Il mio menù di Pasqua: ombrina al forno
I miei corsi di cucina sono anche fatti di facce sorridenti. Non solo quelle degli gli studenti – sposi in viaggio di nozze, famiglie, amici o anche coppie un po’ più in là con gli anni che hanno la vivacità di bambini intraprendenti -, ma soprattutto quelle dei produttori e degli amici del mercato che ho avuto la fortuna di conoscere negli anni.
È proprio grazie ai corsi di cucina che ho iniziato a scoprire meglio il mercato di Colle Val d’Elsa. Iniziamo con un caffè, un cappuccino e un cornetto al bar, poi ci avviamo a passo deciso verso il mercato. Quello di Colle è uno dei migliori della zona per frutta e verdura, con numerosi banchi che hanno una buona selezione di prodotti locali e di stagione.
C’è anche il banco delle specialità siciliane, dove ogni tanto compro olive, capperi e caciocavallo, e quello dei prodotti campani, tappa d’obbligo per pane, mozzarelle di bufala e fiordilatte.
C’è la Latteria di Carlotta, un banco di formaggi eccellenti – lo stagionato di capra è il preferito mio e di tutti i corsisti – con una storia di speranza e allegria alle spalle, ci sono Andrea e Jessica, che ormai conoscono i miei gusti, mi indicano i prodotti di stagione dei produttori locali e mi portano erbe aromatiche e borragine dal loro orto.
Arriviamo ai loro banchi e siamo sempre accolti da un sorriso, da una battuta e da un assaggio di pane, olio o formaggio. Anche gli studenti dei corsi apprezzano: un sorriso e le tensioni si sciolgono, si scelgono gli ingredienti per il corso di cucina e si stilano menu che si arricchiscono man mano che procede la vista ai banchi del mercato.
Poi c’è il banco del pesce, quello dei fratelli Ganugi. Grazie a loro durante i corsi di cucina posso offrire non solo la carne macellata dal mio macellaio di fiducia, locale e allevata secondo criterio, ma anche pesce freschissimo pescato nel nostro mare. È rassicurante scegliere il pesce da loro, sanno dirti dove è stato pescato, come cucinarlo per rispettarne freschezza e sapore e, soprattutto, sanno individuare i gusti dei tuoi clienti, aiutandoti a destreggiarti tra preferenze e indecisioni.
Stimolata dalla loro offerta di pesce freschissimo e locale, ho aggiunto anche imparare a cucinare meglio il pesce alla lista dei miei propositi per quest’anno, che va insieme a imparare il francese, imparare a degustare l’olio e imparare a lavorare il cioccolato.
Ecco perché ero sicura che quest’anno il piatto forte del mio menù di Pasqua sarebbe stato a base di pesce.
Ombrina al forno con limone e pinoli
L’ombrina era uno di quei pesci che ogni tanto babbo e zio pescavano al mare, nelle nostre lunghi estate di bambine. Portavano a casa sugarelli, mormore, tracine e ogni tanto, se erano fortunati, anche un’ombrina. È infatti un pesce abbastanza comune nelle acque del nostro mare, ama i fondali bassi e sabbiosi e si avvicina spesso alla spiaggia. Ha però una carne pregiata, ricca di omega3 e proteine, ma con un basso contenuto di grassi. Se non avete modo di trovare l’ombrina potete sostituirla con un pesce bianco di simili dimensioni, come un’orata o una spigola. Questo è uno specchietto riassuntivo che può tornarvi utile quando sceglierete il vostro pesce da cucinare.
Potete anche usare un cefalo, uno dei pesci più a buon mercato, ma fate attenzione e chiedete dove è stato pescato, perché spesso si nutre mangiando ciò che trova sul fondale, quindi talvolta può avere un sapore un po’ fangoso.
Ma veniamo alla ricetta. L’ombrina al forno è insaporita con scorza di limone, prezzemolo e pinoli, una combinazione che uso spesso per il pesce. Cuoce in forno insieme alle verdure, che quindi devono essere fate a cubettini piccoli, in modo che cuociano nello stesso tempo. Fatele troppo grandi e rimarranno dure, un vero peccato. Il cipollotto fresco è importantissimo, in cottura si scioglierà e legherà in un abbraccio patate e carote.
Ombrina al forno
Ingredienti
- 600 g di ombrina
- Scorza di 1/2 limone non trattato
- 2 cucchiai colmi di pinoli
- Sale
- 1 ciuffetto di prezzemolo
- 1 spicchio di aglio
- 3 fette di limone
- 3 rametti di timo
- 800 g di patate
- 300 g di carote
- 1 cipollotto fresco
- Olio extra vergine di oliva
- 1/4 di bicchiere di vino bianco
Istruzioni
- Scaldate il forno a 200°C e pulite l'ombrina: togliete le squame con un coltello e apritela per togliere le interiora. Sciacquatela bene sotto l'acqua corrente.
- Tostate per due minuti i pinoli in padella, poi tritateli con il prezzemolo, la scorza di limone e l'aglio. Alla fine aggiungete un cucchiaino di sale e usate questo trito per riempire l'ombrina.
- Adagiate l'ombrina in una teglia grande da contenerla comodamente, sistemate le fette di limone e il timo sul dorso del pesce e fermateli con un po' di spago da cucina.
- Sbucciate le patate e tagliatele a cubetti. Fate lo stesso con le carote. Affettate finemente il cipollotto, unitelo alle carote e alle patate e mescolate le verdure. Disponetele tutte intorno al pesce e condite con un filo d'olio sia il pesce che le verdure.
- Infornate in forno caldo per circa 40 minuti. A metà cottura date una mescolata alle verdure con un cucchiaio di legno e bagnate il pesce con il vino bianco.
- Servite il pesce pulito e sfilettato con le verdure di accompagnamento e un po' del ripieno di prezzemolo, limone e pinoli.
L’ombrina al forno si aggiunge agli gnocchi con gli asparagi e cipollotti freschi. Entro la fine della settimana arriverà anche il dolce, che andrà a completare il mio menu di Pasqua per voi. Avete già cominciato a pensare al vostro menu? Cosa c’è in programma?
Link Love
- Questo è un pdf utilissimo a cui faccio spesso riferimento: una mini guida al pesce di SlowFood per combinare piacere e sostenibilità.
- Colazione di Pasqua? Ci pensa Marina con il suo pan brioche bicolore, Francesca con la ciambella sofficissima alla panna, o Annalisa con i French toast roll ups.
Cara Giulia io sono in alto mare col menù di Pasqua…ieri ho saputo di dover cucinare io, per alleggerire un po’ mia suocera dell’impegno e la responsabilità di un menù “terapeutico” senza glutine, perciò i tuoi gnocchi già mi intrigavano..l’ombrina sarebbe il massimo per me che adoro il pesce,gusto non condiviso dagli altri commensali, purtroppo. In attesa di scoprire il dolce, ti abbraccio e ti ringrazio.
Allora il dolce ti piacerà! Senza glutine anche quello, e si prepara per tempo, quindi adatto a un po’ di pianificazione!
Cara Giulietta,
io quest’anno a Pasqua sarò fuori e quindi niente cucina. Però proprio ieri la mia mamma (adesso anche lei è una tua fan :-)) guardava i tuoi gnocchi e studiava ben bene la ricetta. Non potrò gustarli insieme a lei ma sicuramente prima o poi li proverò. Il tuo menù mi piace molto perchè è fresco e diverso dal solito. In merito al pesce anche io dovrei insierire “imparare a cucinare meglio il pesce” tra i miei propositi per il 2016…insieme a imparare l’inglese, imparare a fare foto belle e tante altre altre cose 🙂
Un abbraccio
quanto è bello avere una lunga lista di cose da imparare? ci tiene attive, sveglie e giovani! 😛
Che bel post Giulia! Io amo moltissimo i mercati. Anche in vacanza non mi ritengo soddisfatta se non ho visitato il mercato locale, che sia di una grande città o di un piccolo paesino sul mare. Vivendo a Viareggio, conosco bene le ombrine e il tuo piatto direi è perfetto! La semplicità vince sempre con il pesce! Dani 😉
Oh, che bello! mi fa piacere avere l’approvazione di qualcuno che se ne intende di pesce! 🙂 evviva la semplicità!