Il sapore di un corso di cucina con me e la torta della nonna
Nata in una famiglia toscana, ho passato più tempo in cucina che in ogni altra stanza di casa. Mi sedevo al tavolo di cucina e guardavo nonna o mamma che preparavano pranzi e cene con naturalezza, senza sforzo, mettendo insieme quello che di buono produceva l’orto. La cucina è sempre stato il mio posto del cuore, seguito a stretta distanza dalla dispensa, dove puoi vagare con lo sguardo tra le mensole sovraccariche di pomarola, marmellate e conserve, vasetti luccicanti nella luce fioca.
Un gran numero di donne della mia famiglia ogni giorno apre il frigo, controlla gli ingredienti che ha a disposizione della dispensa e automaticamente ripesca una vecchia ricetta di famiglia, una guida in cucina. In meno di un’ora possono sfamare dalla due alla dieci persone, con un sorriso sul volto. Da cui potresti facilmente dedurre che cucinare sia uno degli atti più naturali per me, quasi come respirare. Questo è vero solo in parte. Cucinare è un po’ come sognare a occhi aperti: metti in scena un’altra possibile realtà in cui puoi controllare gli ingredienti e, molto spesso, anche i risultati delle tue azioni.
Cucinare fa parte del mio modo d’essere, semplicemente non potrei sopportare una vita senza pentole e padelle, senza poter mischiare gli ingredienti e assaggiare il risultato. Se da una parte tutto questo è vero, devo ammettere che è totalmente diverso quando si parla di insegnare a cucinare. La prima volta che mi son trovata dietro a un tavolo con il mio grembiule nuovo e sei persone che mi guardavano piene di curiosità la mia mente è andata in panne e son rimasta senza parole.
Sono timida di natura, dovevo in qualche modo trovare la Forza. E dove potevo cercare quella spinta necessaria che mi smuovesse da quella situazione di impasse e mi sciogliesse la lingua, donandomi una parlantina affascinante? Chiusi gli occhi, e vidi davanti a me tutte le donne della mia famiglia che si prendevano cura dei loro affetti con pasti semplici e pieni d’amore.
Le parole scaturirono fuori come un fiume in piena.
Ormai sono quasi quattro anni che faccio corsi di cucina. Il primo corso dell’anno, si solito verso marzo o aprile, annuncia l’arrivo della bella stagione più del ritorno delle rondini. È il segno che insieme alle temperature più miti e alle giornate più lunghe stanno tornando anche le verdure primaverili, i pisellini e gli asparagi, il cioccolato per Pasqua e le camminate fuori.
L’ultima lezione è avvolta dal venti autunnali e foglie rosse, mi potere sentire parlare piena di entusiasmo delle meraviglie dell’olio nuovo, troviamo porcini e zucche al mercato e finalmente apprezziamo, con un po’ di reticenza, il calore della cucina e gli sbuffi che escono dalla pentola dello stufato sul fuoco.
Ogni mattina, prima di un corso di cucina, io e Tommaso ci dividiamo i compiti e tiriamo a lucido la casa: non apro solo la mia cucina, ma la casa intera. Vivere un corso di cucina da Juls’ Kitchen significa condividere un pasto e una giornata insieme. Cuciniamo le ricette che ho imparato dalla mia famiglia, quelle che ancora facciamo ogni domenica, e quelle che ho scoperto viaggiando in Toscana.
Quella che voglio offrire è una scoperta gastronomica di una regione, un’esperienza che vi potrete trovare a vivere mentre tagliuzzate pomodori sul tavolo di cucina o mentre siamo seduti, mangiando e chiacchierando dopo il corso di cucina.
Ho sempre parlato dei miei corsi, rammentando il cibo, le risate, le scoperte interessanti e tutti i piatti che prepariamo, ma volevo darvi un’idea più approfondita di cosa significhi fare un corso di cucina da Juls’ Kitchen. Ecco perché ho invitato un gruppetto di amiche e blogger per vivere con me questa esperienza. Catriona, Emiko, Georgette, Nardia, Sasha e Jamila sono venute a Colle Val d’Elsa venerdì scorso, giorno di mercato: prima abbiamo fatto colazione nel bar di piazza, un’istituzione a Colle, poi ci siamo perse tra le bancarelle di frutta e verdura, formaggi e pane. Il corso di cucina del mercato è da sempre il mio preferito, perché non solo è diverso ogni volta, ma mai come in questa occasione è ispirato da quello che possiamo trovare tra i banchi.
Ci siamo divertite alla bancarella del formaggio, una delle mie preferite a Colle, e alla fine abbiamo comprato del pecorino stagionato e un grana di pecora, una parte dei nostri antipasti con un po’ di confettura di cipolle fatta in casa.
Il pranzo si è ispirato ad alcuni principi morali sui quali, con questo caldo, ero inamovibile: preparazioni il più fresche possibile, stare lontani dalle lunghe cotture e dal forno – con un’eccezione per la cecina – e ricette semplici, di stagione. Ecco perché alla fine abbiamo portato in tavola melanzane grigliate, panzanella, caprese con mozzarelle di bufala, prosciutto e melone e zuppa inglese. Qualche fetta di cocomero ben freddo e un bicchierino di limoncello ghiacciato hanno concluso il pranzo.
(Piatto Virginia Casa Ricamo, in vendita su Dishesonly)
La torta della nonna
Qualche settimana fa ho ricevuto una richiesta molto precisa per un corso di cucina: volevano imparare a fare la torta della nonna, un dolce che tipicamente si trova in pasticcerie e forni, un guscio di pasta frolla friabile e un ripieno denso di crema pasticciera, leggermente profumata di limone, il tutto coronato da una generosa manciata di pinoli e zucchero a velo.
Ho ordinato spesso una fetta di torta della nonna, è un qualcosa di confortevole nel suo contrasto tra la crema morbida e la pasta frolla più croccante e resistente al morso. Spesso ti trovi a ordinarla perché sai che hai un buon motivo per trattarti bene, perché te le meriti, o semplicemente perché hai avuto una giornataccia e una fetta di torta della nonna può risistemare tutto. La torta della nonna è un classico durante compleanni e riunioni di famiglia vecchio stile. Di solito la compri nella tua pasticceria preferita: la torta arriva avvolta nella carta frusciante e, appena scoperta, è accolta da un coro di piacevole sorpresa.
Di solito la torta della nonna si compra, non si fa nella mia famiglia, ma io non mi tiro mai indietro di fronte ad una buona sfida culinaria. Avevo confermato la presenza della torta della nonna, e torta della nonna avrebbe dovuto essere. Ho provato diverse combinazioni di pasta frolla e crema, ho avuto qualche disastroso fallimento, ma alla fine sono arrivata a questa ricetta che è stata subito nominata LA mia ricetta per la torta della nonna.
I miei ospiti hanno apprezzato e so che, una volta a casa, l’hanno riprovata diverse volte, con l’intento di sorprendere la nonna con una torta speciale, dedicata a lei.
Torta della nonna
Ingredienti
Ingredienti per la pasta frolla
- 300 g di farina di grano tenero 1
- 150 g di zucchero di canna
- 5 g of lievito
- 1 pizzico di sale
- Scorza di 1 limone non trattato
- 150 g di burro a temperatura ambiente
- 1 uovo
Ingredienti per la crema pasticciera
- 660 ml di latte intero
- Scorza di 1 limone non trattato
- 1 baccello di vaniglia, aperto
- 2 tuorli
- 2 uova intere
- 66 g di farina
- 150 g di di zucchero di canna
- 1 pizzico di sale
Ingredienti per decorare la torta
- 60 g di pinoli
- 1 uovo
- Zucchero a velo
Istruzioni
- Inizia preparando la pasta frolla.
- Metti la farina a fontana su una spianatoia e fai una fossetta nel centro. Lì metti zucchero, lievito, sale, scorza di limone e burro a temperatura ambiente a pezzettini. Comincia a lavorare velocemente con le mani la farina con il burro, formando delle briciole.
- Sbatti l’uovo per qualche secondo con una forchetta in un piatto, versalo sulle briciole e con le mani unisci il tutto, formando una palla omogenea di pasta. Avvolgila con la pellicola e lasciala riposare in frigo.
- Ora prepara la crema pasticciera. Scalda il latte in un pentolino con la scorza di limone e il baccello di vaniglia, aperto.
- Nel frattempo sbatti le uova e i tuorli con la farina, lo zucchero e un pizzico di sale. Rimuovi ogni grumo.
- Quando il latte prende il bollore aggiungilo gradualmente alla uova, mescolando continuamente, per evitare che le uova si rapprendano.
- Rimetti sul fuoco, al minimo, e mescola continuamente fino a che la crema non diventa soda e liscia.
- Lascia raffreddare la crema e nel frattempo prepara il guscio di pasta frolla. Imburra e infarina uno stampo rotondo con fondo amovibile di 26 cm di diametro.
- Dividi la pasta frolla in due parti, una leggermente più grande dell'altra.
- Stendi quella più grande con un matterello e un po' di farina e adagiala sullo stampo. Bucherella la base con una forchetta e cuoci la base in bianco a 180°C per circa 12 minuti, poi riempi la torta con la crema pasticciera, stendi la seconda parte di pasta frolla e copri la torta, sigillando bene i bordi e tagliando la pasta in eccesso.
- Spennella la superficie della torta con un uovo sbattuto, poi cospargila di pinoli.
- Cuocila in forno caldo a 180°C per circa 30 minuti, finché non è dorata.
- Lasciala raffreddare completamente prima di cospargerla di zucchero a velo e affettarla.
Link love
- Qui potete trovare tutte le informazioni sui miei corsi di cucina. Se volete maggior dettagli sentitevi liberi di scrivermi, specialmente se volete un’esperienza fatta su misura per voi.
- Leggete il post di Emiko sull’esperienza al corso di cucina della scorsa settimana: lei è una delle mie più care amiche, mi sento veramente onorata dalle sue parole e dalla sua fiducia, e come sempre, amo il modo in cui riesce a catturare la realtà con le sue fotografie.
- Se amate la torta della nonna sono sicura che vi potrebbe piacere anche la pinolata senese.
- E per non far torto a nessuno, ecco anche la torta del nonno di Elisa.
Che bello leggere dei tuoi corsi e vedere il volto delle tue amiche e colleghe!
Complimenti !!!!!!!!!
Adoro questa torta dalla prima volta quando lo assagiato a Firenze !!!
Evidentemente, alla prossima meeting arrivero anch’io 🙂 ormai sono cosi vicino..solo a Bucarest 🙂
Sempre affascinate leggere la passione che metti nel preparare e raccontare i tuoi piatti. 😀
Complimenti!
Ciao Giulia!! Ogni tuo post è una bella e golosa sorpresa!! Non vedo l’ora che arrivi il 28 settembre!!
ciao G
ho provato oggi questa tua versione: piaciuta a tutti.Ho seguito alla lettera, a parte il tempo di cottura, da me molto aumentato (diminuendo la temperatura).
La prossima volta voglio però diminuire la quantità di lievito, che, per i miei gusti,è un po troppo + voglio anche provare a cuocere prima il guscio in bianco, in modo da avere una pasta ultra croccante (in modo che la torta si possa conservare poi anche meglio). qui in UK esiste una torta simile, custard tart, altrettanto buona, dove al posto della pasta frolla viene usata una pasta meno dolce di solito.Grazie per ricetta e complimenti per il bel blog. ciao
stefano
tutti ottimi consigli, grazie Stefano! Proverò anche io a cuocere il guscio in bianco la prossima volta. La custard tart la conosco, buonissima!
Un caro saluto da Vinci…stasera proveró la tua versione della torta della nonna. .interessante l uso dello zucchero d canna…a presto
Che bella Vinci! Fammi sapere come va con la torta! 🙂
E come non pensare anche alla mia di nonna preparando questa torta? Lei non era una di cucina, preparava pochi piatti, sempre quelli, tra cui un risottto giallo che definirei, letteralmente, divino, ed una torta di pane che sapeva di infazia, di corse nei prati e di ginocchia sbucciate….biciclette lanciate davanti al portone, corse su per le scale, mani frettolosamente lavate ad un lavandino d´altri tempi e via, gambe sotto il tavolo, acquolina in bocca, il primo morso e sei gia´in paradiso.
Grazie per avermi riportata a quei momenti. Ho preparato la tua torta della nonna ieri pomeriggio, i vicini che passavano per le scale si fermavano alla mia porta deliziati dal profumo che inondava l´aria. E´ ´buonissima, e´riuscita a conquistare anche il cuore algido del mio vicinato d´oltralpe.
Grazie Silvia, grazie! I ricordi delle nonne sono sempre i più preziosi! e grazie per aver portato la torta a fare una gita oltralpe, è un po’ come viaggiare con lei fino a casa tua!
Ciao,
buona questa ricetta di torta della nonna.
Però… in Toscana è famosa la “pinolata”; che non è esattamente come la torta della nonna, soprattutto l’impasto esterno, che non è pasta frolla.
Hai una ricetta specifica per la pinolata?
Io ne ho trovate un paio girando su internet; la faccio abbastanza spesso. Diciamo che il sapore si avvicina molto, ma probabilmente manca qualcosa…
Ciao Giovanni, la conosco la Minolta, mi piace molto. C’è questa vecchia ricetta sul blog, mi piace molto: https://it.julskitchen.com/dolci/torte-crostate/pinolata-senese
Could you please translate this recipe to english
Hello Venezia, it is already in the English blog, you can finds it here: https://en.julskitchen.com/tuscany/torta-della-nonna
So che questa è una ricetta vecchia, ma per fare la pasta frolla ho sempre usato il burro freddo. Come fai a tagliarlo a cubetti e a sbriciolarlo se è a temperature ambiente? Si tratta di una svista?
Ciao Eleonora, sì, adesso direi burro freddo!