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Bruschette con fave, ricotta e pecorino, o quando nonna mi portò nel campo delle fave

Nonna non mi ci portare più nel campo delle fave. Questa è una delle frasi più memorabili che ho pronunciato da piccina.

Nonna ha preso la patente quando aveva già cinquant’anni, guidava una piccola Centoventisei bianca, una scatoletta di sardine commisurata agli standard di oggi. Scelse di prendere la patente per necessità, per avere la libertà di muoversi dalla campagna quando voleva, per fare la spesa, andare a comprare fiori e piante al negozio in fondo alla collina, dal dottore, o anche solo a riprendere nonno all’autobus quando tornava dall’ufficio.

Bruschette con fave, ricotta e pecorino

La sua libertà è diventata anche la mia, crescendo. Mi riprendeva da scuola, mi ha portata a pattinaggio, in piscina, in palestra, a catechismo e ai compleanni dei miei compagni di classe. Quando ho compiuto diciotto anni e ho preso la patente mi disse: ora ho guidato abbastanza, d’ora in poi guidi te.

Eppure di tutti questi anni di passaggi, finestrini abbassati e piccoli viaggi in macchina, quello che mi ricordo di più è quando mi ha portata nel campo delle fave.

Ero piccolina, avrò avuto forse quattro anni, era una mattina soleggiata di tarda primavera e io ero in macchina con lei. Poco dopo casa nonna uscì di strada su una curva morbida e planò delicatamente in un campo di fave. Nessun incidente pericoloso, niente paura o danni. Ci ritrovammo però improvvisamente nel mezzo al campo delle fave.

Per fortuna dei vicini passavano di là in quel momento e aiutarono nonna a tirar fuori la macchina dal campo. Tornammo tranquillamente a casa, come se nulla fosse successo.

Bruschette con fave, ricotta e pecorino

Non so se è dovuto a quell’atterraggio improvviso, ma fino a pochi anni fa io le fave non riuscivo proprio a sopportarle. Sono un gusto acquisito, qualcosa che ho imparato a amare da grande, grazie ai primi mercati dei contadini che ho frequentato e alle prime spese che facevo da sola, esplorando quello che era in stagione. Oggi per me sono il sapore della primavera, più dei pisellini freschi, più degli agretti o degli asparagi.

Le fave sono una bandiera del mio essere toscana, una dichiarazione di provenienza: quando arriva il periodo delle fave fresche qui siamo soliti mangiarle con un po’ di pecorino locale, che ammorbidisce il loro amarognolo e lascia in bocca solo un sapore fresco e verde. In queste settimane è uno degli antipasti che va per la maggiore ai corsi di cucina. Porto in tavola un tagliere di formaggi e un cestino di fave fresche, ancora nel loro baccello. Le fave si aprono così, a tavola, tirandone fuori una dopo l’altra, abbandonando il baccello ormai vuoto accanto al piatto. È un’abitudine che rompe tutti gli schemi, allenta la tensione e predispone a un pranzo informale, tra amici.

Bruschette con fave, ricotta e pecorino

Anche queste bruschette con fave, ricotta e pecorino che vi presento oggi hanno lo stesso carattere: primaverile, imperfetto, libero. Sono la terza ricetta pensata come abbinamento al vino Campofiorin Masi per un aperitivo con gli amici, un brunch o un antipasto di stagione.

Tostate il pane, spalmatelo di ricotta condita con pecorino e scorza di limone, poi aggiungete anche le fave, sgusciate e senza pellicina, profumate di menta. Non siate precisi, siate generosi. Sistemate le bruschette su un tagliere e conditele con un filo d’olio, poi finite con scaglie di pecorino e ancora menta. Si mangiano con le mani e ci si leccano le dita, l’ennesima concessione al galateo di un antipasto di tarda primavera.

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Bruschetta con ricotta, pecorino e fave fresche

Portata Antipasto
Cucina Toscana
Preparazione: 30 minuti
Tempo totale: 30 minuti
Porzioni 4
Chef Giulia

Ingredienti

  • 1 kg di fave fresche, da sgusciare
  • 150 g di ricotta di pecora fresca
  • Scorza di ½ limone non trattato
  • 1 cucchiaio di pecorino toscano stagionato, grattato
  • Olio extra vergine di oliva
  • Sale
  • Pepe nero appena macinato
  • Menta fresca
  • 4 fette di pane

Istruzioni

  • Sgusciate le fave e sbollentatele 30 secondi in una pentola di acqua bollente.
  • Passatele sotto l’acqua fredda e poi togliete la pellicina esterna, incidendole con un coltellino appuntito. Raccogliete le fave in una ciotolina e conditele con un cucchiaio di olio extra vergine di oliva, sale, pepe e qualche foglia di menta tritata.
  • Tostate le fette di pane.
  • Mescolate la ricotta con la scorza di limone, un cucchiaio di olio e un cucchiaio di pecorino grattato, poi regolatela di sale e pepe.
  • Spalmate la ricotta sulle fette di pane e ricopritela con le fave condite.
  • Finite con un filo d’olio e qualche scaglia di pecorino.
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Bruschette con fave, ricotta e pecorino

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  • Tartellette di fave e pecorino. Questa è la vostra ricetta se vi piacciono i picnic di primavera e vi fate contagiare da quell’allegria sottile e frizzante che si respira all’ombra di un olivo sotto il cielo di maggio.
  • Muffin toscani con fave, pecorino e salame. Uno degli antipasti più classici della tradizione toscana è composto da salame, pecorino, fave da mangiare fresche con un pizzico di sale fino, niente di più ad accompagnare un bicchiere di vino rosso. Con gli stessi ingredienti si possono fare dei mini muffin salati, insoliti ma sulle tracce della tradizione toscana.
  • Fave con chorizo e pimentòn. Già dai colori di questo piatto se ne percepisce l’anima mediterranea vibrante che lo attraversa, ma la mediterraneità non si ferma certo qui: le fave, ad esempio, sono molto apprezzate nella cucina italiana e della Francia del sud. L’Italia vive in questo contorno grazie anche ai pomodorini Pachino e all’abbinamento tra fave e salumi – tipico di molte ricette nostrane-, mentre la Spagna, forse il paese predominante, viene rappresentata dal chorizo e dal pimentón.

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Questo articolo ha 5 commenti

  1. Da piccola non le ho mai mangiate volentieri, ma ho imparato ad amare fave e pecorino qualche anno fa, proprio grazie ai tuoi muffin, fatti e rifatti… Così come la panzanella, la torta al cioccolato e olio d’oliva e tanti altri…tanto che mi pare di aver qualche lontano parente toscano anche io :-)) Mo manca questo accostamento con la ricotta: che dici, mi fido?? 😉

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