La torta di riso di Ada Boni. Da fallimento a successo
Questa torta di riso è stata un fallimento. Avete presente quando leggete una ricetta e vi fate un’idea precisa nella mente, un’idea che dipinge nei dettagli il profumo che deve avere, la consistenza del ripieno, la friabilità della crosta e anche il rumore che fa la forchetta quando ne stacca delicatamente un pezzetto? Ecco, io mi ero fatta un film ben preciso, mi aspettavo un successo anche perché ogni ricetta fatta dal Talismano di Ada Boni mi ha sempre lasciata entusiasta.
Sempre, tranne questa volta. La frolla era ben lontana dall’essere friabile, requisito per me essenziale, il ripieno di riso era troppo umido, tanto da rasentare il crudo, mentre la fetta appariva non compatta. Un incubo per una foodblogger alla ricerca dell’angolazione perfetta per una foto. Non ne ho fatto un dramma però. L’ho spolverata di zucchero a velo, l’ho ricomposta alla meglio dopo la foto e l’ho fatta raffreddare qualche ora prima di portarla ai miei. Volevo camuffare il fallimento, vedere se per due occhi esterni quella torta fosse deludente come lo era stata per me.
Secondo voi ci sono riuscita?
Ovviamente non sono riuscita ad ingannare i miei, anche perché in famiglia abbiamo standard altissimi per questo tipo di dolci, visto che nonna è l’autrice di una torta di riso che in popolarità e apprezzamenti è seconda solo ai suoi bignè. Eppure volevo rifarla, non solo perché la torta di riso era il modo migliore per concludere il menù per Curtiriso, ma anche perché non mi arrendo di sicuro di fronte al primo fallimento.
Torta di riso doveva essere, e doveva essere come quella di nonna, se non migliore. Quando sogno, sogno in grande.
Prima di tutto ho ridotto la quantità di zucchero, perché per i miei gusti, o semplicemente per i gusti contemporanei, tutto quello zucchero e la frutta candita la rendevano decisamene stucchevole. Ho poi adottato la mia frolla, quella che mi salva in ogni occasione, facendone un po’ in più e usandola per una crostata, di cui vi parlo più sotto. Ho anche cambiato tempi e modalità di cottura, perché come ha detto giustamente babbo quando l’ha assaggiata, i tempi son cambiati, e ti devi adeguare ai forni moderni. Forse il forno di una stufa a legna dei tempi di Ada Boni avrebbe asciugato meglio la torta, senza lasciarla così umida.
Nonostante questi piccoli aggiustamenti quello che ho mantenuto è stato la cottura in bianco del guscio di frolla, cosa che nonna non fa, ma che ha lasciato una frolla friabile e un interno compatto ma quasi fondente. Quello che mi aspettavo. Mamma l’ha assaggiata di nuovo e ha sentenziato: brava, è come quella di nonna, forse anche meglio. Direi che ho raggiunto il mio obiettivo, e con questa ricetta concludo degnamente un menù a base di riso che mi ha fatto scoprire ricette della tradizione e mi ha fatto apprezzare il loro legame al territorio e il loro sapore antico.
Sul riso da usare non ho avuto dubbio, visto che in casa ne abbiamo sempre una scorta per fare frittelle, torte di riso e riso al latte, il riso Originario. Riso della tradizione contadina caratterizzato da una grana tonda e da un aspetto perlaceo. Altamente versatile e con buona capacità di crescita durante la cottura risulta ideale per minestre e minestroni, riso al latte, gratinati, ripieni, torte di riso, crocchette ed arancini.
La torta di riso di Ada Boni
Ingredienti
Ingredienti per la frolla
- 300 g di farina 00
- 150 g di zucchero
- 150 g di burro, a temperatura ambiente
- Scorza grattata di un limone non trattato
- 1 pizzico di sale
- 1 uovo, a temperatura ambiente
Ingredienti per il ripieno di riso
- 750 ml di latte intero
- 1 pizzico di sale
- 100 g di riso Originario
- 2 cucchiai di zucchero
- 2 uova
- 20 g di burro
- 50 g di uvetta, opzionale
- ½ bicchierino di vinsanto
Istruzioni
- Comincia per tempo preparando la pastafrolla, perché dovrà riposare in frigo per almeno un'ora. Unisci farina, zucchero, e un pizzico di sale, poi aggiungi il burro e lavoralo leggermente con le dita insieme agli altri ingredienti fino ad ottenre un impasto bricioloso. Aggiungi l'uovo leggermente sbattuto e lavora ancora gli ingredienti quel tanto che basta a formare un impasto omogeneo. Forma una palla, schiaccialo un po', avvolgilo nella pellicola e lascialo riposare in frigo per almeno un'ora.
- Passato questo tempo toglilo dal frigo, lavoralo leggermente per ammorbidirlo e poi stendilo su una superficie infarinata in uno spessore di 5 mm.
- Ungi o fodera con la carta da forno uno stampo a cerniera da 20 cm di diametro e ricoprilo con la pastafrolla. Copri anche l'interno di carta da forno, riempilo di fagioli o ceci secchi e cuoci in forno a 175°C per circa mezzora, finché non sarà dorato.
- Mentre la pastafrolla cuoce, prepara il ripieno. Cuoci il riso con il latte e un pizzico di sale a fuoco basso, finché il riso non sarà morbido e il latte non sarà stato quasi del tutto assorbito. Non lo perdere d'occhio e mescola spesso perché il riso è traditore, e tende ad attaccarsi.
- Quando è pronto toglilo dal fuoco, lascialo raffreddare leggermente e poi aggiungi i tuorli, lo zucchero, il burro e il vinsanto. Se vuoi aggiungere l'uvetta, questo è il momento. Alla fine incorpora delicatamente i due albumi montati a neve.
- Togli i ceci dal guscio di pastafrolla, riempilo con il riso e livella la superficie con un coltello. Cuocilo in forno caldo a 175°C per 30 minuti, finché non sarà dorato in superficie.
- Toglilo dal forno e lascialo raffreddare prima di servirlo. Puoi decorarlo con zucchero a velo o lucidare la superficie con marmellata di albicocche.
Con la frolla che vi avanzerà da questa ricetta potete provare questa crostata velocissima, dal giusto forse un po’ autunnale: una base sottile e friabile, uno strato generoso di composta di mele selvatiche e una bella manciata di noci spezzettate con le mani. Si serve a quadretti per merenda, con un tè speziato o alla cannella. Provatela. Se volete gusti più primaverili provate marmellata di fragole e mandorle a lamelle, oppure
Adesso vi saluto perché scappo per un weekend a Venezia. Nonostante le scadenze pressanti del libro, i corsi di cucina e altri lavori, questa vacanza è tutto quello di cui ho bisogno in questo momento. Sono già stata a Venezia, e devo confessare che non mi ha conquistata, complice forse la giovane età e una nebbia che non mi faceva vedere al di là del mio naso. Sono pronta a darle una seconda opportunità, a farmi stupire e perché no, ad innamorarmi di un amore romantico e struggente.
Tornerò al solito piena di buoni propositi, di una rinnovata energia e pronta ad un ciclo di ricette a base di gelato… ma di questo vi parlerò dalla settimana prossima! Divertitevi e cucinate tanto questo fine settimana. Se avete suggerimenti di posti immancabili da provare a Venezia, sono tutta occhi, pronta ad ascoltarvi.
Uh se ne avrei di suggerimenti per Venezia 🙂 ma son sicura che Emiko farà da perfetta Cicerone! Enjoy my beloved hometown. x
L’aspetto è meraviglioso, si sente il profumo dalle foto! Si, direi che dall’aspetto è riuscita alla grande! Adoro le torte di riso, la devo provare assolutamente!!
Adoro anche Venezia, ci siamo andati quando ho scoperto di essere in dolce attesa! Vai, se puoi, all’Osteria Ca’ D’Oro (La Vedova), consigliata da caro amico veneziano, e assaggia un piatto con le “schie”.
Buoni spritz!
alla ca’ d’oro (la vedova) è di rigore l’aperitivo con le loro polpettine di carne. ma di rigore davvero, fidati e provalo!
per mangiare questo ma bisogna prenotare: http://www.lazucca.it/en
Se vieni a Venezia ti consiglio caldamente un’ ombra di vino e il baccalà mantecato da Alberto, in calle Giacinto Gallina. Ci arrivi dal ponte che si trova davanti alla chiesa di S. Giovanni e Paolo lasciandoti la chiesa alle spalle la trovi alla tua sinistra.
Ne vale la pena!
Poi da veneta non posso che consigliarti di visitare la Giudecca, il sestiere di Castello, la zona di Celestia e le Fondamente Nove 🙂
Buon week end!
Dai fallimenti nascono i successi, dalle cadute i voli più alti, dalle lacrime i sorrisi, dai forni ben regolati le torte migliori 😉
Ciao Jul,
io adoro Venezia e ci vado spesso, almeno una volta a stagione, perché la trovo splendida con ogni tempo ed ogni atmosfera, che siano dorati pomeriggi d’autunno o ventose mattine di primavera. Il mio consiglio è di andare oltre le parti più turistiche, oltrepassare piazza San Marco e l’Arsenale per scoprire zone silenziose ed appartate in cui perdersi tra calli e campielli (Castello, ad esempio, per me è un sestiere pieno di fascino). Se hai tempo, prima di partire ti consiglio di leggere il simpaticissimo libro di Tiziano Scarpa “Venezia è un pesce”: è breve, si legge in qualche ora (ad esempio durante il viaggio in treno verso Venezia, come avevo fatto io anni fa) e contiene tanti aneddoti e “chicche” interessanti e spassose. Bè, buona Venezia: sono certa che questa volta non ti deluderà!
bella e profumata.
quindi al frolla cuoce in totale circa un un’ora, giusto?
non si secca?
Ma…Venezia nella nebbia dà il meglio di sé!!
Sbagliando s’impara.. o no? 🙂 Visto che non ho mai assaggiato una torta di riso (che vergogna, lo so!) grazie ai tuoi consigli vedrò di rimediare.. e salutami Venezia!!! <3 <3
Giulia ho già provato la torta di riso che proponesti tempo fa ed era buonissima …la mangiai quasi tutta io pperché la mia famiglia non è abituata a queste ricette …però la tua crostata è veramente un buon metodo per le colazioni e merende di questi giorni …baci !!
Questa è una tentazione troppo grossa, cara mia Giulia ma come faccio a resistere??? La provo non posso esimermi!!
Baci
Enrica