La routine del mattino e il pan brioche al farro
Più che di una conquista, oggi ti racconto di una lotta, quella per provare a svegliarsi presto.
Di solito metto la sveglia attorno alle sei. La faccio suonare due, tre volte, fino a che non trovo il coraggio di mettere i piedi in terra. Per fortuna ho un tappeto caldo, nei toni morbidi del beige, che attutisce subito il primo passo e il risveglio.
Scendo barcollante, in inverno avvolta in una coperta, e apro le finestre. Solo allora l’aria del mattino mi sveglia. Saluto il bosco in lontananza, i campi, e i nostri due gatti neri, Wolfi e Pelù: li vedo da quassù, uno davanti alla porta di casa dei miei, l’altro davanti a quella di nonna, in attesa di essere accolti e rifocillati dopo una notte di scorribande. Poi è tempo per la colazione, e allora sì che un nuovo giorno può cominciare.
Questi sono i giorni in cui sento di poter tenere in mano il mio destino. Poi ci sono tutti gli altri giorni, e sono la maggior parte.
La sveglia suona sempre due o tre volte, poi nella mia inconsapevolezza assonnata la spengo e mi giro dall’altra parte dove trovo Tommaso e il mio posto preferito, dove sto più comoda, tra l’incavo del suo collo e la spalla, e continuo a dormire. Proprio come Noa, sul suo cuscino imbottito poco più in là.
Sette anni di lavoro in proprio, da casa, mi hanno però dato una certa disciplina, per cui, anche se sarei ben capace, durante la settimana non vado mai oltre le otto di mattina. Le rare volte che succede mi sento in ritardo per tutto il giorno, inizio e lascio progetti a metà, passo da una stanza all’altra disorientata, come il Bianconiglio di Alice, ripetendo a tutti: è tardi, è tardi.
Quando mi alzo più tardi, anche se di poche ore, è tutto più faticoso.
Fin dai tempi dell’università, se dovevo scegliere tra tirar tardi per prepararmi a un esame o svegliarmi presto, spesso prima dell’alba, sceglievo la seconda opzione: mi portavo i libri sul divano, mi avvolgevo in una coperta, e mi lasciavo sorprendere da quanto la mia mente riuscisse a essere pronta e reattiva a quell’ora ingrata. Poi ho imparato a organizzarmi, e non ho più fatto levatacce per un esame.
Mi è rimasto però quel senso di urgenza e velata disperazione di quando ti svegli e fuori dormono ancora tutti, tranne qualche gatto vagabondo.
Da allora, quando sono costretta a svegliarmi presto per una trasferta di lavoro o per una consegna dell’ultimo minuto che ho sottovalutato, provo un dolore quasi fisico, sento le lacrime di un capriccio infantile che mi salgono e si fermano sulle palpebre, e continuo a sussurrare che non è giusto, non è giusto…
Eppure, nonostante questa avversione che ho sviluppato negli anni, preferisco comunque svegliarmi presto che far tardi, sono un early bird più che un night owl, ma solo perché l’opzione ghiro non è contemplata. Di solito dopo cena mi prende subito sonno, ho bisogno di un divano, o di un letto, e di staccare la mente. Lo sanno bene i miei amici, che quando vengono a cena mi vedono spegnermi piano piano, le mie chiacchiere affievolirsi come la luce di una candela che ha bruciato ormai tutta la cera.
Morning: How to make time: A manifesto
Poi in viaggio di nozze ho letto un libro che mi ha fatto rivalutare l’importanza del mattino, e delle routine a esso collegate. Mi sono portata dietro tra Highlands, brughiere, laghi, isole e baracchine di ostriche e salmone Morning: How to make time: A manifesto, di Allan Jenkins. Volevo che quel viaggio segnasse l’inizio di una nuova me in ogni senso possibile. Allan Jenkins è quasi riuscito nel miracolo.
Early morning gives me time, hope, space. At a moment when they are all at a premium.
Il mattino presto ti regala tempo, speranza e spazio. Tutto quello che desidero adesso dalla mia vita è tempo per essere creativa, spazio per far prendere aria a progetti e pensieri e vederli crescere, non morire accasciati in un angolo, e speranza di riuscire a fare tutto quello che mi passa per la mente, o almeno provarci seriamente. Che il mattino presto sia la soluzione?
You can do near anything you want to, almost anybody you want, the rest of the world is asleep. Loosen you shackles. For an hour or two feel free. There is nothing holding you back. Dawn is an enchanted world behind a hidden door, there if you want, fine if you don’t.
Sometimes I feel it as my secret, like Narnia, outside time or at least the rest of the day. I cannot believe everyone doesn’t know about it and take an occasione step through the wardrobe.
Puoi fare quasi tutto quello che vuoi, essere chiunque tu voglia. Non c’è niente a trattenerti, hai a disposizione un mondo incantato dietro a una porta nascosta. I libri che vorrei leggere, le storie che vorrei scrivere, il mio libro, quello che vorrei finalmente iniziare: sono tutti dietro a quella porta, sono in una Narnia segreta, alla quale possiamo accedere nelle prime ore del mattino.
La routine del mattino
Il primo passo, anche leggendo le numerose interviste che che popolano il libro, è crearsi una routine del mattino. Nel mio caso questo ha voluto dire cercare di preparare il più possibile la sera prima, per non perdere momenti preziosi nell’indecisione. Apparecchio la tavola di marmo in cucina con una tovaglia, per avere subito una sensazione di calore, decido cosa mangerò, se yogurt e granola o pane e marmellata, e preparo la mia piccola teiera.
Tommaso, attento ai miei bisogni e alle cose che mi piacciono, si è reso conto di come la mattina abbracciassi ogni teiera durante le colazioni in viaggio di nozze, quindi mi ha sorpresa con una teiera inglese di Maxwell & Williams appena rientrati. La mattina la vedo lì, pronta a essere riempita di acqua calda e tè nero, e mi sento coccolata, come se fossi ancora in viaggio di nozze.
Cerco di non aprire i Social Media nella prima ora, su questo ci sto ancora lavorando a dire la verità, ma davvero mi rendo conto di quanto siano una distrazione nelle prime ore del mattino, di come riescano a diluire l’incanto di quel mondo segreto.
Un libro, un quaderno e una penna, una teiera e una tazza di tè: questi sono i compagni delle mie mattine, quando riesco a svegliarmi presto.
Mi ritrovo attenta e ricettiva come quando mi svegliavo per un esame, senza però quell’urgenza dettata dall’orologio che ticchettava, e che mi faceva sentire l’esame sempre più vicino.
Sono ancora rare queste mattine, ma come ricorda Allan Jenkins, l’importante è provarci, una volta a settimana, o anche solo una volta al mese, per poter godere di una fonte inesauribile di creatività e meraviglia, per poter dedicare quelle ore preziose a quello che più ci fa star bene.
Qual è la tua relazione con le prime ore del mattino? sei un gufo o un’allodola? riesci a svegliarti presto o hai una routine che funziona? fammi sapere come ci riesci, se ci riesci. Io intanto ti svelo un segreto…
Il pan brioche al farro delle mie colazioni
Questo pan brioche al farro punteggiato di uvetta è un buon motivo per alzarsi, anche alle sei del mattino. Ho provato a prendermi per la gola visto che i miei buoni propositi si infrangono spesso nel calore di un piumone e nell’abbraccio di un marito, e quando riesco a sistemare la mia teiera accanto a un pan brioche avvolto in un canovaccio e un vasetto di confettura mi sembra di riuscire a essere più costante nelle mie intenzioni.
Questo è un pan brioche che si fa nel giro di poche ore, con un po’ di lievito di birra e pochissimo burro. Lo preferisco tostato, fin quasi a far caramellare l’uvetta, con un po’ di burro e marmellata. E almeno due tazze di tè a accompagnarlo.
Pan brioche al farro
Ingredienti
- 10 g di lievito di birra
- 250 ml di acqua tiepida
- 300 g di farina di farro integrale
- 200 g di farina di farro
- 50 g di miele di acacia
- 50 g di burro, morbido
- 60 g di uvetta
- Scorza di 1 arancia non trattata
- 10 g di sale
- 1 uovo
- 1 cucchiaio di zucchero in granella
Istruzioni
- Mettete l’uvetta in ammollo in una ciotolina di acqua tiepida.
- Sciogliete il lievito in metà acqua, poi aggiungete le due farine, il miele e la scorza di arancia. Iniziate a impastare, a mano o con il gancio dell’impastatrice, aggiungendo altra acqua se necessario.
- Impastate per circa 5 minuti, poi aggiungete il sale e un goccio di acqua e continuate a impastare fino a che non ha assorbito tutta l’acqua.
- Quando l’impasto si incorda e diventa elastico, aggiungete il burro morbido tagliato a pezzettini. Continuate a impastare fino a che non sarete riusciti a incorporare anche il burro, ottenendo un impasto liscio e elastico. Strizzate l’uvetta e aggiungetela all’impasto, impastando quel tanto che basta a distribuirla in maniera omogenea.
- Fate riposare l’impasto per mezz’ora, coperto con una pellicola per alimenti.
- Imburrate uno stampo da plumcake da 22-25 cm di lunghezza.
- Sistemate le tre palline di impasto all’interno dello stampo imburrato, copritele con la pellicola per alimenti e fatele lievitare in un posto al riparo dagli spifferi per qualche ora, o finché il pan brioche non è raddoppiato.
- Scaldate il forno a 180°C e spennellate delicatamente il pan brioche con un uovo sbattuto: ne servirà sicuramente meno di metà. Spargete lo zucchero in granella sopra al pan brioche.
- Infornate il pan brioche in forno caldo e fatelo cuocere per circa 40 minuti, finché non è ben dorato.
- Togliete il pan brioche dal forno e fatelo raffreddare completamente. Tiepido è buonissimo, ma io non ve l’ho detto…
- Si conserva per qualche giorno avvolto in un canovaccio pulito. Se diventa un po’ secco basterà tostare una fetta in padella.
Altre colazioni qui sul blog
Ciambellone di farro e cioccolato
Con del cioccolato avanzato ho preparato un ciambellone al farro e mascarpone, visto che ormai i ciambelloni e i dolci semplici per colazione sono quelli che vanno per la maggiore qui in casa. Il mascarpone, come in un quattro quarti, lo mantiene umido e compatto, aiutando il dolce a passare indenne la settimana di colazioni, se riuscirete a non finirlo prima.
Panini dolci al cioccolato
Sono i panini perfetti per la colazione, il cioccolato li rende golosi e decadenti, ma l’albicocca secca in pezzettini aggiunge una nota fruttata che chiama anche qualche cucchiaio di una buona confettura di albicocche, da spalmare sulle fettine appena scaldate. A questi panini si può abbinare un tè nero al bergamotto o un caffè lungo con un retrogusto di nocciola, una colazione fatta in casa in un pomeriggio per tutta la settimana.
Torta di rose con mandorle e cacao
L’ho fatta quattro volte nel giro di poche settimane, con latte, latte di mandorla, ricotta o mascarpone, e questa è la versione che più mi ha convinta, quella che d’ora in poi rifarò ogni volta che ho voglia di una brioche morbida, di una colazione speciale o che voglio sorprendere mamma con uno dei suoi dolci preferiti. Oltre che in forma di torta di rose, in uno stampo rotondo, o di plum cake, in uno stampo rettangolare, l’ho cotta anche in stampini monoporzione: il risultato sono piccole brioche a girella al cioccolato, ottime a colazione, a merenda o da infilare in borsa per un attacco di fame improvviso.
Granola fatta in casa
La colazione a letto della domenica che può trasformare ogni giorno della settimana in un giorno diverso, uno yogurt bianco e una cascata di granola fatta in casa, cereali resi croccanti da un po’ di miele e arricchiti da frutta secca, fragole essiccate e cocco. Perché il mondo può attendere ancora cinque minuti, mentre tu ti godi un momento speciale affondando il cucchiaio in uno yogurt cremoso, mentre la granola croccante aggiunge colore e sapore e il cocco ti fa sentire in vacanza, in un lettone con lenzuola di lino bianco e il mare che spunta dalla finestra.
Link Love
- Qui c’è un bell’articolo su Morning con un’intervista a Allan Jenkins.
- Qui un articolo di Bee Wilson sul primo libro di Allan Jenkins che voglio leggere al più presto, Plot 29.
- Qui un approfondimento su Early Birds e Night Owls.
- Qui la brioche parisienne di Rossella con lievito madre e farine integrale di farro. L’ho provato, è soffice e burroso. Questo sì che ti fa svegliare col piede giusto.
- Questa è la granola di Samin Nosrat che ultimamente stiamo facendo spesso.
Sai Giulia, io sono sicuramente una early bird! Forse lo sono per reazione, perché non sono mai stata un animale notturno e, quindi, non mi restava molta scelta per cercare di moltiplicare le 24 ore della giornata e cercare di viverla fino in fondo, riempiendola di cose belle.
Ho cominciato ad alzarmi alle 6 al liceo quando cercavo di rubare attimi da trascorrere con il mio ragazzo di allora eludendo i divieti perentori di mio padre. Ho continuato per tutta l’università a coltivare questa abitudine che mi permetteva un inizio lento e rilassante prima di correre a lezione. Poi, quando ho iniziato a lavorare, ho continuato ad alzarmi presto perché non volevo che la prima cosa della giornata fosse il lavoro. Approfittavo di quelle ore mattutine per leggere o per scrivere, per anteporre il piacere al dovere.
Negli ultimi anni ho cercato di rendere ‘scientifico’ questo mio alzarmi presto. Ho capito che esistono i ritmi del sonno e che per ognuno sono diversi. Ho analizzato me stessa e ho realizzato che la mattina tutto mi sembra più facile da fare, che sono più produttiva, che sono più gioiosa. Poi ho anche cominciato a leggere le belle interviste del blog My Morning Routine, in cui uomini e donne di successo e realizzati parlano proprio della loro routine mattutina.
Tutto questo mi ha portata a fare vari esperimenti sull’orario di risveglio, fino a trovare quello che più mi si addice, che più mi fa stare bene. Da circa tre mesi questo orario si è stabilizzato nelle 4:30. So che se lo racconti pare folle e molte persone che mi conoscono mi guardano con malcelata condiscendenza quando enumero i vantaggi di alzarsi alle 4:30 ma per me è davvero l’orario migliore, quello in cui tutto è possibile, quello in cui il silenzio intorno stimola la riflessione, quello in cui sono più creativa, quello in cui posso veder sorgere il sole e convincermi che sì, sarà davvero una bella giornata!
Con quel panorma il pan brioche al farro è un must assolutamente irrinunciabile!
HO BISOGNO DI AIUTO!!! Toscana, sposata do 30 anni, non ho mai fatto in casa mia un Natale tradizionale parlando di ricette, quest’ anno vorrei farlo ma non so da dove iniziare, anzi,vorrei iniziare dalla vigilia, hai qualche consiglio? Saremo almeno in10, menù leggero in previsione del giorno dopo? Aspetto pazientemente.
Ciao Katia, buongiorno! non vorrei rovinare la sorpresa, ma stanno per arrivare non uno, non due, ma ben tre menu di Natale! 🙂 uno a settimana, dalla prossima settimana, quindi avrai tutto il tempo per fare un mix and match con le tue ricette preferite!
Accidenti ti ho beccata al momento giusto, dicevo, spero siano quelli della tradizione toscana! Resto in attesa allora..grazie.
Uno dei tre sì! e gli altri avranno comunque piatti che di diritto o di rovescio in qualche modo c’entrano!
Cara Giulia, ti leggo sempre con tanto piacere. Mi piace come scrivi e molto spesso tocchi argomenti sui quali sto riflettendo tra me e me. Come quello della sveglia mattutina. Per natura sono un gufo dormiglione. Per necessità di vita e di lavoro sono stata allodola. Per tanti tanti anni ho fatto la pendolare tra Bologna, dove vivo, e Forlì, dove lavoravo. Poi pendolare su un’altra città romagnola con orari massacranti. Dopo tanti anni, verso i 40 anni, ho cambiato tutto. Mi sono resa conto che non era la carriera quello che volevo più di tutto ma godermi il tempo e la mia famiglia, un marito e una cane. Ho dato le dimissioni da un incarico bello ma troppo gravoso e sono diventata assistente in un dipartimento dell’università dove vivo.
A distanza di anni, non so se ho fatto bene o male, sono un carattere irrequieto e riesco ad essere soddisfatta massimo per 5 secondi al giorno 😉 Una cosa di cui però non sono contenta è che mi sono resa conto che una certa pigrizia si è impadronita di me e no, questo proprio non mi piace. E la sveglia mattutina fa parte del “problema”. Penso che svegliarsi presto renda più lunga e proficua la giornata… ma lascio che la sveglia pianga disperatamente prima di spegnerla e prendermi un’altra oretta (e poi pentirmi con lacrime di coccodrillo). A volte sfuggire o cambiare le proprie pessime abitudini quotidiane, può risultare davvero difficile. Ti ringrazio per le riflessioni che hai condiviso e leggerò senz’altro il libro che citi. Se ti capita di organizzare un corso sull’organizzazione del tempo di una blogger, sappi che mi prenoterò di corsa. Buon lavoro. Monica, xo
Ciaoo! La domenica mattina di solito la dedico alla preparazione di un buon lievitato genuino. Ieri mi sono cimentata in questo sano pan brioche. Ho ommesso l’uvetta, utilizzato il limone al posto dell’arancia e ho messo un cucchiaio di Gran Marnier. È lievitato magnificamente :D. Super soffice e rigorosamente integrale!
Grazie mille per la ricetta e complimentoni per il tuo blog…è splendido!
che bello Estella, questo mi fa davvero davvero piacere! allora sarà una buona settimana con un pan brioche fatto in casa! 🙂