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Il cappone in umido

È passato da poco Natale e già sembra che sia trascorso un secolo (lo fa solo a me questo effetto? mi sembra già di essere rientrata a lavoro da mesi). Se guardo indietro vedo un collage di immagini e lucine: pacchi con carta scintillante, rami di abete e pungitopo, vischio, pandoro (con tanta crema pasticcera, bisogna dirlo! alcuni di voi che leggono sanno di che parlo!), panettone e torrone, fiocchi di neve e un omone vestito di rosso. Questo è l’immaginario del Natale che mi porto dietro fin crema pas piccola, da quando sono rimasta incantata a bocca aperta davanti alle pubblicità della Coca Cola.

cappone in umido

In questi giorni, in vena di ricordi, ho chiesto a nonna come era invece il suo Natale, scoprendo la semplicità e il valore di apprezzare le piccole gioie. Mi ha detto che i bambini ricevevano i regali soltanto per la Befana, e si trattava di dolcetti, caramelle ed arance. Arance. Mi immagino la sorpresa di trovare, in una mattina grigia ed invernale, un frutto che è un’esplosione di colore e profumo, ricco nel suo aroma unico, che solletica e diverte gli occhi e il cuore. Non c’era l’usanza di fare l’albero, quando era piccinetta per Natale si faceva il presepe, si andava alla messa e poi per pranzo si mangiava il cappone in umido con i gobbi rifatti. Il mio bis-bis nonno, nonno Tommaso, era infatti un amante di queste ricette ed ogni anno voleva per Natale i gobbi rifatti.

Il primo albero di Natale nonna l’ha visto quando ci fu il passaggio della guerra (questa è un’espressione che usa spessissimo, ed intende quando gli alleati – Francesi e Americani nel caso delle nostre zone – risalivano l’Italia e i Tedeschi arretravano). Quassù erano sfollati tutti i figli di nonno Tommaso, anche zio Dante, che abitava a Perugia. In occasione della guerra fu raggiunto anche dalla sorella della moglie, zia Antonietta, una donna moderna e creativa che portò l’usanza di addobbare rami di alberi e di scambiarsi regalini per Natale. Nonna ancora si ricorda il prezioso dono che ricevette quell’anno: un fazzolettino ricamato.

Il piatto forte, però, rimaneva il cappone in umido per Natale, come da tradizione. Ogni famiglia allevava e faceva crescere ed ingrassare i suoi capponi. Quando ho chiesto come facessero nonna, da donna d’altri tempi, mi ha spiegato che c’era una donna che passava di casa in casa, alla fine dell’estate, a … farli diventare capponi, senza precisare altri dettagli!

cappone
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Cappone in umido

Portata Carne, Secondo
Cucina Toscana
Preparazione: 10 minuti
Cottura: 1 ora 30 minuti
Tempo totale: 1 ora 40 minuti
Porzioni 6
Chef Giulia

Ingredienti

  • 1 cappone, tagliato in pezzi abbastanza piccoli
  • 1 carota
  • 1 cipolla
  • 1 gambo di sedano
  • 500 ml di passata di pomodoro
  • 1 bicchiere di vino rosso
  • Sale e pepe
  • Olio extravergine di oliva

Istruzioni

  • Lava il cappone tagliato a pezzi in acqua e poi mettilo senza scolarlo bene in un tegame e lascialo cuocere scoperto per circa 10 minuti senza aggiungere nulla: facendo così perderà acqua e soprattutto si sgrasserà un po'. Non credo fosse un'esigenza dei tempi passati, ma questo Natale lo abbiamo fatto così, per alleggerire un po'!
  • Nel frattempo fai un battuto fino di carota, sedano e cipolla, vela il fondo di un tegame (meglio se di coccio) di olio e fai soffriggere il battuto. Aggiungi dopo un minuto anche il cappone, sale e pepe, e fallo rosolare bene da ogni parte, girandolo con un mestolo di legno (vi chiederete perché precisi sempre mestolo di legno... chiedete a nonna: con il legno ha tutto un altro sapore!). A questo punto versa un bicchiere di vino rosso e fallo ritirare, per aggiungere alla fine la passata di pomodoro. Lascia sobbollire scoperto per circa un'ora, aggiungendo se necessario qualche cucchiaio di acqua per aiutare la cottura. A questo punto è pronto!
  • Va mangiato caldissimo, accompagnato dalla solita bella fetta di pane toscano e.. dai gobbi rifatti. Ma questa è un'altra storia!
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Questo articolo ha 16 commenti

  1. Ciao Juls! Che belle le storie del Natale dei tuoi nonni riportano indietro anche alle immagini che ho da quando ero piccola io e di racconti sentiti dalla loro voce. La rubrica della cucina di nonna Menna l’adoro è sempre più interessante!
    Bacioni

  2. Nonostante sia toscana il cappone in umido a casa mia non si è mai fatto… a volte le nostre ricette della tradizione sembrano così vicine, altre così lontane…
    i gobbi rifatto invece li faceva mia nonna… a me non sono mai piaciuti e odiavo anche il loro odore!
    bacioni!

  3. Anche da noi in Umbria c’è la tradizione di fare il cappone per Natale, qui però si fa lesso in modo che il brodo serva per i tortellini e la carne condita semplicemente con olio e sale, oppure con gli acetelli (ma questa è una mia variante personale). Stesso discorso per i gobbi, lessi oppure fritti per la parmigiana:)

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