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Dove eravamo… Cosa mi è passato per la testa negli ultimi mesi e una torta di pere e cioccolato

Ho scritto questo post centinaia di volte nella mia testa, mentre mi prendevo qualche ora libera verso la fine dell’estate godendomi gli ultimi raggi di sole, mentre camminavo lungo la spiaggia di Riccione, rincorsa dal brutto tempo, mentre cucinavo e mi perdevo tra i vapori di un risotto. L’ho limato e ho pesato le parole, le affermazioni. L’ho cancellato e riscritto di nuovo nei lunghi viaggi in macchina che ci hanno portato in giro per l’Italia per lavoro negli ultimi mesi: le parole prendevano vita e riempivano lo spazio, cercavano un appiglio nella scrittura, svanivano poco dopo in galleria.

È stata un’estate faticosa, un percorso in salita tra lavoro, scadenze e progetti che tutti insieme domandavano attenzione e concentrazione. Abbiamo scelto di non fare vacanze per poterci dedicare a tutto questo, per poter ritagliare momenti importanti di crescita personale tra un corso di cucina e un viaggio di lavoro.

Mi ero anche prefissata un obiettivo ambizioso: raggiungere l’autunno con tutti i progetti in corso chiusi per poter ripartire da lì, di nuovo da zero, con un’impostazione del tutto nuova che mi potesse guidare da ora in poi. Queste prime settimane di ottobre sono servite per ripartire, sono state una pioggia rinfrescante che lava via la polvere della stagione calda e scopre i colori bruciati di un autunno toscano.

Qualche giorno fa ho mandato le ultime email, ho chiuso la valigia e siamo partiti per una tanto attesa vacanza di cinque giorni a Berlino.

Siena  Siena

Adesso che sono tornata posso raccontarvi cosa c’è stato dietro il silenzio degli ultimi mesi, su cosa ho lavorato, quali libri e quali donne sono state fonte di ispirazione e quali sono i miei propositi per i mesi e gli anni a venire. A 35 anni ho ripensato a come ho affrontato vita e lavoro di recente e ho capito che c’era qualcosa che non andava.

Write Where You Are, il workshop di Nicole Gulotta

Ad agosto ho seguito il workshop online Write Where You Are di Nicole Gulotta, blogger e food writer dietro Eat this Poem, uno dei blog più curati, ben fatti e fonte di ispirazione che ci sono là fuori. Seguo Nicole già da un po’, sono un’avida consumatrice delle sue newsletter, forse le uniche che leggo ogni volta con interesse dall’inizio alla fine.

Per quattro settimane abbiamo parlato di creatività, bilancio tra vita privata e lavorativa. Ho aggiunto alla mia collezione nuovi libri che sviscerano il concetto di scrittura e ispirazione. Era quello di cui avevo bisogno, non guide specifiche sull’uso degli aggettivi nel food writing, ma testi di più ampio respiro che riescono comunque a toccare i punti nevralgici dei miei pensieri e, soprattutto, dei miei dubbi.

Ho divorato in pochi giorni Big Magic: Creative Living Beyond Fear, l’ultimo libro di Elizabeth Gilbert, una scrittrice che casualmente mi ha accompagnata già in un altro significativo passaggio della mia vita. Se Eat, Pray, Love mi fece riflettere e lavorare su me stessa, Big Magic mi ha messo davanti tutti quei dubbi che mi avevano ricorso negli ultimi anni.

Come posso scrivere di qualcosa di cui già stanno scrivendo in tanti, già in maniera eccellente? Cosa posso portare di nuovo? La mia visione, unica e irripetibile, il mio punto di vista, personale e fresco.

Ho capito l’importanza di lasciare andare: dubbi, insicurezze, ma anche competizione, senso di inadeguatezza, di inferiorità. Il primo passo è stato smettere di paragonare il mio lavoro a quello degli altri, i miei risultati a quelli degli altri. È tutt’altro che naturale, portati come siamo per educazione e cultura a guardare quello che fa il nostro vicino, a considerare sempre il suo giardino più rigoglioso, il suo blog e le sue ricette più apprezzate. È facile? Per niente. Ci sono riuscita? Non ancora, non del tutto, ma ogni volta che mi trovo a paragonare i miei successi a quelli dei miei colleghi mi fermo e faccio un respiro e provo a sorridere.

Mi guardo dentro, mi abbraccio come a sentire fisicamente la mia presenza, penso ai piccoli passi che ho già fatto e a quelli che posso fare, mi gusto i progressi, guardo al mio lavoro, prendo ispirazione da quello degli altri, mi circondo di belle letture, di parole e immagini che mi possano arricchire, e vado per la mia strada, al mio passo, senza fretta.

campagna toscana

Settimana dopo settimana con Nicole abbiamo affrontato i miti che sono legati alla figura dello scrittore, l’organizzazione del tempo per scrivere, l’elenco delle priorità, la lista degli obiettivi settimanali. Siamo donne, umane, fatte di necessità, fragilità e insicurezze. Ho imparato a ritagliarmi tasche di tempo per scrivere, o per lo meno per buttare giù liste di idee, che a volte si sviluppano in pensieri e altre volte rimangono lì, nero su bianco, a ricordarmi i miei prossimi obiettivi.

Ho imparato a scribacchiate subito i pensieri che mi attraversano la mente o qualche parola che mi colpisce su un foglio o sulle note del telefono. Sembrano pensieri scollegati e disarticolati, ma mi servono per fermare un momento. Ci sono tornata più tardi e quei pensieri sono diventati frasi con un senso compiuto, commenti, questo post.

Una delle domande che più ha segnato questo percorso questa estate è stata: Cos’è per te il successo? Ottenere il contratto per un nuovo libro di cucina o scrivere per un magazine importante? Il successo, mi sono resa conto, è avere il tempo di scrivere un post che voglia dire qualcosa per me, scegliere una ricetta che funziona, rispettare i tempi che mi sono data, trovare le parole giuste, l’attacco accattivante. Il successo è fare bene ed essere soddisfatti del proprio lavoro. Il successo è avere il tempo di leggere, per approfondire, per ricercare, per capire quello che ti interessa in un certo momento.

Bichi borghesi

Abbiamo anche toccato il tema fondamentale del permesso. Chi è che può darti il permesso di fare qualcosa, di essere qualcuno? Nessuno. Nessuno può dirti che è arrivato il momento giusto, che ora hai le carte in regola per provarci, non esiste una licenza che ti autorizza a tentare. Siamo gli unici che possiamo garantirci questo permesso. Ironia del destino, molte volte siamo noi stessi a negarcelo.

Quando ho smesso di definirmi food blogger e ho iniziato a presentarmi come food writer, food photographer e insegnante di corsi di cucina ho fatto un salto enorme nella consapevolezza e nell’accettazione di me stessa. Non è questione di essere presuntuosi, ma di chiamarci con il nome che ci spetta e che meglio ci descrive. Smettere di definirmi food blogger mi ha allontanata dalla competizione a volte troppo spinta, dalla paura di non essere accettata, dall’ansia di non appartenere a un gruppo. Il blog è uno dei miei canali di espressione, dove raccolgo parole, pensieri e immagini, ricette e ricordi, è il mio posto nel mondo, ma non sono soltanto una blogger.

Ho capito anche che nel sovraffollare la mia vita di impegni, nell’usare ogni momento libero per essere più produttiva e nel dire sì a ogni proposta di lavoro mi stavo facendo del male. Sì, perché anche se a volte duro fatica ad ammetterlo, il mio è un lavoro creativo, e come ogni lavoro creativo ha bisogno di tempi e e spazi per esplorare, ricercare o anche solo e semplicemente contemplare un’idea, rigirarla nella mente. Ho bisogno del contatto con la natura, di leggere, di creare con le mie mani, di scrivere con una penna su un foglio di carta, di prendermi cura di me, di fare attività fisica, di vedere i miei amici e passare una serata al cinema, di avere i miei spazi per far bene e per esplorare il mondo fuori. Tutto questo non ruba tempo al lavoro, anzi, mi permette di farlo meglio.

Uno dei miei obiettivi per questa nuova stagione è fare meno, ma meglio. L’essere sempre impegnati e il non avere tempo per un tè in santa pace non è un vanto, non deve essere un motivo di orgoglio, ma un campanello di allarme.

Questo campanello l’ho sentito suonare, e sto prendendo provvedimenti. Ho iniziato comprando un tè verde molto buono, un piccolo lusso innocente, che richiede del tempo e un po’ di concentrazione per essere preparato. Si inizia dal basso.

Workshop con Helene  Workshop con Helene

Food Styling and Photography Workshop con Hélène Dujardin

Poi c’è stato il workshop con Hélène. Quando ho scoperto che fotografare mi piaceva tanto quanto cucinare e scrivere, il suo blog è stato la fonte di ispirazione principale per imparare, per affinare il mio stile. L’ho seguita nell’evoluzione del suo lavoro, da blogger a food photographer professionista, e del suo stile. Ora è personale, riconoscibile, il little black dress della food photography. Hélène riesce a catturare l’essenza di un piatto, a renderlo appetibile e desiderabile, ha un forte senso della composizione e dei colori, gioca con la luce, con i pieni e i vuoti.

L’ho ammirata per anni, ho consumato il suo libro Plate to Pixel, che è diventato la mia bibbia per la food photography, e poi finalmente, dopo tutto questo tempo, l’ho incontrata. Quanto avrei voluto tornare indietro di sei o sette anni e dire alla Giulia di allora che sarebbe successo, che avrebbe incontrato quella che più la stava aiutando a capire che tipo di fotografa voleva essere, che con il suo sapiente uso di colori e forme le stava indicando una strada. Quanto avrei voluto dire a quella Giulia che, nonostante le difficoltà, faceva bene a credere nelle sue possibilità e a investire nel suo futuro.

Quando incontri qualcuno che è stato così importante per la tua crescita c’è sempre il rischio che la realtà non tenga il passo con la fantasia. Con quale sollievo e con quale gratitudine posso dire che Hélène è tutto ciò che avevo immaginato, e anche di più. Abbiamo passato più di una settimana a cucinare insieme, a parlare di stile, di professionalità, di scelte. Ho imparato dal solo guardare come gestisce uno scatto e, ancora di più, l’insegnamento. Mai distruttiva, ma sempre propositiva, sempre capace di individuare un aspetto positivo. La sua timidezza diventa uno stimolo in più che la spinge ad aprirsi, che mette tutti a suo agio.

Da lei ho imparato l’importanza della caparbietà, del lavorare a testa bassa per raggiungere un obiettivo, del fare scelte coraggiose che contemplano qualche no. I no detti a lavori magari remunerativi ma non in linea con ciò che vogliamo essere sono proprio i più importanti, quelli che poi andranno a definire chi siamo e la nostra professionalità.

Mi ha fatto sorridere quando ha ammesso di lavorare tanto a uno scatto fotografico perché sia il più perfetto possibile, per limitare poi i tempi di post produzione: amo il mio lavoro, ha detto, ma preferisco passare del tempo con i miei amici invece che al computer. Quante lampadine ha acceso questa semplice affermazione, quante campanelle hanno suonato tutte insieme. Ha riassunto in poche parole tanti dei miei pensieri di quest’estate.

Per qualche settimana mi sono trattenuta dal fotografare, ho raccolto piano piano tutti i pezzi, per capire finalmente che tipo di foto corrispondessero al mio stile, per far sì che tono di voce, parole e immagini ritornassero finalmente a combaciare… e poi son tornata.

Torta di pere e cioccolato

Ci ho messo tanto.  Stavo trattenendo la voglia, mi prudevano le mani, ma volevo aspettare fino a che non avessi fatto tutto ciò che dovevo, chiuso il libro, consegnato lavori, rispettato scadenze. È stato come caricare l’arco, trattenere la tensione il più possibile e poi finalmente scoccare la freccia. Libera.

Adesso che sono (quasi) tornata al punto zero, con nuove pagine da scrivere e più tempo per me, per appassionarmi a nuovi progetti e per pormi nuovi obiettivi, per credere di nuovo nella bellezza di quello che faccio, ricomincio da capo.

E torno con qualcosa di semplice, che ho fatto spesso durante gli ultimi corsi di cucina e che volevo condividere con voi, una torta di pere e cioccolato all’olio di oliva. In fondo ve la meritate, se mi avete seguita fino a qui!

Torta di pere e cioccolato all’olio di oliva

Questa torta è anche la mia torta virtuale per il compleanno di Tommaso. Quest’estate molte donne sono state una fonte di ispirazione e hanno illuminato una parte del percorso che stavo facendo, ma devo a lui il primo passo. Lui mi ha fatto capire che avevo bisogno di rallentare e di cambiare la prospettiva. Oltre ai grazie fatti di baci, abbracci e sorrisi, a volte tra le lacrime, che gli ho detto in più di un’occasione, se ne meritava anche uno qui, più ufficiale.

Ma parliamo della torta. È un dolce autunnale nei colori e negli ingredienti: il cioccolato piano piano rientra in cucina a braccetto con le pere. L’olio d’oliva restituisce il sapore di un dolce casalingo, umile, che si riscatta però con la decorazione. Le pere disegnano la superficie e si caramellano in forno sotto una spolverata di zucchero di canna e qualche fiocchetto di burro.

Mi sembrava la torta giusta per tornare: semplice, ma con carattere.

Torta di pere e cioccolato
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Torta di pere e cioccolato

Portata Dolce
Cucina Italiana
Preparazione: 15 minuti
Cottura: 45 minuti
Tempo totale: 1 ora
Porzioni 8 persone
Chef Giulia

Ingredienti

Ingredienti per la torta

  • 4 uova
  • 180 g di zucchero di canna
  • 180 ml di olio di oliva
  • 240 g di farina tipo 2
  • 50 g di cacao amaro
  • 15 g di lievito
  • 1 pizzico di sale
  • 1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere
  • 2 pere
  • 80 g di gocce di cioccolato fondente

Ingredienti per la decorazione

  • 2 pere
  • 2 cucchiai di zucchero di canna
  • qualche fiocchetto di burro

Istruzioni

  • Montate le uova a temperatura ambiente con lo zucchero finché non sono spumose e bianche. Aggiungete l’olio e incorporatelo delicatamente.
  • Setacciate la farina con il cacao, il lievito, il sale e il cardamomo in polvere e incorporateli delicatamente all’impasto.
  • Sbucciate le pere, tagliatele a cubetti e aggiungetele all’impasto insieme alle gocce di cioccolato.
  • Ungete di burro uno stampo rotondo di 26 cm e spolveratelo di farina e versateci dentro l’impasto. Decoratelo in superficie con le altre due pere, sbucciate e tagliate e fatte sottili. Cospargete le pere di zucchero e aggiungete qua e la qualche fiocchetto di burro.
  • Scaldate il forno a 190°C e cuocete la torta per circa 45 minuti, finché non è dorata e asciutta. Fatela raffreddare completamente prima di affettarla.
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Fetta di torta di pere e cioccolato

Link love

Ecco qualche link interessante e bello da leggere, per concludere un post che pare più una seduta di auto analisi:

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Questo articolo ha 44 commenti

  1. E’ stato bello leggerti e capire. Hai abbattuto i birilli uno a uno, senza prepotenza, con un tiro lungo, misurato, pensato. Sono molte le cose che sento comuni, ma più di tutto quel “write where you are”.
    Per molto tempo l’ho seguito senza saperlo e da un po’ ho ripreso a farlo quasi come una necessità: non c’è niente di più deprimente per chi scrive, di aver avuto un pensiero che non è riuscito a fissare nero su bianco 🙂
    Insomma Juls, in bocca al lupo per questo inizio, son certa che ti porterà solo bene!

    1. Mi fa strano rispondere al tuo commento ora, dopo tutto quello che ci siamo dette in questo weekend faccia a faccia, cuore a cuore, testa a testa. E sento che è solo l’inizio, perché quando trovi persone così affini a te, hai voglia di vederle il più spesso possibile!

  2. Ammirevole, come sempre del resto.
    È ammirevole che una persona, che già scrive e fotografa in maniera eccellente, si ponga tutte queste domande. E si dia anche delle risposte, peraltro splendide e piene di ispirazione ed entusiasmo.
    Grazie per aver condiviso tutto questo (e non smettere mai di farti domande)

    1. Ogni tanto mi faccio domande sul perché mi faccia così tante domande, mi chiedo se sia normale o se sia solo troppa insicurezza. Però mi rendo conto che se mi fermo e mi ascolto, poi sto meglio. Adesso, ad esempio, dopo questo lungo post, mi sento come nuova, più leggera!

  3. Meraviglioso post. Capisco solo ora tante cose e forse inizio anche io a prendere più consapevolezza dei miei limiti e dei miei “permessi”… anche grazie a te!

    1. Proprio oggi ho letto il tuo post con le tue considerazioni su come è cambiato il tuo lavoro con Giulio, e l’ho trovato veramente illuminante perché mette in luce come effettivamente sia possibile un modo nuovo di lavorare. Colazioni, pranzi e cene offline, ma quanto sono importanti?

  4. E pensare che il tuo blog per me è tra i migliori, che seguo e leggo ogni singola parola, frasi profonde, vere, mai scontate.
    Fai bene a interrogarti perché rafforzi la tua persona e professionalità ma posso assicurarti che fai già benissimo.
    Tantissimi auguri Giulia e anche al tuo Tommaso!

    1. Grazie Cinzia, grazie davvero. Non sai quanto fa bene sentirsi dire queste cose, e un saluto anche da Tommaso, che qui veglia su tutto con i prodigi della tecnica!

  5. leggere questo post è curativo Giulia.
    non ci conosciamo, o almeno, tu non conosci me ma io conosco te perchè tu sei una di quelle “foodblogger” che io ho sempre seguito in silenzio e ammirato. io ho cominciato per sbaglio a scrivere il blog, in un momento di sconforto totale, in un momento in cui dovevo affermare la mia identità di donna e di essere umano, non per niente il blog l’ho chiamato Sono io, Sandra. ho cominciato per sbaglio ma la cosa mi ha preso la mano, mi piace scrivere, mi piace cucinare. ho scoperto che mi piace fotografare, che ho l’occhio per il particolare avendo sempre imbrattato tele con colori e vernici fin da giovane, ho scoperto che fotografare è come cucinare, mi rimette in fila i pensieri, mi riallinea il cuore. io non sono una persona competitiva, io non amo la competizione. non mi piace dover sgomitare per farmi notare, se mi vuoi vedere mi vedi, altrimenti va bene lo stesso. negli ultimi due anni la mia vita è stata completamente stravolta, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista della foodblogger. ma ho avuto l’opportunità di fare un libro con una importante realtà fiorentina, un lilbro che è andato oltre le mie aspettative, oltre i miei sogni.
    quando parli di smettere di guardare l’orto del vicino con invidia io mi sento a casa, mi sento non più sola. lo so, sono un nulla rispetto a te, per te è un lavoro, per me è ancora una passione che però comincia a contribuire al bilancio economico familiare.
    ma in ogni mio post c’è un pezzetto di me, farneticazioni, come le chiamo io, e una foto che mi piace anche se non c’entra un piffero con la ricetta, e questa consapevolezza che si puo’ fare l’ho imparata anche dai tuoi post.
    ti ringrazio, ripeto, questo post è curativo. per il cuore, per la testa e per la pancia.
    sempre avanti così.
    Sandra

    1. Ma come non ti conosco? Ti conosco e ti seguo anche io, e ho visto il libro meraviglioso che hai fatto on Ruffino, complimenti. So quanta fatica ci sta dietro: per quanto sia una soddisfazione senza pari, per quanto ti riempia di orgoglio, c’ anche tanta stanchezza, quindi complimenti due volte!
      Ho letto con il cuore stretto il tuo post Zuppa di castagne e porcini per dare il benvenuto all’Autunno, quanta sensibilità e introspezione ci hai messo!
      Un abbraccio e complimenti, e anche tu, via così per la strada maestra!

  6. Ho letto il tuo post un paio di volte perché meritava una lettura lenta e attenta. Tutte le tue domande sono giuste, e le risposte incoraggianti 🙂 Mi piacerebbe poterti trasmettere la sensazione di bellezza e benessere che si prova a leggere i tuoi post come a frequentare i tuoi corsi. Riesci a rendere meravigliose anche le piccole cose. Credo di poterti dire che sei una fonte di ispirazione per molte donne al pari di quelle che hanno ispirato te. Tutti i successi che hai avuto li hai meritati con il tuo impegno e l’instancabile dedizione che ci hai messo. Così come ora meriti di goderti un buon thè e un po’ di tempo per te stessa. Sarà un piacere tornare a leggerti più spesso. Ti ringrazio tanto!

    1. Grazie a te Erika. Ti rendi conto di quanta ispirazione, voglia di fare bene e curiosità trasmetti con il tuo lavoro? quando abbiamo passato insieme quelle due giornate, qualche anno fa e poche settimane fa, io tutto questo l’ho sentito. Sei una che non ha paura di mettersi in discussione, di mettersi alla prova, e questo rende sempre più forti!
      Grazie di cuore per quello che mi dici, e a presto!

  7. Cara Giulia,
    come ti accennavo su fb, condivido molti dei dubbi che ti sei posta. Di certo non pensavo che anche tu ti ponessi tali domande. Cioe: sono tanti anni che sei nel settore, il tuo livello è elevatissimo su tutto (corsi, blog, workshop), hai avuti molti riconoscimenti…eppure anche tu guardi l’erba del vicino. Questo fa tanta tenerezza, sai? Anche io spesso mi chiedo “…ma chi me lo fa fare”…ne parla anche la Gilbert…i momenti di sconforto sono tanti.La gente a volte è anche cattiva e preferisce esprimere la propria negatività piuttosto che incoraggiarti. Immagino che al tuo livello, professionale, sia anche peggio….E allora capisco le mille domande che ti vengono in mente…come posso fare meglio…devo accettare questa proposta oppure no…il blog tal dei tali è più bello del mio…dove voglio andare…cose così. Quello che mi sento di dirti col cuore in mano è che da un po’ di tempo mi ritrovavo a rimpiangere i tuoi post più “personali” quelli in cui parli di te, della tua vita, della tua passione per la cucina, dei tuoi libri. Non perchè sia una curiosona, ma solo perché sono veri e genuini. Perciò sono contenta di aver letto questo post. Ben vengano i progetti lavorativi – ci mancherebbe – ma io egoisticamente avevo proprio voglia di riascoltare, o meglio rileggere, Giulia. E’ lei il motivo per cui guardo questo blog, in fondo è solo lei. Tutto il resto viene poi…Perciò sono strafelice che tu abbia deciso di ritagliarti del tempo in più. Del resto cosa potremmo raccontare se non avessimo il tempo di vivere la vita e guardare il mondo? Ti abbraccio fortissimo…
    Chiara

    P.S.: riusciremo mai a conoscerci di persona??…mannaggia mannaggia…ne sarei troppo troppo felice…

    1. Tutto quello che mi scrivi qui era anche nella mia mente e nel mio cuore negli ultimi mesi. Sentivo la mancanza di Giulia qui sul blog. C’ero, ma ero come filtrata, trattenuta. Ora che sono tornata a scrivere come voglio, quello che sento, mi sembra di avere di nuovo in mano mille possibilità. Non so da dove cominciare, ma ho già una lunga fila di post in attesa!
      Un abbraccio forte e speriamo davvero di conoscerci presto di persona!

    1. Grazie Maite! 🙂 tu sei una di quelle persone che è bello avere attorno, di quelle che arricchiscono la tua vita con spunti interessanti e bellezza!

  8. Cara Giulia da anni ti seguo, ti leggo, ti porto ad esempio di tutta la categoria (blogger e non food blogger) ma anche di donne la cui vita è un esempio. E anche stavolta mi sorprendi. Quanta umiltà, consapevolezza, testa bassa e profondità trapelano dal tuo post. E dire che sei una delle top!

    Sai.. io sono giunta a conclusioni simili dopo aver avuto mio figlio Oliver. Ho capito che c’è qualcosa di più importante del “successo” (poi vorrei capire cos’è), dell’aggiornare spasmodicamente il blog ogni santo giorno (e infatti ora non lo faccio più) e dell’accettare lavori su lavori… c’è il nostro tempo. Nel mio caso il tempo di una mamma – cosa che ti auguro presto di provare – che non potrà mai ripetersi.
    E quanto concordo sul punto della creatività… per scrivere bene, con passione, bisogna avere la voglia che ti nasce dall’aver vissuto un’esperienza, da una camminata, un tè con le amiche o un libro/film che ci ha preso.
    Il vero lusso oggi è lavorare meno e godersi di più la vita. Il mio obiettivo è questo.
    Sono contenta che anche tu sei sulla stessa strada. Auguri a Tommaso degno compagno di strada 🙂
    con affetto
    Elena

    1. Elena mi hai lasciata senza parole! Son passati quasi quattro anni da quando ci siamo conosciute in montagna, la mia prima volta in Trentino, la mia prima vacanza con nuovi amici, e quante cose sono cambiate!
      Come con Federica più sopra, l’arrivo di un bambino ha sconvolto la vita di una mamma/libera professionista/blogger facendole capire l’importanza del tempo irripetibile, che non torna. Nuovi obiettivi e nuovi piccoli lussi, quanto è vero! Spero di poter arrivare alla piena consapevolezza che avete adesso tu e Federica, per potermi godere la vita, e quegli attimi che non tornano!
      Un abbraccio e grazie ancora

  9. Questo post è davvero istruttivo ed introspettivo, mi ha fatto molto riflettere e mi ha aperto la mente a nuove idee…non posso che ringraziarti x questo!
    Ottima anche la ricetta, cioccolato e pere è il mio must x l’autunno ^_^
    A presto <3

  10. 5 stars
    Ciao Giulia,
    ho letto il tuo articolo tutto d’un fiato e tra una riga e l’altra sussultavo, hai espresso pensieri e sentimenti per me davvero familiari. Mi sono soffermata molto sul pensiero del “permesso”, sul quel “momento giusto” sempre rimandato dal mio senso di inadeguatezza, su quell’ansia da prestazione data dal confronto con gli altri. Fatto sta che ho intrapreso anch’io questa strada, il cibo è diventato il mio lavoro a tutti gli effetti, eppure non riesco ancora a definirmi “food photographer” senza provare imbarazzo e cambiare colore 🙂 Grazie per la riflessione e complimenti per tutto il tuo lavoro, provo grande ammirazione per te e ci tenevo a dirtelo!
    Un saluto,
    Antonella

    1. Tu dovresti stamparti una maglietta con su scritto ‘io sono una food photographer’, o ancora meglio, semplicemente una fotografa, perché sei veramente veramente brava. Anche se ti fa arrossire, e questo secondo me è tanto bello e autentico, dillo a voce altra e piena di orgoglio!
      Un caro saluto a te

  11. Sembra che stia soffiando un vento particolare, in questo periodo: quello della ricerca della consapevolezza. Delle cose che davvero contano nella Vita. Non sei la prima donna (e non “blogger”, e non “food-blogger”, solo semplicemente donna!) che leggo su questi toni e mi piace davvero tanto, perché quel vento sta sollevando anche me, in questo periodo: stiamo cercando il successo, quello vero, quello fatto non dai soldi e dalla fama ma dalla serenità della consapevolezza.

    Il successo? Il successo è tante cose:
    “Ridere spesso e di gusto;
    ottenere il rispetto di persone intelligenti e l’affetto dei bambini;
    prestare orecchio alle lodi di critici sinceri e sopportare i tradimenti di falsi amici;
    apprezzare la bellezza;
    scorgere negli altri gli aspetti positivi;
    lasciare il mondo un pochino migliore, si tratti di un bambino guarito, di un’aiuola o del riscatto da una condizione sociale;
    sapere che anche una sola esistenza è stata più lieta per il fatto che tu sei esistito.
    Ecco, questo è avere successo.”
    L’ha scritto una donna, guarda caso: Bessie Anderson Stanley. E credo non avrebbe potuto descriverlo con parole migliori.
    E anche tu in questo post l’hai fatto al meglio, con parole e immagini e Cuore. Grazie!

  12. Grazie, Giulia, per questo post. Mi è piaciuto moltissimo leggerti e mi sono ritrovata in molte cose. Farò tesoro della tua condivisione e anche dei link che ci hai lasciato! Ti abbraccio

    1. Grazie Myriam! Se ti capita leggi qualcosa sul blog di Nicole Gulotta, ha un bimbo che ha più o meno l’età di Adele!

  13. Seguirti fin qui non è stato difficile, cara…un passo tira l’altro come le ciliegie!!Quindi questa torta la mangio tutta con gli occhi…e…chissà che non la replichi!!Molti input preziosi, i tuoi. Peccato vivere così distanti. Spero, un domani, di raggiungerti in un tuo corso. Ringrazia anche te stessa, però. Sei tu che hai fatto tutto questo 😉

  14. Tutto mi aspettavo fuorché tu potessi sentirti insicura o inferiore guardando risultati di altri tuo colleghi food blogger o, come preferisci definirti tu, food writer.
    E te lo dice una che ha appena iniziato, con il suo piccolo e basico blog.
    Te lo dice una che quando pensa ad uno dei suoi punti di riferimento in questo campo, pensa a te, che hai quel modo di scrivere così genuino ed (apparentemente) istintivo e che tratti di quella cucina molto simile alla mia…quella che in fondo riprende le vecchie tradizioni.
    Mi rendo conto già da ora però che “i posti liberi” in questo ambiente sono ormai più pochi.
    C’è tanta scelta, tante carne al fuoco…in egual modo eccellente.
    È difficile ritagliarsi un angolino che abbia anche solo un minimo di visibilità.
    Per questo motivo io sono partita e resto dall’idea di continuare a fare il blog principalmente per me, per una mia soddisfazione personale.
    E se per ora lo legge solo la mia mamma non ha importanza.
    Non mi abbatto.
    Perciò non farlo nemmeno tu Juls.
    Tu che dai tanto a ciò che fai, che hai ricevuto già tanto e riceverai ancora di più, ne sono certa.
    Con affetto.

    1. Cara Selena, credo che il tuo sia proprio l’atteggiamento giusto, finché sentirai il blog come qualcosa di tuo, nato per una tua soddisfazione personale, ti porterò gioia e appagamento. Per me è ancora così, è il mio angolo di libertà!

  15. grazie Giulia..ti seguo da tanto tempo..
    faccio le tue ricette e so ad occhi chiusi che vengono bene..sei la prima fonte che consulto ogni volta che voglio cucinare ma non solo ti consulto anche quando devo venire in Toscana..!!
    …ancora mi ricordo “Non Solo Ciccia”..che posto splendido e come si mangia bene..
    Bellissimo post!..mi sono ritrovata in tante cose..come se tu avessi letto i miei pensieri..
    GRAZIE

    1. Liebe Giulia,

      ho intravisto questo tuo post da qualche settimana, ma ho voluto conservarlo per leggerlo al momento giusto, in pace, senza fretta, come merita… E l’ho fatto, con in mano una tazza di té fumante ai frutti di bosco. Proprio quel bosco… quel profumo evocativo e avvolgente che ti abbraccia in una giornata d’autunno.

      Per chi ti vede e ti legge dall’esterno, e ti segue con tanto affetto, non è facile intravvedere cosa c’è davvero dietro ogni foto patinata, ogni ricetta gustosa, ogni post accattivante. A noi “pubblico” appare solo il bello e il buono che tu trasmetti.
      Capisco benissimo le tue ansie, i tuoi dubbi, il tuo percorso. E capisco anche quanto non sia stato facile condividerle con te stessa e con tutti noi… Ma una cosa ti voglio dire: dai tuoi post, dai tuoi testi, dalle tue immagini mergavigliose, MAI e poi MAI ho potuto dubitare (e credo come me, molti altri) della qualità del tuo lavoro, della grandezza del tuo impegno, della profondità della tua passione, in tutto ciò che fai. A prescindere da quell’idea contemporanea – e discutibile – di “successo” che ha ormai pervaso la vita di tutti noi…
      Si capisce, liebe Giulia, che sei una persona VERA. E di questo non devi dubitare mai.

      Cari saluti
      Alex

  16. 5 stars
    Ieri sera avevo voglia di un dolce con il cioccolato e le pere, e un ricordo molto nitido mi ha riportata qui. Volevo che sapessi che avevo provato questo dolce (finalmente!), che avevo davvero usato l’olio, superando la paura che quello che avevo a disposizione fosse troppo profumato, che potesse rovinare l’equilibrio di sapori. Questo dolce è una bontà, morbido e goloso, proprio come un sabato mattina. Mi è presa la voglia di rileggere il post, che hai scritto – che avevo letto – proprio in un momento cruciale della mia vita, un periodo di pochi ma fondamentali cambiamenti che mi hanno resa felice come non mai. È passato tanto tempo, le circostanze sono cambiate e quella innocente serenità ora gioca a nascondino con me, la scopro e la rincorro, ma non riesco ad afferrarla. È vero che l’universo ha contribuito a negarci molti permessi negli ultimi mesi, ma la possibilità che siamo noi stessi a proibirci tanti piccoli lussi – innocenti, come dici tu, ma importanti per una vita serena – è sempre dietro l’angolo, nemmeno tanto nascosta. Queste tue parole servono anche a ricordarci quello che di tanto in tanto dimentichiamo, che a volte abbiamo bisogno di un tè verde lento a prepararsi, di 20 minuti di yoga e respiri, di pagine stampate. Quindi grazie Giulia, non solo per la ricetta, per le foto, per i suggerimenti di lettura, ma anche per le tue riflessioni, ancora così attuali e importanti. Un abbraccio!

    1. Grazie Anna, per essere tornata indietro fino a qui, per aver provato la torta, per avermi fatto rileggere questo post, e i link che al tempo avevo raccolto. Ne avevo bisogno anche io.
      Un abbraccio

  17. Non passavo da tempo, e quante cose mi ero perso! Grazie mille per questo splendido blog, e nello specifico per questo articolo! Alla prossima!

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