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Il budino di ricotta di Pellegrino Artusi. Il mio rifugio nei giorni difficili

La cucina è da sempre il mio rifugio. Mi ricordo quando tornavo dall’ufficio demoralizzata o stanca: non c’era altro posto in cui avrei voluto essere se non tra le quattro mura della cucina di mamma. Spesso non mi cambiavo nemmeno, e aprivo il frigorifero con sollievo, quella luce azzurrina mi calmava e mi permetteva di cominciare a ragionare di nuovo con i miei ritmi e i miei valori. Mi risvegliava mamma che da dietro mi intimava di cambiarmi prima di mettermi a cucinare, altrimenti non sarebbe mai riuscita a togliere le macchie di unto dal golfino nuovo che portavo in ufficio. Si sa, son sempre stata maldestra in cucina.

Il budino di ricotta dell'Artusi

Salivo di volata in camera, indossavo la tuta o molto più spesso direttamente il pigiama, e tornavo in cucina, il mio regno, a far andare la realtà come volevo. Lì tutto era possibile. Mi sentivo finalmente in grado di dirigere gli eventi, proprio come facevo con risotti e pasta fresca, niente mi spaventava di fronte ai fornelli.

Artusi  Il budino di ricotta dell'Artusi

Mi sono chiesta tante volte se tutto questo sarebbe cambiato una volta che avessi trasformato la cucina in un luogo di lavoro: ufficio, laboratorio, set fotografico, tavolo attorno al quale chiacchierare, finestra dalla quale guardare il mondo e sognare. Negli ultimi due anni la cucina è tutto questo per me. E allora continuo a chiedermi: è ancora un luogo di rifugio? Sì, centomila volte sì.

Anche se devo preparare cinque ricette per scadenze sempre più vicine, anche se la luce delle foto non è quella che vorrei, anche se la realtà a volte è più difficile di quello che ci si aspetta, qui torno a ricaricarmi, a scegliere una ricetta per me, per il blog, per voi.

Abbandono per un po’ la frenesia del web e mi tuffo nelle pagine di Pellegrino Artusi. Adesso accanto al ricettario di nonna Marcella c’è anche quello della mia bisnonna Raffaella, la mamma di nonno Biagio. È arrivato da Melfi, avvolto in una busta per proteggerlo, mi è stato regalato perché credevano che avrei saputo come meglio usarlo e proteggerlo.

Il budino di ricotta dell'Artusi

Niente di più sbagliato. Non sono io a proteggere il libro, è lui che mi protegge, mi conforta, mi fa sentire parte di una famiglia dedita da sempre alla cucina, parte di qualcosa di grande e importante. Ieri ho sfogliato l’Artusi e ho scelto un dolce per me e per le persone che amo.

663. Budino di ricotta

Ecco un dolce senza fronzoli, che può anche essere servito così com’è, basta a se stesso con il suo aroma sottile di scorza di limone grattata e di mandorla. Qui l’investimento maggiore va fatto sulla ricotta, che sia di buona qualità. Una volta freddo assomiglia nella consistenza ad un cheesecake, le fette si sciolgono in bocca lentamente, riconciliandoti con il mondo.

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663. Budino di ricotta

Portata Dolce
Cucina Italiana
Preparazione: 5 minuti
Cottura: 1 ora
Tempo totale: 1 ora 5 minuti
Porzioni 6 persone
Chef Pellegrino Artusi

Ingredienti

  • 300 g di ricotta di pecora
  • 100 g di zucchero a velo
  • 100 g di mandorle sbucciate
  • 5 uova
  • Scorza di 1 limone non trattato, grattata
  • Burro e pangrattato per ungere uno stampo da budino

Istruzioni

  • Pesta le mandorle finissime in un mortaio con un albume. Unisci lo zucchero, la scorza grattata di un limone e la ricotta precedentemente setacciata per evitare grumi. Mescola e alla fine unisci anche le uova sbattute.
  • Imburra e spolvera di pangrattato uno stampo da budino e riempilo con il composto di ricotta.
  • Cuocilo in forno a 170°C per circa 1 ora, finché non risulterà asciutto dentro alla prova stecchino. Capovolgilo delicatamente su un piatto da portata e servilo freddo.

Note

Per velocizzare la preparazione io ho messo tutti gli ingredienti insieme in un frullatore e l'ho lasciato andare finché non ho ottenuto una crema omogenea.
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Informazione di servizio

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Questo articolo ha 20 commenti

  1. Oddio, non potevi scrivere post più bello nella sua semplice verità…come mi riconosco nelle tue parole… Ti seguo ormai da anni, ti ammiro per il coraggio che hai avuto nel cambiare la tua vita nella direzione che sentivi quella giusta per te e per la bellezza (e non dubito bontá!) delle tue ricette. Non ho mai commentato, per timidezza o paura di dire banalità, ma oggi le tue parole mi hanno toccato nel profondo e così volevo dirti: grazie! Un abbraccio, Chiara

    1. Grazie Chiara, è bello scoprire lettori silenti. Sapere che mi leggi da anni mi emoziona molto, ma è come se avessi sempre saputo che c’erano persone come te, siete voi che mi fate andare avanti!

  2. Anche per me la cucina è il posto più accogliente di tutta la casa. Quando qualcosa (in particolare il pane o un dolce) cuoce nel forno, mi siedo, al buio, a guardare lo spettacolo!
    Mi piacciono i libri che proteggono e mi piace l’Artusi
    Ciao
    Isabel
    PS anch’io in pigiama!!! 🙂

  3. Adoro i dolci semplici e confortanti, quelli di una volta, fatti di ingredienti genuini, come la ricotta.E
    Ecco, io per la ricotta ho proprio una venerazione, quindi mi sa proprio che questo budino lo proverò!

  4. Anche io Giulia mi rifugio in cucina quando faccio a botte con il mondo circostante o quando semplicemente ho necessità’ di recuperare me stessa persa chissà dove e perché …i tuoi sono stati carini a farti questo dono…hanno ragione ad averlo messo in buoneanimali!!!!

  5. Giulia, mi hai fatto emozionare…tanto.
    Quel budino, ma soprattutto quel libro mi ricorda tanto la mia nonna, è qua, al suo posto d’onore, lo sfoglio spesso con grande timore, le pagine ormai sono sgualcite, delicate come carta di riso, la copertina è una filigrana ormai, ma ho paura a farlo rilegare, temo che perda un pò di quel profumo di dolce, di marmellate, di nonna…

    Grazie mille per questa piacevole lettura 🙂

    Alice – http://www.salviarosmarino.com

  6. Ciao Giulia, bellissimo post, una domanda banale e se volessi omettere le mandorle … aggiungo stessa quantita di farina?

    1. Ciao Angela, credo proprio di sì ma non ho provato. Prova a sostituire in egual misura, ma prova con la farina di riso o magari la maizena!

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