Tagliatelle di farro ai porcini secchi e un po’ di tempo per me
Eppure me lo aveva detto, Emiko: don’t spread yourself too thin. Non consumare tutte le tue forze dedicandoti affannosamente a troppe attività, altrimenti ad un certo punto tutta la tua energia ti scivolerà via di mano, disperdendosi in rivoli sottili che perderanno di incisività.
Quando una persona ti conosce così bene raramente si sbaglia, e infatti è successo. Sto vivendo un momento bellissimo, intenso e fitto fitto di cose che vorrei fare, vedere, approfondire, studiare, di amici che meritano tutta la mia attenzione perché stanno per trasferirsi lontano, troppo lontano per poter rispondere alla chiamata all’ultimo minuto per cucinare insieme un pranzo invernale durante uno dei giorni più caldi di agosto (con il fuoco acceso, ovviamente).
E così mi ritrovo la sera seduta alla scrivania con il venticello fresco che finalmente entra dallo spiraglio aperto della finestra a fissare con sguardo vuoto la lista di cose da fare scarabocchiata su un foglio di quaderno, lista che invece di diminuire aumenta giorno dopo giorno.
Mi rendo anche conto che rischio di perdere il piacere nel fare quello che prima facevo con un brivido di emozione: cose come scrivere un nuovo post, tanto per dire. Se entri nel meccanismo cucina, scatta, scrivi è finita. Dove va a finire la poesia? dove va l’approfondimento e la ricerca? dove va a finire il piacere di condividere una ricetta buona che racconta anche qualcosa di me?
Se siete capitati qui qualche volta avrete capito che per me intorno ad una ricetta gira un mondo, il mio mondo: non riuscire più a raccontare quel mondo in cui si intrecciano ingredienti e storie di vita vera sarebbe gravissimo.
Allora è arrivato il momento di prendersi un po’ di me time, di tempo per me per andare a dormire presto di sera, rannicchiati sotto la coperta di seta marocchina portata da uno dei miei viaggi, con la finestra di camera ben aperta, a far entrare l’aria balsamica della notte.
E’ arrivato il momento di mettersi lo smalto blu ai piedi, anche se tra un po’ dovrò sostituire i miei infradito estivi con le ballerine, perché io so che c’è e mi fa sentire ragazzina.
E’ arrivato il momento di sedersi sul divano, scalzi, a guardare le vecchie puntate di Jamie Oliver, perché ogni volta è un’ispirazione, un sorriso, l’entusiasmo delle piccole cose, la voglia di uscire a fare la spesa per provare una ricetta nuova.
E’ arrivato il momento di fare la pasta fresca, perché è un rito che mi rilassa, mi fa passare del tempo prezioso in compagnia dei miei pensieri, a chiacchierare con la sfoglia, accarezzandola e stendendola fino a farla diventare sottile sottile, quasi trasparente.
L’ispirazione di questo post nasce dalle parole di Emiko e da una sua ricetta: per lei dei meravigliosi funghi freschi, per me dei porcini secchi. C’è un ingrediente che accomuna però le due preparazioni, no forse due.
C’è la nepitella, un menta selvatica che richiama nei suoi accenti anche l’origano, perfetto accompagnamento dei funghi, erba diffusa nelle nostre campagne, dall’aroma fresco e pungente.
E c’è un’amicizia forte, nata intorno ad un tavolo in una freddissima sera invernale e che continuerà anche quando nel mezzo al tavolo ci saranno diversi oceani e quasi 30 ore di volo!
Ci voleva un piatto di tagliatelle di farro ai funghi secchi per far riaffiorare quell’emozione dei primi post, quando ogni ricetta era una scoperta, ogni parola scritta una goccia di vita vissuta.
Ci volevano le parole di un’amica, dette con il cuore, per farmi fermare. Respirare. Guardarmi un po’ intorno e ripartire.
Tagliatelle di farro ai porcini secchi
Ingredients
- 150 g di farina di farro integrale bio macinata a pietra
- 150 g di farina di grano 00 bio
- 2 uova codice 0
- 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
- 1 pizzico di sale
- 4 - 5 cucchiai di acqua dei funghi
Per il condimento
- 20 g di funghi essiccati
- olio extravergine di oliva
- 1/2 cipolla rossa media
- 1 spicchio di aglio fresco
- 2 rametti di nepitella fresca
- sale
- pepe nero appena macinato
Instructions
Condimento ai funghi secchi
- Metti in ammollo i funghi secchi per qualche ora in acqua tiepida.
- Affetta la cipolla molto sottile e mettila in una padella larga con qualche cucchiaio d'olio, uno spicchio di aglio schiacciato, un rametto di nepitella, i funghi secchi strizzati e tritati grossolanamente, il sale e il pepe nero macinato fresco.
- Fai cuocere a fuoco medio per circa 10 minuti, aggiungendo man mano qualche cucchiaio di acqua dei funghi - io ne ho aggiunti una decina per ottenere la cremosità che cercavo.
Pasta fresca di farro
- Mescola la farina 00 e la farina integrale di farro su una superficie di lavoro, meglio in legno, e forma una fontana con un buco ampio e profondo nel mezzo.
- Lì rompi le 2 uova, aggiungi l’olio ed il sale e comincia pian piano con una forchetta ad amalgamare uova e farina.
- Quando la consistenza è briciolosa, impasta con le mani aggiungendo se necessario qualche cucchiaio di acqua in cui sono stati a mollo i funghi secchi.
- Continua ad impastare, più si impasta e più si formerà glutine, dando resistenza alle sfoglie di pasta. Il movimento è di polso: spingi in avanti la pasta, poi riprendila, piegala sopra, e di nuovo allungala. Quando la palla di pasta sarà liscia, vellutata e non più appiccicosa, avvolgila nella pellicola trasparente e lasciala riposare per 30 minuti a temperatura ambiente.
- Dopo i 30 minuti di riposo, tira la sfoglia. Qualunque sia il modo che preferisci usare – con la macchina a mano, elettrica o il mattarello -, tira una sfoglia il più possibile sottile, larga e regolare.
- Taglia le sfoglie nella macchina per formare le tagliatelle, o avvolgi le sfoglie ben infarinate su se stesse e tagliale con un coltello ben affilato in strisce larghe circa un centimetro.
- Cuoci le tagliatelle per pochissimi minuti in abbondante acqua salata e condiscile con il sugo di porcini essiccati e un po' di nepitella fresca.
Avete ancora fame di pasta fresca? Sapete che sono una fresh pasta maniac, quindi basta scegliere una regione italiana e sarà possibile conoscere qualcosa di più delle loro tradizioni stendendo una sfoglia sottile e profumata di uovo e semola.
- potete seguire la tradizione toscana, con i ravioli maremmani di nonna, ripieni di ricotta e spinaci, con il cornicione largo e conditi come più mi piacciono, semplicemente con burro e salvia,
- oppure scegliere la tradizione friulana, con i cjalsòns di Rossella, che mi ha fatto scoprire un abbinamento di gusti del tutto nuovo, e tutto un mondo ricco e affascinante che ha portato alla creazione di ricette nate per arrangiarsi con quello che abbiamo,
- e come non rammentare la tradizione emiliana, con i cappelletti ricchi della mia amica Valeria oppure i cappelletti di magro di Elisa.
Devo ancora dedicarmi alla cucina piemontese, ma per quelle vi rimando a Gaietta con gli agnolotti del plin con sugo di arrosto!
Un post splendido che mi fa sentire sia la nostalgia di casa che la necessità di questo “me time”. Lunedì sera sono riuscita a ritagliarmi un paio di ore dopo aver riportato il babbo e la sorella alla stazione e già mi sembrava di rinascere… Basta così poco.
Un abbraccio stretto amichetta mia.
sai cosa è ancora meglio del me time? del me time insieme!! a quando?
ciao bella! bellissimo post, tutto quello che dici è sacrosanto, purtroppo troppo spesso la frenesia di tutti i giorni ci toglie il piacere di godere di quello che facciamo con pasione…troppi impegni, troppe cose da fare, non tutte piacevoli però. Fare tutto con i propri ritmi è un’utopia, ma bisognerebbe cercare di avere almeno qualche ora al giorno da dedicare alle proprie passioni o comunque aale cose che meritano tempo e attenzione…un bacio, Franci
giusto, ci si scontra spesso con quest’utopia… l’importante è riconoscere quando si sta per superare il limite e fare un passino indietro, per non perdere il piacere e l’emozione!
Ciao Juls, post ad alta sensibilità, e che mi ha trasmesso una bella ventata di positività (scusa la rima, non volevo =))!
Concordo pienamente con te: quando tutto gira troppo velocemente, un attimo prima di perdere il gusto delle cose, è meglio fermarsi un istante. Quelle poche ore di calma permettono di metabolizzare e di ritrovare il bandolo della matassa, così da poter tracciare una linea rossa da seguire. E continuare a camminare più sereni. L’importante è riconoscere il momento giusto per fermarsi a riflettere….
Sai, le tagliatelle ai porcinii qui da me sono sempre state il piatto della domenica in autunno /inverno… così fatte di farro e in casa sono splendide =) un caro saluto Lys
un po’ di positività non guasta mai, anche se è solo un venticellino leggero… non è mica facile capire quale è il momento giusto per fermarsi, ma secondo me confrontarsi con gli altri aiuta!
per fortuna che ci sono le amiche che ci conoscono bene e sanno cosa dire al momento giusto 😀
che profumo e che sapore queste tagliatelle, ciao!
per fortuna sì!
Che bel post! Che amiche speciali che hai!
Mi son seduta con te a sentire il venticello leggendoti, anche se qui era mattina e c’era uno scherzo asentimentale di fronte a me. Mi hai fatto sognare.
Il finale scoppiettante. La magia della pasta fresca è così worldwide, che meriterebbe tanta attenzione. A parte il mio pallino attuale coi blecs (molto più facili da farsi dei cjalsons), mi piacerebbe proprio scoprire l’Italia e non solo attraverso la pasta “della nonna”.
Intanto, avendo dei funghi secchi regalati da un’amica e raccolti da lei nei boschi, mi sa che copierò presto la tua ricetta.
Aspetta un attimo però, ho voglia ancora di un po’ di venticello toscano 🙂
sì… mi sento molto molto fortunata. Devo provare anche i blecs, è deciso!
Ciao Juls, ti ricordi all’università come correvamo? Da un punto all’altro di Siena dato che la nostra facoltà non aveva una sede fissa… il cinema (che dormite!), l’Aula Leocorno, i fisiocritici etc… Lezioni, pagine e pagine di appunti e di dispense e poi… quell’ansia positiva che ti fa arrivare all’esame stanco ma carico, pronte per il prossimo. Ma un pò di stacco, fosse soltanto un pomeriggio, riuscivo sempre a prendermelo. E oggi anche io con questo quaderno davanti con le cose da fare e pensavo esattamente a come fare a far tutto, ho visto il tuo post e mi viene da sorridere. Ti ringrazio per avermi fatto affrontare questa giornata in un’altra ottica… voglio ripensare a quelle corse positive e prendermela un pò meno se la lista aumenta.. un abbraccio, Cecilia
eccome se me lo ricordo!! le corse per arrivare in tempi, l’Aula Leocorno con il pavimento appiccioso di fanta il giorno dell’esame di Sociolinguistica (ero seduta in terra!). Leggo su FB che rimbalzi come una pallina… io lo stesso… a quanto pare le cose non son cambiate, e effettivamente forse è perché ci piace così, con qualche pomeriggio ogni tanto di stacco! e il 15 è vicino!!
Cara Giulia, la tua sensibilità apre il cuore, è un piacere leggerti e conoscerti sempre un pò di più…. le tagliatelle poi hanno un aspetto delizioso. Ciao simo
è un piacere ottenere questi effetti! un abbraccio
Prenditi tutto il tempo che vuoi perchè per un post bello così vale la pena aspettare qualche giorno 🙂
eh mi sa che succederà sempre più spesso, un po’ di relax, la vena giusta e poi arriva il post!
OH MIO DIO!!!! Hai ESATTAMENTE gli stessi piatti di mia mamma!!!! Sono loro! Guarda qua: http://fuxifurlana.blogspot.com/2011/09/di-ananas-e-prime-volte.html
Che coincidenza 🙂
ma dai!! che caso.. sai che questi piatti sono di mia zia? me ne ha regalati due per le foto!
Eh si, hai proprio ragione Giulia, “don’t spread yourself too thin”. Sacre e sante parole. Ed e’ proprio quello che sto facendo anche io. Grazie per avermelo ricordato.
Qui in Scozia la sera e’ fresco a sufficienza da poter fare la pasta autunnale. La faro’ per gli amici di qui.
Un abbraccio
Francesca
che meraviglia la Scozia… porta un po’ di Italia là!
Ti dico: per me non c’è maggior ispirazione di una ricetta. Una ricetta racchiude in sè non tanto gli ingredienti, quando un emozione che scaturisce dal fatto che dentro un piatto c’è nascosto un ricordo e ogni piatto nuovo diventerà col tempo il ricordo di una nuova scoperta, di un aneddoto o di una persona. Quanto ti capisco!
mi piace questo concetto: in un piatto c’è dentro un ricordo e un piatto può diventare a sua volta ricordo , aneddoto, racconto… un circolo virtuoso che non si interrompe!
che poi corriamo corriamo, ma che corriamo a fare? ogni tanto mi sembra di aver perso la bussola, vorrei avere la possibilità di fermarmi e cercare di ritrovare il piacere nel fare tutte quelle cose belle e che mi rendono felice…uff, ma perchè dobbiamo sempre farci sovrastare da tutte le piccole rotture quotidiane?
già, me lo chiedo anche io! che poi se esci dal tuo tran tran e guardi dal di fuori ti rendi conto di quanto sia inutile correre così!
I want to do exactly the same with you in October! We definitely should use your pasta machine!!!
for sure!
meraviglioso post, poetico, sognate!!!!!!!!
dolci momenti pieni di magia!!!meravigliosaaaaa Giulia!!!!!!
non mi sono dimenticata…appena rientro dalle vacanze…invio tutto 🙂
baciiiiiiiii
grazie Chiara, non ti preoccupare, io son qui! 😉
Il tuo me time, assomiglia in parte al mio proposito di settembre…
spero di vederti presto. e in formissima!
un bacio
.. anche io, mooolto presto, tipo tra poco meno di 2 giorni!
Quanto è vero quello che dici…non è passato neanche un mese dalla fine delle vacanze e già siamo tutti stressati, ricoperti di diecimila impegni e senza un attimo per respirare fino in fondo..si vive in apnea… Eppure le cose appuntate sul foglio non sono malvagi., forse vanno vissute diversamente? Me lo ripropongo. Belle le tagliatelle…al farro mai fatte…le appunto su quel foglio? Baci grandi
vacanze? quali vacanze? ci sono state le vacanze? quando? eheheeh! io mi sento proprio così, come se non ci fossero mai state, eppure sono state lunghissime! appunta le tagliatelle su quel foglino! 🙂
il “me time” è sacrosanto 😉 quando ci rivredremo vedrò di portarti un pò di funghi che il mio babbo va a raccogliere in garfagnana 😉
ohmammasì!
quanta poesia tesoro nelle tue parole nei tuoi tempi che vuoi riprenderti…piccoli momenti per se stessi!!queste tagliatelle sono favolose e le foto un incanto!!baci,Imma
grazie Imma, un abbraccio
Ciao Giulia! W le piccole cose che compongono la nostra vita, quella vera…e che le passioni rimangano sempre tali…che non siano contaminate dallo stress e dalla frenesia…un saluto, Barbara
sì, ogni tanto ci vuole una piccola pausa per riscoprire il valore della quotidianità
Emozionante! Sia quel piatto di tagliatelle che tuttu quello che hai scritto!
grazie tanto tanto Silvia!
E’ veramente piacevole leggere i tuoi post 🙂
grazie Cris, mi fai un piacere immenso a dirlo!
“Ecco per te il 2° numero di OPEN KITCHEN MAGAZINE!
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Un abbraccio,
il Team di OPEN KITCHEN MAGAZINE
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Te ne saremmo davvero grati! ^.^”
deliziose queste Tagliatelle di farro ai porcini secchi!! un piatto unico ed inimitabile!
grazie!
Ciao,
ti ho scoperta oggi!!!!!!!!!!!!!
che blog RUSTICO, SEMLICE e GUSTOSO. amo le tagliatelle ai funghi porcini e non ho mai provato quelle di farro!
proverò assolutamente! intanto se ti va vieni a trovarmi!
ciao Roberta, è un piacere ‘conoscerti’! mi piacciono gli aggettivi che hai usato per descrivere Juls’ kitchen, mi fa davvero davvero piacere!
Non ho parole, just a knot in my throat as I try to hold back some tears and this overwhelming sadness I have of leaving and going so very far away. There’s still so much to do and share together! So it’s not over yet! Big, big hugs.
:’) big hugs… you know, this is just ‘shifting the level’ of our friendship!