anche salata!
@ Onde: appena torna primavera organizziamo di nuovo “un’invasione”.. non vedo l’ora di rivedervi tutti!
@ Barbara: davvero?? pensa te, non l’avrei mai fatto un dolce simil olandese! felicissima che ti sia piaciuta!
@ Corrado: ogni volta mi stupisci!! matcha freddo non zuccherato! lo devo provare!
@ Olivia: come dice la Viz, collaudaterrima! provala!
@ Rosmarina: ..che forse sarebbe ancora più vellutata! provala frullata e farmi sapere, lo devo dire a nonna!
@ Cavoliamerenda: grazie Chiara!!! e non mi venire che sei burbera dopo il post della doccia e la ricerca degli stampini a cuore! 😉
senti, giulia, parliamone
se mi porto un sacco a pelo mi fai stare da te?
e visto che mi hai citata, la ricetta è copiaterrima (il che vuol dire che ora è salvata nella cartella dei preferiti che ho chiamato DA RIFARE)!
Viz!! ma vieni per davvero!! altro che sacco a pelo!
Jul’s, questo dolce mi riporta a periodi lontanissimi, quando ero una bimba, la mia mamma faceva spesso il dolce di riso ed è vero proprio come dici tu.
Un dolce casareccio, genuino che parla della casa:
Complimentiiii!!!!!
Ciao sono una tua fan da poco ..da quando Ilaria mi ha parlato di te
congratulazioni per il tuo sito e.. Ila da anni mi chiede una torta di riso che le avevo preparato molti anni fa ma di cui avevo smarrito la ricetta , dunque la provo subito e poi ti facci sapere
in caro abbarccio alla tua mamma e sorellona
Teresa da Radda
@ Stefania: grazie!! come sempre abbiamo in comune tante ricette e ricordi!
@ Teresa: ciao! ma che carina Ilaria! adesso ti scrivo!
Ehi, fatta e postata 🙂
http://rosmarina90.blogspot.com/2010/02/crostata-coccolosa-dellinfanzia-riso.html
Grazie a te e a nonna Menna!!
Ma che bel racconto.
DAvvero mi è sembrato di camminare con te e di arrivare a casa per mangiare una fetta di questa torta, che deve essere davvero buonissima.
Sono arrivata qui saltellando di blog in blog, ma adesso segno l’indirizzo e tornerò a trovarti!
nasinasi
p.s. la torta la copio per me!
Ti ho scoperto appena venerdì, ma ho già copiato la tua torta di riso! L’ho fatta ieri, buonissima meravigliosa. Peccato che avevo finito lo zucchero a velo (quello del pandoro ti resta in casa per anni e non sai che farci, quando ti serve e lo vai a cercare ti rendi conto che è finito, ma non ti ricordi di averlo mai usato…).
L’unica cosa, il ripieno mi è sembrato un poì troppo asciutto, deve essere proprio così?
Grazie per la dolce merenda che abbiamo fatto ieri!
France
ciao, meglio mettere meno riso (es. 250 g) e aggiungere più aromi, in modo da ottenere più cremosità. il riso non si dovrebbe più distinguere chiaramente.
La torta di riso può diventare “una leggenda”se provi a realizzare tutte le ricette che incontri ma nessuna corrisponde,non è lei.La torta di riso di NONNA MENNA aveva già un sorriso sulla ricetta…ammiccava.Posso dirlo? Leggendaria.Grazie,at salut
Che delizia questo blog!! L’ho scoperto solo quattro giorni fa e già ho realizzato due delle tue ricette (scelte tra quelle toscane, che adoro!!): inutile dire che sono state dei successi incredibili!!. Graziee!!
Mentre scorrevo i vari post sono incappata in questa meravigliosa torta ed ho capito quale sarebbe stato il mio prossimo exploit culinario!
Per anni la tortina di riso è stata la mia colazione preferita, soprattutto quando andavamo in viaggio con la famiglia a trovare i parenti a Siena, o la mattina prima di andare a scuola..
Non so perché l’adorassi tanto, forse perché era leggera ma allo stesso tempo sostanziosa ed era un piacere affondare i denti nel ripieno al riso soffice e profumato.
Spinta dal “sapore” dei ricordi, che con gli anni fortunatamente non si è affievolito ^_^’, ho deciso quindi di mettermi al “lavoro”. Ho seguito religiosamente tutte le istruzioni ed infine ho infornato la torta….nel giro di mezzora in casa eravamo già tutti con l’acquolina in bocca per il profumo che il dolce cuocendo aveva sprigionato e così, subito dopo la zuccherata finale, nessuno è più riuscito a trattenersi e ci siamo tagliati una bella fetta di torta ciascuno!!
Avendola cucinata io mi sono sentita un attimo in imbarazzo, pensando che forse la frolla non era cotta perfettamente o che il ripeno fosse troppo compatto, ma le facce deliziate di chi aveva assaggiato la torta diceva tutto il contrario. Per conferma ho dato un morso anche io e quasi non credevo alla bontà della torta che stavo mangiando!!
Era proprio LEI, la mia tortina di riso, in formato famiglia certo, ma dal sapore inequivocabile.
Ti lascio quindi questo messaggio per ringraziarti (a nome di tutti) di averci dato la possibilità di riscoprire un dolce tanto buono e che di certo non mancherà più di allietarci di tanto in tanto!!
Ciao!!
Ciao Julia, mi fa un gran piacere ricevere il tuo messaggio, ma che dico messaggio, questa è una missiva a tutti gli effetti! prima di tutto grazie per la fiducia, mi fa sempre piacere sapere che le ricette funzionano e che viaggiano di famiglia in famiglia.
Hai provato la ricette per i budini di riso? capisco benissimo il tuo amore per questa torta, è qualcosa che va al di là del sapore, è proprio pe ri ricordi che suscita!
E per concludere, sono io a ringraziarti di nuovo, a rileggersi!
buona serata
Giulia
[…] La torta di riso toscana della mia infanzia. Raccontarvi di questo dolce è un po’ come aprire la porta di casa mia, farvi vedere il camino di fronte al quale si metteva sempre nonno con le mani dietro la schiena per scaldarsi, o offrirvi un orzo nel bicchierino di latta che usava nonna quando ero piccina. È come fare la strada di casa al ritorno da scuola con voi, con lo zaino sulle spalle salutando i vicini che tendono i panni dalla finestra. […]