Canarini, gabbiette e crocchette di miglio, carote e olive nere
Quando ero piccolina il mio posto segreto dove giocare era il capanno, una stanzona alta dove venivano parcheggiate le macchine, dove c’era l’ingresso alla cantina e dove avevo qualche scaffale tutto per me per i ciottolini, i giocattoli e le bambole. Lì nascevano storie e menu da favola, lì riportavo la bici la sera dopo aver girato per le stradine di campagna nel pomeriggio, lì sognavo ad occhi aperti, curiosavo nei cassetti e negli sportelli in cerca di tesori sconosciuti.
Lì scoprivo anche pezzi di vita passata. Bastava alzare gli occhi al cielo o aprire uno sportello per fare un tuffo in anni lontani. C’erano i pennelli a punta sottile e i colori ad acqua che nonno e nonna usavano per dipingere le statuine. In alto, sopra le porte del capanno, in un posto che notavi solo se allungavi bene il collo all’insù, c’erano un sacco di gabbiette che nonno usava per i canarini. Questo anni prima che io nascessi, ma erano ancora lì, perché a casa mia non si butta via nulla, insieme a sacchettini di miglio persi nei cassetti delle vecchie credenze del capanno.
Da allora per me, come per tutta la famiglia, il miglio è cibo da uccellini. Credo che sia la reazione di molti di noi, dici miglio e pensi a gabbiette, canarini gialli e cinguettii.
Negli ultimi anni, però, sui blog e per fortuna anche nei negozi bio e nei supermercati si sono cominciati a vedere cereali e semini che fino a poco tempo fa o erano del tutto sconosciuti – l’amaranto, per me, era un bellissimo colore, non certo qualcosa da mangiare – o legati a ricordi e consuetudini molto lontane dall’ambito alimentare. Il miglio, o anche i semi di lino, ad esempio. Da un po’ di tempo mi diverto a condire le insalate con i semi di sesamo, zucca, e lino, ma per nonna i semi di lino servivano soltanto per essere bolliti e usati come impacco contro la tosse, da applicare sul petto. Provate voi a convincerla a mangiarli, io ancora non ci sono riuscita.
Le ricette del benessere: le crocchette di miglio, carote e olive nere
Il miglio è un cereale super energetico e anti stress, ma soprattutto è davvero versatile e facile da utilizzare in cucina. Visto che cuoce in un pentolino assorbendo tutta l’acqua di cottura, si può usare come base di crocchette e sformati, da arricchire volta volta con verdure di stagione, formaggi o semplicemente erbe aromatiche. L’ho usato già due volte per fare delle crocchette, pratiche da mangiare anche con le mani, croccanti fuori grazie ad una panatura di semi di sesamo, che danno un leggero sapore tostato, e cremose dentro, sia per il pecorino toscano a cubetti che si scioglie in forno che per la consistenza stessa del miglio, che si mantiene umido e morbido.
Crocchette di miglio, carote e olive nere
Ingredienti
- 1 tazza di miglio, circa 200 g
- 3 tazze di acqua
- 4 carote medie, circa 200 g
- 2 manciate di olive nere denocciolate
- 150 g di pecorino toscano semi stagionato
- 2 cucchiai di farina
- 1 uovo
- Semi di sesamo
- Sale
Istruzioni
- Sciacqua il miglio sotto l'acqua corrente e poi mettilo in un pentolino con 3 tazze di acqua, un pizzico di sale e un cucchiaino d'olio. Cuocilo a fuoco basso fino a che non ha assorbito tutta l'acqua, serviranno circa 20 minuti. Controlla spesso per evitare che si attacchi. Quando è pronto toglilo dal fuoco e mettilo in una ciotola.
- Nel frattempo trita le carote con le olive nere denocciolate e cuocile in padella per 5 minuti con un filo d'olio extravergine di oliva per ammorbidirle e insaporirle. Aggiungile nella ciotola insieme al miglio e al pecorino tagliato a cubettini. Aggiungi 2 cucchiai di farina, un uovo sbattuto e regola di sale.
- Fai delle palline grandi come un mandarino, rotolale nei semi di sesamo e disponile in una teglia foderata con carta da forno e unta con un filo d'olio. Condisci le crocchette con un filo d'olio e cuocile in forno caldo a 180°C per circa 30 minuti, finché non saranno dorate e croccanti.
- Servile calde con del radicchio passato in padella con un filo d'olio e sale, o portatele con te in ufficio per pranzo.
Link Love
- proprio oggi ho visto questo budino al cioccolato di Genny fatto proprio con il miglio, ha la consistenza che piace a me,
- anche se le zucchine adesso non ci sono, questa ricetta di Sandra per piccoli sformatini di miglio si presta bene ad essere fatta anche con le verdure autunnali,
- come non controllare il blog di Heidi Swanson in cerca di ricette con il miglio? ecco le sue crocchette e un risotto di farro e miglio dall’aspetto cremoso e invitante.
Cara Giulia,
il tuo racconto mi ha fatto fare un tuffo nel passato a quando anch’io ero bambina e avevo i miei luoghi segreti dove custodire cose semplici che erano i miei tesori e dove scoprire cose del passato… Anche mio papà aveva sempre il miglio per i canarini, lui li adorava e mi chiamava per far sentire il loro canto. Non ho mai provato a mangiarlo ma la tua ricetta mi ispira tantissimo. Grazie per i tuoi bei racconti! Felice giornata
Sandra
Anche il mio nonno quando eravamo piccole aveva sia i canarini che i pappagalli. Ti puoi quindi immaginare la reazione dei familiari la prima volte che ho proposto loro proprio delle crocchette di miglio. Hanno storto tutti la bocca poi però si sono ricreduti e l’ho riutilizzato anche come ripieno per delle verdure. Queste tue crocchette mi sembrano particolarmente goloso, altro che becchime!!!
buona giornata!
bella ricetta, la farò per il mio bimbo che ha quindici mesi e che adora le polpette!
Grazie
ooh buone le crocchette di miglio! per tanto tempo, la parola “miglio” e’ stata per me sinonimo di tristezza ma poi ho scoperto che ci si possono fare tante cose buone, prime tra tutti polpette e sformati 🙂
Beh, non ci credo. Ho fatto il ripulisti della dispensa ed oggi ho postato una ricetta con il miglio, convinta che questo povero cereale sia il più snobbato dell’universo. Poi passo da te e ti trovo le crocchette, che per altro ho pensato di fare con quello avanzato…vedi un po’ tu.
Telepatia?
Che spettacolo però le tue crocchette!
Un bacione passerotta!
Pat
Il miglio proprio non l’ho mai assaggiato, devo vincere un pò di resistenza!.,
Sí, i capanni… mi ricordo che sceglievo sempre il momento per esserci da sola, nel silenzio dei miei movimenti, a guardare e toccare tutto con rispetto degli oggetti dei nonni e chi sa altri, a venerare scoperte di cose magari banali, ma che acquisivano un fascino tutto particolare grazie proprio a quel certo contesto di luce, polvere, odori strani del passato, sensazioni tattili. Il tutto a favore di grandi opere di fantasia che mi portavano a immaginare la vita di quegli oggetti, perchè una vita dovevano averla avuta o non sarebbero stati riposti lí, a godersi alla fine la tranquillità del capanno.
Quindi le tue polpettine di miglio saranno fatte, nell’onore e il ricordo di tutti i capanni dell’infanzia!
un abbraccio Michela… ma quando ci rivediamo?
Ciao, proverò presto a fare le tue crocchette di miglio, a me è venuta bene la zuppa con vongole e piselli la cui ricetta ho pubblicato sul mio blog, spero che la leggerai.
Ciao!
Che buona vongole, piselli e miglio!
Ciao Giulia,
secondo te queste polpette posso farle e congelarle?
E, nel caso, meglio congelarle da cotte o da crude?
Grazie!
Un abbraccio
Ciao Letizia, non le ho mai congelate, quindi non saprei dirti, ma proverei a congelarle cotte, per poi ripassarle velocemente in forno prima di mangiarle!
le ho appena fatte 🙂 sembrano buonissime, non vedo l’ora di mangiarle, sono or ora in forno!!
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come son venute alla fine?
[…] Qui alcune polpette dall’archivio: polpette di lesso e carote glassate, polpette di prosciutto cotto, polpette di miglio, carote e olive nere. […]