Il sartù di riso, ovvero la scatola delle meraviglie
Ah, ma è una strada importante, una strada di lusso, disse mamma. Non mi ricordo nemmeno quale fosse l’indirizzo preciso, ma sono sicura che questa fu la sua risposta. Questa è più o meno la sua reazione ogni volta che le nomino una strada di Firenze. La sorella di una sua zia abitava da giovane in Via de’ Servi, e quando andava a trovarla rimaneva affascinata da quei nomi altisonanti, dai palazzi alti, dai viali spaziosi. Ancora oggi quando le rammento il nome di una strada, si fa prendere dallo stesso stupore di quando era piccola.
Era metà dicembre e dovevo andare a presentare il mio primo libro ad una cena di un circolo di signore che si ritrovavano ogni mese per parlare di cucina e cucinare insieme. Quello era anche l’ultimo giorno di lavoro in ufficio, la fine della vecchia vita e l’inizio della nuova. Ricordo che corsi a cambiarmi in bagno prima di andar via, per indossare un vestito nero e le scarpe col tacco, riservate alle grandi occasioni. Guidai in apprensione fino a Firenze e dopo aver sbagliato diversi incroci, come mio solito, trovai finalmente la casa dove mi aspettavano.
Fui accolta da un portiere che mi indicò l’ascensore e finalmente si spalancò la porta su una casa luminosa e bellissima, dove entrai traballante sui tacchi, tenendo in bilico una scatola pesantissima piena di libri. Poggiati da parte i libri ebbi finalmente modo di guardarmi intorno. Era la casa più elegante che avessi mai visto: le luci, l’albero di Natale, le signore eleganti e raffinate, gli uomini che parlavano in un angolo di argomenti che andavano al di là della mia comprensione. Oltre a tutto questo a distanza di più di tre anni ricordo ancora con precisione la prima portata di quella cena così insolita per me: il sartù, un timballo di riso napoletano ricco e festivo.
Quando stendevo il menù a base di riso per Curtiriso sapevo cosa avrei voluto fare come primo, quindi ho scorso l’indice de Il talismano della felicità di Ada Boni finché non l’ho trovato, il sartù di riso. Come al solito la ricetta di Ada Boni è servita da ispirazione e poi sono andata avanti di testa mia.
Non fatevi spaventare dal procedimento lungo: preparate tutti gli ingredienti del ripieno e solo allora procedete con il riso del sartù, per arrivare a formare la scatola delle meraviglie: polpettine fritte e cotte nel sugo, mozzarella, pisellini primavera e salsiccia. Se vi viene in mente altro, fatevi avanti e arricchitelo a gusto vostro.
Questa elegante preparazione è conosciuta nella cucina napolitana col nome di sartù e costituisce un ottimo inizio di colazione. Avendo degli invitati provate ad eseguire il sartù e ne rimarrete veramente soddisfatte, come soddisfatti resteranno gli ospiti.
Ada Boni, Il talismano delle felicità
Il riso usato: Arborio. Il Riso Arborio è ideale per tutti i risotti o per qualsiasi preparazione di riso asciutto. Inconfondibile grazie ai sui chicchi grandi e perlati e alla sua resa elevata. Durante la preparazione i granelli cuociono perfettamente ed in modo uniforme mantenendo al dente il nucleo centrale ricco di amido e garantendo sempre un’ottima mantecatura.
Sartù di riso
Ingredienti
Per il sugo con le polpettine
- 250 g di macinato di manzo
- 100 g di salsiccia fresca
- 50 g di Parmigiano Reggiano grattato
- 1 uovo
- Sale
- Pangrattato finissimo per ricoprire le polpettine
- Olio extravergine di oliva o di semi per friggere
- 750 ml di passata di pomodoro
- 1 spicchio di aglio
- Sale
Per il riso del sartù
- 400 g di riso Arborio
- 50 g di Parmigiano grattato + 100 g da usare per il ripieno
- 1 uovo intero
- 4 cucchiai colmi di pisellini alla fiorentina
- 1 salsiccia fresca da circa 100 g
- 250 g di mozzarella fresca
- Burro
- Pangrattato
Istruzioni
- Prima di preparare il riso che formerà l'ossatura del timballo è bene preparare il ripieno, che potrà essere più o meno ricco, a seconda dei casi e della spesa che si vuol fare.
- Per preparare il sugo con le polpettine di carne impasta il macinato con la salsiccia, il parmigiano e l'uovo in una ciotola, mescolando gli ingredienti con le mani per amalgamarli bene. Aggiungi anche un cucchiaino colmo di sale. Con le mani ben pulite forma delle polpettine grandi come una nocciola e friggile in più volte in olio ben caldo per pochissimi minuti, finché non saranno dorate. Adagiale su un piatto rivestito di carta da cucina per scolare l'olio in eccesso e prepara il sugo di pomodoro.
- In una pentola capiente scalda qualche cucchiaio di olio extravergine di oliva con uno spicchio di aglio schiacciato. Quando l'aglio sarà dorato aggiungi la passata di pomodoro e falla sobbollire a fuoco basso per una decina di minuti per insaporirsi. A questo punto aggiungi le polpettine e cuoci a fuoco basso per altri 10 minuti.
- Per preparare il timballo, una volta che tutti gli ingredienti sono pronti, inizia a preparare il riso.
- Usa due ramaioli del sugo di pomodoro delle polpettine, lasciando le polpettine da parte, e mettilo sul fondo di una pentola. Scaldalo e aggiungi il riso. Portalo fino a 2/3 di cottura aggiungendo via via dell'acqua calda. Attenzione che tende ad attaccarsi, quindi tieni il fuoco al minimo e mescola spessissimo senza perderlo d'occhio. Toglilo dal fuoco, aggiungi un uovo intero sbattuto e il Parmigiano grattato, mescola e stendilo in una teglia in modo che si raffreddi completamente.
- Prendi uno stampo da 18 cm di diametro, imburralo completamente e spolveralo di pangrattato, Scuoti lo stampo per rimuovere il pangrattato in eccesso. Fodera lo stampo con il riso ormai freddo, lasciandone da parte qualche cucchiaio per chiudere il timballo.
- Mescola il sugo con le polpettine, i piselli e la salsiccia sbriciolata e falli cuocere tutti insieme per qualche minuto per insaporirsi.
- Riempi la scatola di riso così formata con uno strato di sugo con le polpettine, uno strato di mozzarella tagliata a cubetti, una spolverata di parmigiano e qualche fiocchetto di burro. Ripeti gli strati e chiudi il timballo con il riso rimasto, livellando bene la superficie.
- Spolvera il timballo con il pangrattato, aggiungi qualche fiocchetto di burro e cuoci in forno caldo a 180°C per circa 45 minuti, finché non sarà ben dorato.
- Toglilo dal forno, lascialo raffreddare una decina di minuti, poi passa per precauzione un coltello lungo il bordo dello stampo e rigira con cautela il sartù su un piatto da portata. Servilo immediatamente.
Link love
- Qui andiamo alla fonte, il sartù di riso di Scatti di Gusto. Il migliore sartù di riso lo fate con questa ricetta. Rosso o bianco. Ha una storia tortuosa come molte ricette di Napoli (…). Il riso da bianco e lessato divenne il pretesto per un piatto unico da leccarsi i baffi.
- Ancora un po’ di storia e una ricetta classica dal blog Comm’è amaro stu ppane, Sartù di riso alla napoletana “c’a pummarola”. Nel Settecento, i cuochi francesi che prestavano la loro opera presso i nobili napoletani, erano chiamati in un francese napoletanizzato “Monsù” da “Monsieur”. Per rendere il riso più appetibile, i Monsù aggiunsero al riso della salsa “c’a pummarola”, col pomodoro, ottimo viatico per ingraziarsi i nobili palati partenopei e l’arricchirono poi, unendoci polpettine, uova, piselli ed altre prelibatezze, tutte sistemate sopra il riso, a guarnizione, come un mantello per l’appunto.
- Concludo con quello che più ricorda il sartù mangiato quella sera di tre anni fa, il sartù di riso al ragù di Lydia.
Ciao Giulia,
complimenti per questa ricetta, davvero di grande effetto!
Mi incuriosisce molto, la proverò sicuramente.
Un abbraccio,
Rosa.
Un mio amico continuava a parlarmi del sartù che faceva sua mamma mettendomi una voglia e una curiosità e sempre mi diceva anche: te lo devo fare!
Risultato, mai mangiato! 😀 Il tuo è una vera bomba!!!
Ti prego, fai una versione vegetariana di ciò, voglio mangiarloooooo!!! :))
dai, provaci! invece delle polpettine e delle salsicce dei ceci stufati??
Giulia, questo sartu’ me lo chiede sempre Alberto la domenica ma non sapevo da dove cominciare..ora quasi quasi…nel raccontare della tua prima presentazione del primo libro mi è sembrato di esserci ;-)…baci !!
ha ragione Alberto, provalo e fammi sapere!
Grazie per aver letto il mio post
Grazie a te Maria per il post veramente interessante!
Ho assaggiato il sartù solo una volta. Lo aveva fatto una napoletana doc e, come dici tu, è stata una grande sorpresa aprire quella scatola e trovare tutte quelle buonissime meraviglie! Poi mi ha raccontato il procedimento e sono rimasta a bocca aperta. Non so se sarei capace di fare una tale meraviglia, per il momento ammiro il tuo!:)
i timballi di riso mi fanno sempre impazzire ma questo sembra davvero delizioso 🙂
che ricetta strepitosa, complimenti per questa e per tutto il blog! 🙂
Non è sartù senza i fegatini di pollo!!!! Avrebbe detto mia madre napoletana DOC
Grazie Cynthia, non lo sapevo, proverò sicuramente, come non dar retta a tua mamma napoletana DOC! grazie!