Il piacere di essere smentiti. Zaletti, Venezia e il carnevale
Il 2014 è stato l’anno delle smentite.
Sono andata per la prima volta al Carnevale di Viareggio con il solito atteggiamento che mi contraddistingue ogni anno all’arrivo della stagione delle maschere e delle stelle filanti: speriamo che passi alla svelta perché non vedo l’ora che arrivi la primavera.
Pensavo che avrei lanciato sguardi biechi a chiunque si fosse avvicinato con in mano una manciata di coriandoli. Invece sono stata clamorosamente smentita nel mio atteggiamento di Scrooge carnevalesco e mi sono tuffata nell’atmosfera giocosa del Canevaldarsena, ho ballato nelle strade tra clown, parrucche e mantelli e sono rimasta a bocca aperta durante la sfilata dei giganteschi carri di cartapesta sul Lungomare. Viareggio e l’entusiasmo genuino della sua gente mi avevano fatto cambiare idea sul Carnevale.
Il 2014 mi ha anche regalato un fine settimana a Venezia con Tommaso, Emiko, Marco e la piccola Mariù. Romantico, penserete…
Eppure mi avvicinavo a Venezia con lo stesso atteggiamento dubbioso con il quale mi ero accostata al Carnevale. Ero già stata due volte a Venezia, sempre di corsa, sempre in condizioni climatiche sfavorevoli, sempre come seconda meta dopo una visita a Trieste, che mi aveva lasciata a bocca aperta, e a Treviso, che mi aveva del tutto sorpresa.
Sono arrivata a Venezia e ho scoperto una città a misura d’uomo. Emiko ci ha guidati sulle calli secondarie, ci ha fatto scoprire la città dei veneziani tra un giro al mercato, uno spritz e qualche cicchetto.
E poi si sentiva aria di mare. Lo so, Venezia è sul mare, ma non avevo mai pensato che l’odore di salmastro si infilasse nelle calli in maniera così prepotente.
Dopo l’odore di mare quello che più mi ha colpito di Venezia è stata probabilmente un’altra ovvietà, ma il camminare incessante seguendo mappe e odore di cose buone ci ha messi duramente alla prova: Venezia ha tanti ponti, tanti, infiniti. Uno più scenico dell’altro, ma sono tanti.
È stato un weekend faticoso ma il perdersi volontariamente – più o meno – nelle parti meno conosciute inseguendo uno scorcio o il luccicare di un canale l’ha resa ancora più bella.
E sì, Venezia è anche romantica nel modo più classico che si possa immaginare, passeggiate abbracciati in qualsiasi luce del giorno e della notte, scorci che ti rimangono negli occhi, bar in cui sedersi a bere uno spritz e dividere un tagliere di cichetti.
Spero che il 2015 riesca a smentirmi in tanti altri modi, a farmi scoprire nuove città, a farmi guardare con occhi diversi abitudini e momenti della vita che ancora non riesco magari ad apprezzare a pieno.
In cucina mi ha stupita con questi biscotti, gli zaletti veneti, che in alcune zone si fanno proprio in occasione del carnevale. Intanto definirli veneti è una generalizzazione forzata, perché ogni città, e probabilmente, come sempre accade, ogni famiglia, ne ha una versione particolare. Questi di oggi sono fatti secondo la tradizione padovana.
Mi hanno stupita perché leggendo gli ingredienti non mi saprei mai aspettata questo risultato.
Gli zaletti sono fatti senza zucchero: ho aggiunto io due cucchiai di zucchero di canna per paura che fossero senza sapore, ma l’uvetta li rende già delicatamente zuccherini. Il fatto che si accompagnino a un vino dolce ne giustifica poi un consumo vorace. Sono come le ciliegie, come le olive all’ascolana, come i pistacchi salati che porti al cinema: uno tira l’altro, e senza renderti conto arrivi alla fine del barattolo, perché lasciano in bocca un sapore buono e pulito.
La ricetta è tratta dal libro A tola co i nostri veci. La cucina veneziana di Mariù Salvatori De Zuliani, comprato proprio in occasione del fine settimana a Venezia. Anche questo libro mi ha stupita: l’ho comprata a scatola chiusa su consiglio della commessa di una libreria, a cui ho chiesto un libro valido di ricette tipiche. È scritto in dialetto veneziano. Per fortuna che c’è la legenda finale!
L’uvetta usata nei biscotti è invece quella Ventura.
La uso da sempre in biscotti e brioches, o nei budini di riso, ma il modo in cui ultimamente finisco l’uvetta è nel porridge di avena la mattina a colazione: non metto né miele né zucchero, è l’uvetta che lo dolcifica naturalmente, insieme a qualche cucchiaio di latte di mandorla.
Zaletti
Ingredienti
- 300 g di farina di grano tenero 00
- 150 g di farina di mais
- 1 bustina di lievito per dolci, 17 g
- 150 g di burro a temperatura ambiente
- 60 g di olio extra vergine di oliva
- 100 g di uvetta, precedentemente ammollata e strizzata
- 2 cucchiai di pinoli
- 1 bicchierino di grappa
- Scorza di 1 limone non trattato
- 1 pizzico di sale
- 1/2 bicchiere di latte
Istruzioni
- La preparazione dei biscotti è semplice e veloce, un modo vecchio stampo di cucinare, quando tutto quello che serve è una ciotola e un cucchiaio di legno. Impasta tutti gli ingredienti, aggiungendo il latte a filo alla fine, fino a che l’impasto non diventa maneggevole, compatto e plastico.
- Avvolgilo nella pellicola per alimenti e lascialo riposare in frigo per qualche ora, in modo che si raffreddi e sia più maneggevole. Ricorderà per consistenza e aspetto la pastafrolla.
- Scalda il forno a 180°C. Stendi la pasta con l’aiuto di un po’ di farina in uno spessore di circa 5 mm e taglia i biscotti a losanghe: ne otterrai circa 40.
- Sistemali su due teglie foderate di carta da forno e cuocili per circa 20 minuti, finché non saranno leggermente dorati.
- Si conservano per diversi giorni in una scatola di latta ben chiusa.
Link love
- Sul blog potete trovare pochissime ricette di carnevale, ma sono tutti i motivi per cui affronto con un pizzico di gioia e golosità questi giorni: i cenci di nonna e dell’Artusi, le frittelle di Siena e la schiacciata alla fiorentina.
- Emiko invece ha preparato proprio in questi giorni le castagnole di ricotta per Food52, mentre sul suo blog trovate il berlingozzo fiorentino, un dolce che pare risalire al tempo di Cosimo de’ Medici.
- In tema di vero carnevale Veneziano e dolci tipici della laguna, chi meglio di Valeria può portarci tra le strette calli e sui ponti con le sue favette di Carnevale.
- Non di carnevale ma di Purim, una festa ebraica molto simile al Carnevale, sono le chiacchiere di Jasmin. Appartengono alla tradizione cattolica ma sono state “presa in prestito” dagli ebrei veneziani per celebrare Purim.
Se invece volete leggere di più sul fine settimana a Venezia, ecco il post di Tommy di qualche mese fa.
Se dovessi scegliere una parola per il 2014, sarebbe sorpresa.
E’ stato un anno di sorprese intense, che almeno per un po’ segneranno la mia vita.
La tua Venezia mi fa venir voglia di salire su un treno e tornare: tra le calli, con l’acqua così vicina…
Buona giornata,
Manuela
Ciao Manuela, il 2014 a quanto pare ha sorpreso un po’ tutti, a volte in bene a volta in male, ma siamo stati in grado di accogliere le novità con ottimismo e entusiasmo. Sai che è tornata anche a me voglia di andare a Venezia?
Venezia è strepitosa! La ricordo caotica e affollata ma comunque meravigliosa, sogno (da ormai troppo tempo) di scoprire il suo lato più verace, quello dei veneziani e basta!
è il lato che più mi ha affascinata, quello che sicuramente vorrei rivivere presto!
Ancora non riesco a capire quale sia il motivo per cui un post sia così difficile da non commentare.
In questo istante diventa impossibile non farti sapere quello che passa nella mia mente; così banale poi, ma in qualche modo incontenibile.
Forse per il fatto che il desiderio di essere smentita ( verso il meglio ovvio) mi risulta così familiare ultimamente; forse per questi biscotti che vorrei aver già messo a cuocere da tanto tempo; forse per la Venezia con il bel tempo e poca gente che amerei vedere … o forse semplicemente per il fatto che oggi proprio non riesco a stare zitta!
Ad ogni modo ti prendo virtualmente quel pezzetto di biscotto già spezzato, una veloce inzuppata nel bicchiere e poi alla salute …
… un diverso inizio di giornata … un diverso rito propiziatorio per un anno di smentite e sorprese 🙂
Cara Martina, credo che questo bisogno di essere smentiti sia caratteristico di una certa fase della nostra vita in cui siamo pronte a fare un passo in più, a vedere cosa c’è dietro una porta che fino a pochi momenti prima tenevamo chiusa. So di sicuro che porta tante scoperte e nuovi motivi di entusiasmo!
Leggo questo post con un grande sorriso, un po’ nostalgico, un po’ sornione, consapevole che anche tu prima o poi saresti capitolata di fronte al fascino decadente di Venezia. Speriamo di riuscire a farci un giro insieme prima o poi! E il libro di Mariù rimane uno dei miei preferiti, sia per il senso dell’umorismo che lo punteggia, sia per certe ricette ‘chicca’ che non conoscevo e che mi sto godendo un po’ alla volta. x
Ebbene sì, capitolai. Ma avevo anche una guida esperta come Emiko, non dimentichiamocelo!
Adesso dovremmo tornarci insieme, così riuscirei ad addentrarmi ancora di più nella Venezia dei veneziani!
Il piacere di essere smentiti è uno dei meravigliosi doni della vita, se solo si è capaci di accoglierlo. Felice per te!
Grazie Lucia. Da quel che posso capire dai brevi messaggi che ci siamo scambiati anche tu riesci a cogliere il piacere nelle smentite, anzi, mi sa che le cerchi proprio, per il gusto di trovare nuove piacevoli sorprese sul tuo cammino!
Ho mangiato i zaleti/zaletti recentemente, e mi è piaciuta la dolcezza data dall’uvetta che adoro
Venezia è diventata quasi un circo,ma se ti lasci guidare dall’istinto, svolti alla prima corte e ti ritrovi in un altro mondo. La zona che preferisco è il Ghetto con il suo fascino misterioso e i profumi di pietra
Ciao Isabel
Un circo. E’ la stessa sensazione che a volte provo a San Gimignano, quando sembra che tutto sia messo in piedi per i turisti. Per fortuna c’è sempre la possibilità di svoltare e trovarsi in una dimensione diversa.
Al Ghetto abbiamo passato qualche ora piacevole la domenica mattina, una delle zone che più mi è piaciuta, è vero!
Ciao Juls, ti leggo da sempre perché mi piace come scrivi, le tue ricette e le atmosfere che sai evocare; di solito non commento (o forse l’ho fatto giusto una o due volte), ma oggi, visto l’inizio del post, “Il 2014 è stato ‘anno delle smentite”, non posso non farlo… Anche per me il 2014 è stato l’anno della smentita per eccellenza: a settembre 2014 ho scoperto di essere incinta, io che ho sempre detto di non volere figli…e sono contentissima!! Il mio piccolo Giulio nascerà ad aprile, e da quando ho saputo che c’è mi ha già regalato emozioni che mai avrei saputo immaginare. E’ una frase retorica e scontata, lo so, ma la vita è piena di sorprese!
P.S. Io adoro Venezia, e questo è un altro motivo per cui ho trovato questo tuo post molto speciale!
Ciao Chiara, grazie per il tuo commento così prezioso e personale. Già mi piace il nome di tuo figlio, e il mese in cui nascerà, quando la primavera fa rinascere anche la natura e tutto quello che ci circonda.
Ti auguro tutto il bene in questi prossimi mesi, fammi sapere come prosegue la tua storia di smentite e sorprese!
…anche io quest’anno per la prima volta, sarò a Viareggio per il carnevale…mai stata, effettivamente non è una festa che mi fa impazzire, ma mi hanno coinvolto, e così….
Che belli i tuoi zaletti, da provare, si!!
Simo, amerai Viareggio e il suo Carnevale, lo spettacolo dei carri che sfilano sul lungomare toglie il fiato da quanto è bello!
Ti consiglio di combinare le due cose, Venezia e il carnevale. Magia vera, e te lo dice una che non ha mai amato il carnevale.
Ovviamente devi andarci mascherata, eh!
Lo so, ormai per quest’anno non ce la faccio ma il prossimo anno voglio provare anche questa combinazione, devo farmi smentire due volte!
Ciao che bello sapere che sei venuta a Venezia, io sono una tua lettrice veneziana e se posso vorrei lasciarti qualche suggerimento per la prossima gita in laguna, guarda il post che ho scritto: http://saralasardina.blogspot.it/2014/12/19-dicembre-spritz-mappa.html
Magari la prossima volta ci beviamo uno spriz insieme!
Ciao Sara, grazie per il link al tuo post, me lo salvo tra i preferiti così se dovessi tornare so dove andare. E ovviamente non si dice mai no ad uno spritz con una veneziana vera, eh!
che carina l’idea di fare gli zaleti tagliandoli a losanghe! non li avevo mai visti di questa forma, ma sembrano ugualmente deliziosi 🙂
Pensa che io li ho visti ‘dal vero’ solo una volta, ed erano a losanghe, ho dato per scontato che fosse questa la loro forma ufficiale! 😛
Così a naso ho come la sensazione che il balcone di Giulietta e Romeo non ti attragga profondamente… <Se ne 2015 cambierai idea mi piacerebbe incontrarti e portarti sotto la statua di Giulietta che fare una certa cosetta porta fortunissima 🙂
W le tue foto
Viviana, se mi porti in giro te so che mi posso ricredere velocissimamente anche su Verona!!
zaletti losanghe, più che spesso. fatti a Carnevale? Mi giunge nuova. Carnevale, vuol dire fritole. Da mangiare da Rizzardini (in particolare). A tola etc dice sicuramente come farle (il libro l’ho lasciato a Venezia). Se lo trovi, imperdibile è il libro di Maffioli sulla cucina veneziana (lo editava la defunta Muzzio).
Mi aggiungo il libro alla lista!
Per la prima volta visito il tuo sito , indirizzata da trattoria da Martina e subito mi commuovo nel leggereleggere queste belle parole sulla mia città che in questi ultimi tempi non sta dando proprio una bella immagine di se. Tu però parlando di lei l hai capita benissimo!!!! Mi sono anche emozionata nel vedere che hai fotografato il ponte del ghetto sotto casa mia!