Mamma posso invitare un’amica a pranzo? Cotolette con panatura di nocciole
Ho una mamma e una nonna dal cuore d’oro. Fin da quando ero bambina hanno sempre accettato con entusiasmo la mia proposta di invitare una o più amiche a pranzo, per poi fare i compiti insieme nel pomeriggio.
Sapete bene che io abito in campagna, quindi avere degli amici a pranzo aveva una trafila burocratica di tutto conto. I genitori dei miei amici dovevano mettersi d’accordo fin dal giorno precedente con gli autisti del pulmino per far sì che anche le mie compagne potessero salire sullo scuolabus giallo, quello che dopo la scuola se ne andava verso la campagna. La mia gioia di bambina cominciava qui.
Ero sempre emozionata all’idea di condividere quel viaggio di più di mezz’ora che ogni giorno mi portava da scuola a casa. Per chi non era abituato a quel tragitto lungo, tra campagne, strade sterrate e paesini era quasi come una gita. Per me invece di solito erano momenti in cui sognare a occhi aperti: giochi, una sorellina, capannini sull’albero, Natale… ho cominciato presto a ricamare grandi sogni!
Appena arrivati all’inizio del mio paesino scendevamo dallo scuolabus e facevamo tre minuti di camminata a piedi. Era quello il momento per chiacchierare, ridere, fare pettegolezzi su compagni e amici, perché si sa, le bambine sono chiacchierone fin da piccole! Appena arrivate a casa ci accoglievano mamma o nonna con il pranzo già pronto. Lavatevi le mani e venite a tavola, che è pronto!
Di solito il menu per queste occasioni era sempre lo stesso, perché si pensava che quello fosse un giorno un po’ speciale. Per primo ci aspettava un piatto di pasta al ragù – c’era sempre un vasetto pronto nel congelatore – o al pesto, se era la stagione del basilico. Come secondo c’erano quasi sempre cotolette di carne fritta. Mamma e nonna pensavano di preparare qualcosa che potesse piacere a tutti i bambini, anche a quelli più difficili nel mangiare.
Poteva essere pollo, tacchino, maiale… La carne dentro morbida e la crosticina croccante, sempre. Di solito nonna faceva anche le patatine fritte, quelle vere: patate sbucciate, tagliate a spicchi e fritte nell’olio di oliva. Dopo questo lauto pasto portavano a tavola una cesta di frutta e noi potevamo scegliere tra mandarini, albicocche, pesche o mele, a seconda di quello che la stagione ci regalava.
Dopo il pranzo via a fare i compiti, in attesa del tardo pomeriggio quando qualcosa di dolce arrivava all’ora di merenda. Poteva essere una fetta di crostata, di ciambellone, un tè con i biscotti o, in estate, una coppetta di gelato.
Quando c’erano le amiche a pranzo erano giorni speciali, ecco perché era un giorno adatto a friggere qualcosa. A casa, infatti, non abbiamo mai avuto l’abitudine di friggere: cotolette, patatine, carciofi o frittelle, era tutto riservato ai giorni speciali, come il coniglio la domenica. Queste cotolette con panatura di nocciole mi ricordano tanto le bracioline fritte fatte quando venivano a trovarmi i miei amici. Sono anche senza glutine, insolite, si fanno velocemente e ancor più velocemente spariranno dal piatto.
Ecco come ho usato le nocciole Ventura. La carne di maiale bianca senza venature di grasso è particolarmente magra e quindi la panatura di nocciole fa sì che la carne rimanga morbida e succosa all’interno, mentre all’esterno è coperta da una crosticina croccante fatta da qualche cucchiaio di nocciole tritate finemente e da un filo di olio extravergine di oliva in padella.
Il contorno ideale, ovviamente, sono patate tagliate a spicchi e fritte con poco olio di oliva, rosmarino e due spicchi di aglio. Invece della maionese per gli adulti si può abbinare un cucchiaio di senape forte che smorza la dolcezza della carne di maiale e dà una marcia in più a un piatto che piace sempre a tutti.
Cotolette di maiale con panatura di nocciole
Ingredienti
- 200 g di fettine di arista sottili
- 150 g di nocciole
- 1 uovo
- Olio extra vergine di oliva
- 4 patate
- 2 spicchi di aglio
- 2 rametti di rosmarino
- Sale
- Senape forte
Istruzioni
- Frulla le nocciole finché non sono ridotte in farina piuttosto grossolana.
- Sbatti l'uovo in un piatto fondo. Passa ogni fettina nell'uovo, scolala e passala nelle nocciole tritate.
- Scalda qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva in una padella ampia e cuoci le fettine di arista per circa 2 - 3 minuti per parte, finché non sono dorate.
- Metti le fettine di arista alle nocciole su un piatto con carta assorbente e salale.
- Come contorno pui preparare patate cotte in padella con olio, rosmarino e aglio.
- Accompagna patate e arista con un cucchiaio di senape forte.
Save the date
Aspetto gli amici fiorentini domani martedì 25 novembre alle 15.30 nell’Auditorium Confesercenti in Piazza Pier Vettori 8/10 per la presentazione del mio libro, Cucina da chef con ingredienti low cost.
Cinzia Caraviello Direttore del Cescot Firenze (Agenzia Formativa di Confesercenti) farà una breve introduzione. Ci sarà poi Aldo Fiordelli (Giornalista di enogastronomia, anche per le Guide dell’Espresso) nel ruolo di relatore e Lapo Cantini (Responsabile Relazioni Esterne Confesercenti Firenze) nel ruolo di moderatore. In tutto questo parleremo del libro e ovviamente di buone ricette. Al termine non perdetevi l’aperitivo!
Carissima Giulia, non sono riuscita ad organizzarmi per venire alla presentazione del tuo libro domani che ormai ho sfogliato, letto, usato e sporcato molte volte!
Nel leggere il post mi sono rivista nei panni di mamma, spero che mia figlia apprezzi i salti mortali che faccio quando invita a pranzo le sue amiche, sempre graditissime, perchè lavorando mi devo organizzare molto, ma molto bene…
Buona giornata.
Enrica
mi hai fatto fare un bellissimo e nostalgico tuffo nel passato…anche la mia mamma e mia nonna nei giorni “speciali” per noi bimbe facevano le cotolette, accompagnandole col purea di patate 🙂
grazie per i tuoi post, (e le ricette), si leggono sempre con piacere
alessia
Che bei ricordi.. io invece, a casa, ero da sola e dovevo pure pensare a riscaldare, per me e il fratellino, il pranzo lasciato in forno dalla mamma!
🙂
Che bell’idea usare le nocciole per la panatura!
Il tuo racconto mi ha commosso profondamente e mi ha riportato nel salotto di mia zia, che da quest’anno non c’è più, che aveva la porta aperta per tutti, ed ogni volta che mangiavo da lei, faceva le fettine impanate e le patatine fritte, quelle vere, come dici tu, e poi con il pangrattato che avanzava faceva le frittelle di pane, le più buone che abbia mai mangiato, perchè avevano il gusto dell’amore!
Cara Giulia, è da un po’ che ti leggo, ti ho scoperto con piacere su Instagram!!
Che bello sapere che certe cose sono uguali quasi in tutta Italia!!
A casa della mia nonna materna (friulana di origini austriache trapiantata in Trentino) ogni domenica quando andavamo a pranzo da lei ci preparava tagliatelle al ragù fatte in casa da lei (e qualche volta da me
Non so che ho fatto ma manca mezzo commento!
Insomma volevo solo dire che anche dalla mia nonna il menù era tagliatelle al ragù e cotolette con patatine!
E per mia gioia il menù non è cambiato anche se i nipoti sono cresciuti e ora sono trentenni!!
A parte che avrei tanto voluto essere una tua compagnia di classe, per la gita sullo scuola bus, le chiacchiere, le cotolette, le patate “vere”, i compiti magari un po’ meno… ma quanto sei brava’ ti ho vista su Oggi Cucino, grande! a Natale regalo il tuo libro a qualche amica, così imparano qualcosa leggendo un libro piacevole, con ricette ottime, ben spiegate e abbordabili!!!
Quei pranzi con le amiche credo siano tra i ricordi più genuini, puliti e freschi che tutti noi abbiamo. Viva le cotolette e le patatine, specialmente se si condividono con qualcuno di speciale!
Presi letteralmente per la gola, abbiamo preparato questo piatto l’altra sera: è stata una cena veramente spettacolare!! Grazie 😀 Erika