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Il vino non lo bevo, ma ci cucino volentieri! il peposo dell’Impruneta

Dieci giorni fa ho camminato lassù, tra cielo e terra, sugli stretti corridoi che percorrono tutto il tetto della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, a stretto contatto con mattoni, tegole, statue e incisioni vecchie centinaia di anni che hanno contribuito a rendere Firenze famosa nel mondo. La cupola del Duomo del Brunelleschi vista così da vicino era, se possibile, ancora più imponente e maestosa.

Peposo dell'Impruneta

Nonostante il cielo grigio la vista insolita sui tetti di Firenze valeva le migliaia di scalini che abbiamo fatto per salire lassù. Ok, no, non sono migliaia, sono solo centinaia, ma mi son sembrati infiniti! Poi sali ancora più su, oltre i camminamenti, lungo scale a chiocciola poco illuminate che hanno la capacità di riportarti indietro ai tempi del Brunelleschi. Lì la fantasia, o la mancanza di ossigeno per la salita, giocano strani scherzi e ti sembra che non siano luci, ma fiaccole, e tutto si tinge di un fascino misterioso…

Duomo di Firenze

In un luogo magico, rarefatto, poetico e pieno di arte e fascino, sopra ai tetti di una delle città che più amo al mondo, in mezzo a tanti fotografi e travel blogger io, food blogger, cosa potevo fare se non finire a parlare di cibo? Dai che ve lo aspettavate, l’aria fresca mette sempre appetito, e poi lì ero perfettamente autorizzata a parlare di un piatto particolare, che è legato proprio alla costruzione della cupola del duomo…

Pare infatti che il Brunelleschi passasse spesso dall’Impruneta, nelle colline vicino Firenze, a controllare la produzione delle tegole di terracotta per la cupola del Duomo. I fornacini dell’Impruneta sono sempre stati famosi per gli orci, le mattonelle e i vasi fatti con il loro rinomato cotto.

Duomo di Firenze

Oltre al cotto, però, son diventati famosi anche per il peposo: la carne veniva cotta con pazienza, per lunghissimo tempo, proprio all’imboccatura del forno. Gli ingredienti erano pochissimi e assai semplici, solo carne con tante venature di grasso e nervetti, che richiede del tempo per diventare morbida, pepe nero e vino rosso di casa, il Chianti. Niente salsa, che l’importazione dei pomodori dall’America era ancora lontana a venire.

Si dice anche che questo fosse il piatto preferito del Brunelleschi. Se gli ha ispirato la cupola del Duomo, vale proprio la pena cuocerlo per 3 ore a fuoco lentissimo.

Peposo dell'Impruneta

E se Julia Child diceva I enjoy cooking with wine, sometimes I even put it in the food, io potrei dire che anche se non bevo vino, mi piace cucinarci. Me ne avanza sempre un po’ dai corsi di cucina e io lo conservo in dispensa, pronto per quando devo fare il peposo, o anche il sugo finto, ad esempio…

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Il peposo dell'Impruneta

Portata Carne, Secondo
Cucina Toscana
Preparazione: 5 minuti
Cottura: 3 ore
Tempo totale: 3 ore 5 minuti
Porzioni 4
Chef Giulia

Ingredienti

  • ca. 600 g di muscolo di vacca maremmana
  • 1 cucchiaio abbondante di pepe nero schiacciato, raccolto in una garzina
  • 500 ml di chianti
  • Sale

Istruzioni

  • Taglia la carne in pezzetti grandi più o meno due centimetri e falli rosolare in una pentola senza aggiungere nient'altro.
  • Una volta che sono rosolati su tutti i lati aggiungi il sacchettino con il pepe schiacciato e versa tutto il vino rosso. Cuoci coperto al minimo per almeno un'ora e mezzo, controllando di tanto in tanto che il vino non si asciughi del tutto.
  • Passate le due ore aggiungi nella pentola 350 ml di acqua e aggiusta di sale, poi continua la cottura per un'altra ora, facendo ritirare quasi tutto il liquido di cottura. Se necessario regolalo ancora di sale.
  • Servilo caldo, con pane fresco croccante.
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Peposo dell'Impruneta

E ora a voi! Quali sono le vostre ricette preferite da fare con il vino rosso? Ne ho un bel po’ da parte e scordatevi che mi metta a berlo adesso… se no dormo da qui a Natale!

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Questo articolo ha 17 commenti

  1. Ciao cara Giulia! Adoro sia Firenze che il peposo quindi questo tuo post mi piace davvero tanto!!!! E’ da tanto che non lo cucino e non lo mangio e ce l’ho nella mia lista delle ricette da fare per quest’inverno… Ho notato che tu metti il pepe nella garzina mentre io proprio abbondavo con il pepe nella preparazione. Ma tu dopo lo togli completamente il pepe o lo aggiungi alla fine?
    Ti auguro una felice giornata e grazie per i tuoi bellissimi racconti e le gustose ricette! Ciao Sandra

  2. Che belle foto!!!! Penso proprio che sia valsa la pena fare tutte quelle scale,l’avrei fatto anch’io! Che bellissima vista!! Proprio una bella esperienza fra arte e buon cibo,ti auguro una buona giornata!
    Donata

  3. Adoro il vino, da bere e in cucina…facci anche due tagliatelle al vino rosso (io uso Aglianico ovviamente essendo lucana ma lì te hai l’imbarazzo della scelta!;))

  4. 5 stars
    Anche io avvolgo il pepe in una garzina perché effettivamente l’aroma è già molto presente. Ho comprato un coccio stupendo in un laboratorio artigianale di terrecotte e l’ho subito messo al lavoro.
    Ma lassù, fino al lucernario della cupola ci sono arrivata una volta sola, e non ero ancora così disperatamente malata di vertigini.
    Come sempre, grandissima. Un bacione
    Pat

  5. Firenze è bellissima..
    è una chicca, è coccola, è un gioiellino..
    il vino.. beh, non è che sia un abitudine, anzi è prorpio di rado.. ma ogni tanto me lo gusto, poco ma buono! in cucina invece lo uso tantissimo.. sai che questo peposo però non lo conoscevo?
    ottimo questo piatto.. che fameee

  6. 5 stars
    Ciao Giulia! ho scoperto solo ieri il tuo blog vedendoti alla trasmissione ”indovina chi viene a cena”..mi hai colpita subito!! e cosi stamane ho sbirciato un pò..adoro la cucina toscana cosi come adoro la Toscana!!!..la scorsa estate io mio marito e mio figlio ci siam stati per ben due volte..e ancora non ne siamo sazi..grazie per queste stupende ricette che ci regali!!!

  7. ciao giulia, ti seguo sempre e ieri mi era venuta voglia di peposo e digitando su google mi ha rimandato da te! non sapevo l’avessi fatto! ho comprato la carne da spezzatino, secondo te si può fare lo stesso?

  8. Ciao Giulia
    ho scoperto il tuo blog per caso,bellissimo,davvero!!!
    Su questa ricetta però ho un appunto:
    la carne non va rosolate ma messa nel coccio con tutti gli ingredienti.Si può cuocere sia in forno(come facevano appunto i fornacini dell impruneta)o sul gas.
    Scusami ancora sai ma io vengo da li e un po’ ci tengo….

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