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Un menu vegetariano per Natale e un paté di olive e carciofi

Da quando sto seguendo questo meraviglioso corso di scrittura autobiografica della Scuola Holden, a cui avevo accennato qualche settimana fa, ho ancora più consapevolezza quando scrivo. L’appuntamento con il blog è diventato un ulteriore momento di riflessione. Oggi sono seduta in salotto, proprio davanti alla stufa a legna perché finalmente è arrivato un po’ di freddo, e a star ferma non sono più abituata, ricerco subito fonti di calore: una tazza di tè nero fumante, una coperta di lana, il fuoco.

Abbiamo passato un weekend casalingo.

L’obiettivo era scrivere e fare l’albero. Alla fine per fare l’albero abbiamo messo sotto sopra casa, l’abbiamo pulita di fondo – hai presente quando tiri fuori un vecchio spazzolino da denti per pulire la cucina? – e siamo riusciti a accendere le lucine dell’albero solo pochi minuti prima di andare a dormire domenica sera. Missione compiuta.

Ho bagnato di nuovo con il brandy la Christmas Cake, e ho iniziato a pensare a come la decorerò quest’anno. Questa è una tradizione relativamente nuova per me se paragonata a panforte e ricciarelli, eppure la sento mia tanto quanto io classici dolci speziati del Natale senese. Annuso quell’odore così tipico di spezie, prugne e brandy e già sento il sapore del primo morso umido, denso, alcolico, adulto, che chiuderà la cena della vigilia, il pranzo di Natale, e su via via fino a Capodanno, finché non sarà finita.

Da quando è che per me il Natale è così legato al cibo?

Negli anni ’80 il Natale era una tuta arancione con Tom & Jerry, il salmone al forno con lo sformato di spinaci, i ricciarelli del supermercato ricoperti di cioccolato, così dolci da far male ai denti. In cucina ero solo una spettatrice, il mio ruolo nel pranzo di famiglia apparecchiare la tavola e stendere le fettine di salmone sul pancarrè già imburrato.

Il Natale era l’albero nell’ingresso che illuminava quell’angolo altrimenti buio ogni sera, i film della Disney, un sacco giallo di un piumone in cui raccogliere tutti i regali.

Negli anni ’90 sono diventata una sorella maggiore, sentivo doppiamente la responsabilità della magia del Natale perché era arrivata una sorellina bionda con i capelli a sparviero a cui raccontare di babbo Natale, delle renne e della befana.

Il sapore del Natale era nelle fette del pandoro scaldate accanto al camino da inzuppare nel tè al limone del pomeriggio. Il mio ruolo in cucina non era cambiato, così come immutato era il menu: accanto al salmone e allo sformato di spinaci le lasagne di nonna, classiche o ai funghi.

Attorno ai vent’anni iniziai a farmi largo in cucina, ritagliandomi un po’ di spazio tra dolci e antipasti. Era difficile scalzare la tradizione, ma pian piano la mia famiglia capì che era tempo di abbandonare gli anni ’80 e il salmone. Apparvero sulla nostra tavola vestita a festa il bollito misto, il roast beef e il cinghiale in umido.

Le canzoni di Natale iniziavano a suonare da novembre, sognavo di vivere storie romantiche tra la neve come in un film, ma rimanevo una bambina, aspettando la mattina di Natale, il suo silenzio, e poi il momento in cui mia sorella mi avrebbe svegliata per scendere tutti insieme a aprire i regali in salotto, in pigiama, davanti all’albero, che nel frattempo aveva cambiato sistemazione.

Nel 2009 apro il blog e cambia tutto, anche la mia percezione del Natale e le mie aspettative legate a questa festa. Si introducono nuove tradizioni e la moda del fatto in casa contagia tutta la famiglia.

Per decenni li abbiamo scelti al supermercato guardando tra le offerte, ma ora i ricciarelli, i cavallucci e il panforte non si comprano più, si fanno in casa. La pasta fresca torna a essere protagonista. Il mio ruolo in cucina cresce, ma serve attenzione e diplomazia per non pestare i piedi a chi ancora detiene saldamente lo scettro in cucina. 

Il Natale ha un gusto più adulto, quello delle spezie del panforte e dei canditi artigianali, della Christmas cake, dei cappelletti fatti in casa secondo la ricetta della mia amica Valeria.

Eccoci poi a quest’anno. Ho trentasette anni, questo è il mio primo Natale da sposata, un Natale che passeremo a casa con le nostre due famiglie.

Ancora una volta il cibo sarà centrale nei nostri festeggiamenti, un collante che ci ha fatti incontrare e riconoscere, un’occasione per raccontarci e ritrovarci, per prenderci cura di noi come famiglia, per intrecciare origini e tradizioni.

Ormai da qualche anno accanto ai ricciarelli, al panforte e alla Christmas cake sono arrivate le cartellate pugliesi intrise di miele, i pasticciotti e i rustici del Salento, nuovi accenti, nuovi legami, una famiglia più grande.
 
Cosa mangeremo quest’anno?

Al momento l’unica certezza è la Christmas cake, che sta maturando da settembre. Come al solito non sarà un pranzo sfarzoso, ma sceglieremo piatti che per noi hanno un significato, proveremo a abbinarli in un menù che abbia un senso, ci divideremo le responsabilità e scopriremo il risultato di quest’alchimia precaria solo nel momento in cui ci siederemo a tavola.
 
Comporre un menù è però la parte che preferisco di ogni festa, non a caso si usa lo stesso verbo che useremmo per una sinfonia. Mi piace trovare il filo conduttore, dare un senso alle portate. Così io e Tommaso ci siamo divertiti a immaginare tre menu, uno vegetariano per un pranzo di festa con gli amici, uno di pesce per la vigilia e uno tradizionale toscano per Natale. Oggi iniziamo con quello vegetariano, e con una nuova ricetta per un antipasto a base di olive e carciofi. 

Paté di olive verdi e carciofi

Paté di olive verdi e carciofi

Da che mi ricordo, a casa mia gli antipasti di Natale sono sempre stati i crostini neri toscani e il pane bianco, appena spalmato di burro e ricoperto di salmone, con un triangolino di limone. Quando ho iniziato a pensare a un antipasto per un menù vegetariano, mi sono scontrata con una tradizione che ha sempre visto presenti nel mio Natale fegatini di pollo, milza o pesce affumicato. Ogni idea che mi veniva in mente aveva almeno qualche filetto di acciuga nascosto dentro per dare sapore.

Mi sono così affidata a un ingrediente di stagione, i carciofi, e li ho trasformati in un paté che risveglia l’appetito grazie alla presenza delle olive e dei capperi. Un ottimo olio extra vergine di oliva e il succo di mezzo limone bilanciano la cremosità e l’acidità del paté, rendendolo adatto sia per spalmare sui crostini di pane che come condimento per un pinzimonio.

Paté di olive verdi e carciofi
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Paté di olive verdi e carciofi

Potete servire il paté di olive verdi e carciofi spalmato su crostini di pane o come salsa per un pinzimonio
Portata Antipasto
Cucina Italiana
Keyword antipasto, carciofi, olive, paté
Preparazione: 10 minuti
Cottura: 20 minuti
Tempo totale: 30 minuti
Porzioni 12

Ingredienti

Per i carciofi

  • 4 carciofi moretti
  • 250 ml di acqua
  • 50 ml di olio
  • 1 limone
  • 1 spicchio di aglio
  • Sale
  • Pepe nero

Per il paté

  • 250 g olive verdi, denocciolate
  • 2 cucchiai di capperi sotto sale
  • Succo di ½ limone
  • 50 ml di olio extra vergine di oliva

Istruzioni

  • Iniziate preparando i carciofi. Riempite una ciotola di acqua e strizzateci dentro un limone. Pulite i carciofi, togliendo le foglie esterne più dure. Quando raggiungete le foglie più chiare e tenere, strusciate i carciofi con le due metà di limone che vi sono rimaste, tagliateli a metà e immergeteli in acqua.
  • Quando avete finito con i carciofi, raccoglieteli in un pentolino, copriteli con l’acqua e l’olio, conditeli con sale e pepe e aggiungete un pezzettino di scorza di limone e uno spicchio di aglio.
  • Coprite la pentola con un coperchio e cuocete i carciofi a fuoco medio per circa 20 minuti, finché non sono teneri tanto da poter essere facilmente bucati con la punta di un coltello e non hanno assorbito tutta l’acqua. Fateli raffreddare.
  • Una volta che i carciofi sono freddi raccoglieteli nel bicchiere di un frullatore. Aggiungete le olive denocciolate, i capperi dissalati e il succo di limone.
  • Frullate finché non otterrete un composto denso e liscio, poi trasferitelo in una ciotola.
  • Aggiungete l’olio e mescolate per farlo incorporare. Ora assaggiate e in caso regolate il sapore con un po’ di succo di limone.
  • Si conserva in frigo in un contenitore ermetico per qualche giorno.
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Paté di olive verdi e carciofi

Menù di Natale Vegetariano

Non siamo vegetariani, eppure molto spesso i nostri pasti ruotano attorno alle verdure di stagione. Pensare quindi a un menù di Natale vegetariano è stato semplice, soprattutto perché già sapevo che le star sarebbero state una teglia di parmigiana di zucca e un ragù di lenticchie che non fa sentire la mancanza della carne nemmeno ai carnivori più convinti. 

Tu cosa includeresti in un menu vegetariano per Natale? Hai qualche ricetta che ti piacerebbe aggiungere? sono curiosa soprattutto di scoprire nuovi antipasti. 

Pane toscano Pane toscano

Antipasti. Paté di olive e carciofi e pane fresco

Anche il condimento più semplice diventa prezioso se si serve con un po’ di pane fresco appena fatto. 

Puoi fare il pane toscano. Gli ingredienti per il pane toscano sono pochi ed essenziali: farina, lievito e acqua. La farina forte si usa solo per la biga (o in questo caso nel lievito madre), che darà poi al pane tutti i profumi e l’aroma che lo contraddistinguono. Per l’impasto del pane si usa invece una farina debole, che conferirà alla pagnotta la sua consistenza caratteristica, una crosta croccante e una mollica abbastanza compatta. Oppure puoi preparare un pane ai quattro cereali.

ragù di lenticchie Tagliatelle al farro

Primo. Tagliatelle al ragù di lenticchie.

Questo è un ragù vegetariano che non fa sentire la mancanza della carne: ci sono le lenticchie, la colonna portante di questo ragù, un battuto abbondante, che è il segreto del ragù classico di mia nonna, la zucca, che si scioglie in una crema, dando colore al sugo insieme al concentrato di pomodoro, e i porcini secchi, che invece regalano un gusto più profondo, che fa subito festa. Trovi la ricetta del ragù di lenticchie qui

Se vuoi fare la pasta fresca in casa, qui trovi una ricetta per le tagliatelle al farro, il mio abbinamento preferito con il ragù di lenticchie.

Parmigiana di zucca

Secondo. Parmigiana di zucca

La zucca cotta al forno è veloce da preparare e se la spennellate di olio extravergine di oliva diventerà croccante, conservando un interno morbido e dolce, proprio come le fette di melanzane che si friggono sul finire dell’estate. Poi si procede come per la più classica delle parmigiane: una buona salsa di pomodoro, mozzarella e cucchiaiate generose di parmigiano. Trovi la ricetta di questa parmigiana di zucca qui

Per semplificare l’organizzazione del pranzo, prepara la parmigiana di zucca in cocottine mono porzione in una teglia più generosa, il giorno precedente: come nel caso della parmigiana classica o delle lasagne, il gusto e la consistenza ci guadagnano.

Sformato di carciofi Finocchi gratinati

Contorni di Natale. Sformato di carciofi e finocchi al forno

Gli sformati sono per me da sempre il piatto che non può mancare sulla tavola natalizia. Negli anni siamo passati dal salmone al forno degli anni ’80 al bollito misto, dal pollo arrosto ripieno all’arista alla fiorentina, ma mai, mai, abbiamo fatto Natale senza infornare uno sformato. Questo è a base di carciofi, alleggerito dalla ricotta al posto della besciamella, ma altrettanto morbido, ricco e festivo. Aggiungete una pioggia di mandorle a lamelle negli ultimi minuti di cottura per un tocco di croccantezza elegante.

Qui trovi una raccolta di contorni di Natale.

tiramisu

Dolce. Tiramisu di Natale al tè

Faccio il tiramisù con il tè al posto del caffè già da qualche anno, quando voglio cambiare la versione classica senza stravolgerla troppo. Ho anche un’amica che, nonostante sia un’appassionata di caffè, non riesce ad apprezzare nessun dolce che lo contenga. Questo è un tiramisù adatto a lei, adatto anche ai prossimi giorni di festa perché le spezie del tè vanno a colorare il tiramisù dei toni caldi nel Natale. 

Puoi scegliere di servire il tiramisù nella classica forma rettangolare, in bicchieri di vetro per evidenziare i diversi strati o anche in tazze da tè, che richiamano la particolarità di questo tiramisù e riescono in qualche modo a contenere la voracità degli appetiti più appassionati, come il mio. Qui trovi la ricetta per il tiramisù al tè. Se invece preferisci quello alla birra, qui puoi leggere la ricetta.

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