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Crostata di farro e ricotta. È ora di merenda

Gennaio e febbraio sono due mesi che passiamo prevalentemente a lavorare da casa. Durante il resto dell’anno ci dividiamo tra la cucina dello studio e quella di casa, portando su e giù per le scale pentole in ghisa, ricette già pronte che devono solo essere scaldate per cena e sacchi di farina, e dando prova di equilibrismo con arance e mele. Giù i corsi di cucina, le giornate di fotografia per blog e clienti, su i momenti di pianificazione, le ore di scrittura e tutto quello che può essere fatto con un quaderno e una penna.

In estate è semplice, la nostra casa respira a pieni polmoni e si espande fino a includere lo studio, il giardino, il tavolo fuori sotto gli olivi, l’orto. In inverno invece ci ritiriamo, proprio come lo spazio di casa, andando a rintanarci in poche stanze, limitando le escursioni nello studio agli sporadici corsi di cucina.

Scaldiamo sia casa che lo studio con la stufa a legna, quindi la vita si semplifica molto – soprattutto per Tommaso, l’addetto ai fuochi – quando c’è una sola stufa da gestire. Casa nostra diventa un nido accogliente, ogni stanza torna a vivere ritrovando la sua funzione originaria, gli angoli si accendono di luce, la stufa diventa il centro della casa attorno alla quale ruota la nostra routine, la soffitta un’alcova che attira il calore del fuoco durante il giorno per poi restituircelo durante la notte, abbandonati in sonni profondi e sicuri.

inverno

C’è solo un problema in questo vivere su due piani, tra due cucine e con due ritmi diversi: la dispensa.

Sacchetti mezzi aperti di cereali, forme di pasta strane usate per una foto soltanto, bustine di lievito, legumi aperti e farine di mandorle o nocciole: tutto viaggia su due binari, su e giù, per casa e per lavoro.

Questa è la ragione principale per cui non riusciamo a fare una pianificazione seria del nostro menù settimanale, e il motivo per cui ci sono giorni in cui mangiamo come durante banchetto romano e altri in cui i nostri pasti hanno il tenore di un monaco buddista. Quando poi ci rintaniamo nella cucina di casa, i nodi vengono al pettine, e i rimasugli di cereali, farine e legumi si ripresentano implacabili.

Ormai mi faccio un punto d’onore di riuscire a finire tutto quello che è aperto, limitandomi a comprare il fresco, soprattutto al mercato e dal macellaio.

Iniziano adesso quelle settimane in cui passo la dispensa ai raggi x, controllo le date di scadenza, razionalizzo gli avanzi in barattoli di vetro trasparenti e li allineo sulle mensole. Mi riempio di orgoglio nel fare un pasto con poco, mettendo insieme un pugno di pasta di farro e un po’ di verdure, o una classica zuppa di zucca e ceci. I cereali diventano risotti, ma con orzo e avena al posto del riso.

E poi noto quel sacchettino di farro avanzato dall’estate, e mi viene in mente una torta, magari per merenda. Mi è tornata alla mente quella torta di farro assaggiata in Garfagnana, con ricotta e cioccolato, di quanto fosse umida, profumata di arancia, densa tanto da poterci affondare con soddisfazione una forchetta, avvolta dalla pasta frolla. Ecco come potevo usare quell’ultimo rimasuglio di farro.

Crostata di farro e ricotta

Crostata di farro, ricotta e cioccolato

Ricetta in collaborazione con Arborea
 
Questa crostata di farro assomiglia alla torta di riso che tanto piace a mamma, ma nasconde qualche sorpresa: all’interno di un guscio di frolla friabile c’è il farro decorticato invece del riso, cotto nel latte e nella panna di Arborea, fino a che non diventa cremoso.

La crostata è poi ammorbidita dalla ricotta fresca, alla quale ho aggiunto la scorza grattata di un’arancia per darle un profumo da merenda invernale e una manciata di gocce di cioccolato. Si sa, il cioccolato ci sta sempre bene. Il burro, il latte, la panna e la ricotta Arborea sono tutti fatti orgogliosamente con latte 100% sardo, prodotti genuini che celebrano la terra da cui nascono.

Puoi prepararla per merenda, ma credo che sia difficile resisterle anche a colazione, o alla fine di un pranzo della domenica in famiglia. Al posto delle gocce di cioccolato, o accanto, puoi aggiungere uvetta ammollata nel vinsanto e poi strizzata bene, oppure canditi di arancia.

Crostata di farro e ricotta

Torta di farro e ricotta
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Crostata di farro, ricotta e cioccolato

Questa crostata di farro assomiglia alla torta di riso che tanto piace a mamma, ma nasconde qualche sorpresa: all’interno di un guscio di frolla friabile c’è il farro decorticato invece del riso, cotto nel latte e nella panna fino a che non diventa cremoso.
Portata Dessert
Cucina Italiana
Keyword cioccolato, crostata, dolce, farro, ricotta, torta
Preparazione: 20 minuti
Cottura: 1 ora 10 minuti
Tempo di riposo della frolla 2 ore
Tempo totale: 1 ora 30 minuti
Porzioni 8 persone

Ingredienti

Per la pasta frolla

  • 300 g di farina di farro
  • 120 g di zucchero di canna
  • ½ cucchiaino di sale
  • 150 g di burro di Arborea, a temperatura ambiente
  • 1 uovo
  • Scorza di 1 arancia non trattata, grattata

Per il ripieno

  • 150 g di farro decorticato
  • 300 ml di panna di Arborea
  • 200 ml di latte intero di Arborea
  • 50 g di zucchero
  • ½ cucchiaino di sale
  • Semi di ½ bacca di vaniglia
  • 250 g di ricotta fresca di Arborea
  • Scorza di 1 arancia non trattata
  • 1 uovo
  • 70 g di gocce di cioccolato

Istruzioni

  • Impastate il burro con lo zucchero molto velocemente, fino a che non sono amalgamati.
  • Aggiungete l’uovo e poi incorporate la scorza di arancia grattugiata e la farina setacciata con il sale.
  • Impastate velocemente fino a formare una palla, schiacciatela leggermente, avvolgetela nella pellicola e lasciatela riposare in frigo per almeno qualche ora. Nel frattempo preparate il ripieno della torta.
  • Lessate il farro secondo le indicazioni riportate sulla confezione. Quando è cotto scolatelo e trasferitelo in un pentolino con panna, zucchero, sale e i semi di vaniglia.
  • Fatelo cuocere a fuoco medio basso per circa 25 minuti, o finché il farro non ha assorbito il latte e la panna. Fatelo raffreddare.
  • Mescolate il farro con la ricotta, la scorza d’arancia e le gocce di cioccolato.
  • Scaldate il forno a 180°C.
  • Togliete la frolla dal frigo, impastatela per ammorbidirla e stendetela su un piano di lavoro infarinato con un matterello fino a raggiungere circa 5 mm di spessore.
  • Usatene metà per foderare uno stampo rotondo da 24 cm di diametro.
  • Riempite la crostata con il farro e la ricotta, poi usare la frolla rimasta per decorare la superficie.
  • Infornate la crostata in forno caldo e fatela cuocere circa 45 minuti, finché non è dorata in superficie.
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Crostata di farro e ricotta

Completa il menù con…

Questa è un dolce che farei settimana dopo settimana per una merenda invernale. Ma se la volessi servire alla fine di una cena, a cosa accostare questa crostata di farro e ricotta? Ho provato a pensare a un menù improntato alla dispensa. In questi giorni di freddo e un po’ di neve, di sacchettini di cereali e legumi, di pasti invernali da dispensa, ci sono alcuni piatti che si sono affacciati spesso, per esigenze pratiche e di tempo, per aiutarmi a finire le scorte di ceci accumulati, per usare le scatolette di tonno e per trasformare i cantucci di pane in pangrattato. Iniziamo con una vellutata, in cui la zucca è accompagnata dai ceci, ma volendo anche fagioli o lenticchie, e finiamo con due verdure ripiene: i carciofi, come fa nonna, e le carote, una ricetta insolita di Ada Boni. 

  • Vellutata di zucca e ceciL’anno scorso mi sono trovata con una ciotola di ceci freddi e un po’ di zucca che mi supplicava di essere utilizzata il più presto possibile. Alla fine si sono sposati in una vellutata densa tinta nei colori autunnali e da allora questo è stato il mio rifugio per una cena veloce quando ho bisogno di una ciotola di zuppa fumante per rallegrare la mia giornata. Tenete da parte un paio di cucchiai di ceci da aggiungere alla vellutata, incresperanno la sua superficie e daranno un bel tocco di colore e consistenza. Servitela con dei crostini di pane spalmato di gorgonzola per poterla definire un pasto completo.
  • Carciofi ripieni con tonno e pecorino. Questi sono i carciofi ripieni di tonno e pecorino di mia nonna, verdure tondeggianti e grassotelle dal ripieno morbido e gustoso. Vengono cotti con acqua e olio d’oliva. Il risultato è un fondo di cottura verde intenso che fa luccicare i carciofi, così buono che ci finirete il pane a pulire direttamente la pentola. E dopo vi leccherete anche le dita. Io e nonna abbiamo convenuto che l’aglio e il prezzemolo sono necessari per il gusto, che il tonno deve essere di buona qualità, che il pangrattato è meglio quando fatto in casa, che non si può essere avari con olio d’oliva e il pecorino grattugiato. Gli spicchi di patate devono essere abbondanti, morbidi dentro, dorati e croccanti all’esterno. I carciofi saranno prima cotti a vapore vapore dall’acqua nella pentola e poi fritti dall’olio di oliva: questo lascerà un cuore tenero dentro e fuori foglie verdi, saporite e croccanti come patatine.
  • Le carote ripiene di Ada Boni. Questa ricetta è un inno all’economia domestica, al saper portare in tavola un piatto che riempie gli occhi e la pancia con quel poco che si può trovare in cucina il giovedì (anche voi fate la spesa di venerdì e vi trovate il giovedì con il frigo che piange, vero?). Quanto al pane della ricetta, potete benissimo usare del pane raffermo, perché qui non si butta via niente… d’altronde son di scuola toscana io! Rispetto alla ricetta di Ada Boni ho aggiunto due cucchiaini di senape forte inglese, che aggiunge al piatto un carattere deciso. Se cercate qualcosa di più delicato potete anche ometterla.

neve

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Questo articolo ha 10 commenti

  1. 5 stars
    Questa tua ricetta mi ha fatto venire in mente un pacchetto di grano rimasto in dispensa dall’estate… quasi quasi la replico sostituendo il farro col grano, che dici? Quasi un’ispirazione alla pastiera…

    1. Ciao Sara, credo che funzionerebbe altrettanto bene, adeguando i tempi di cottura del grano ovviamente. Fammi sapere se lo provi!

  2. 5 stars
    Mi sciolgo a sentir parlare di stufe a legna, ma quanto sono poco romantici i termosifoni dei piccoli appartamenti di città? 🙁 Dovrei prendere esempio da te e imparare ad utilizzare tutto quello che compro, che utilizzo magari per una sola foto, non sono decisamente brava in questo…Sono rimasta stregata da questa crostata, questo è proprio il genere di dolce per cui io impazzisco, non vedo l’ora di provarla!

    1. Guarda, per me è diventata una questione di sopravvivenza, e quasi una sfida. Alla fine è divertente, e anzi, fa venire in mente tante idee nuove dettate dalla necessità di abbinare ingredienti rimasti. Sarei veramente onorata di vedere questa crostata nelle tue foto! un abbraccio!

  3. Cioè tu hai addirittura due cucine in una stessa casa??
    Sei troppo avanti!! Io maldestra come sono, fatico a star dietro ad una sola, credo che nei tuoi panni creerei solo danni! Ma tu sei Giulia, e questa è un’altra storia!!
    Sto seguendo il tuo podcast e intanto mi divoro con gli occhi la tua crostata! Bravissima come sempre. Baci

  4. Un piccolo refuso da correggere: negli ingredienti della frolla hai scritto scorza di ARANCIA, mentre nelle istruzioni parli di scorza di LIMONE…
    Comunque le vostre ricette sono sempre spettacolari. Complimenti!

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