Cappellacci al cacao con la zucca per l’ultimo dell’anno
Eccoci all’ultimo post dell’anno, eccoci ai giorni della bolla, quei giorni in cui il Natale è già passato, hai ancora sulle labbra il sapore dello zucchero a velo e delle spezie del panforte, ma se ti volti non lo vedi più, è come avvolto da una cortina di nebbia. L’ultimo dell’anno deve ancora venire: senti da lontano, come da dietro una porta, i brindisi e i tappi di spumante che saltano, ti immagini i lustrini e le lenticchie, ma ancora non riesci a afferrarlo.
Sono giorni sospesi, e proprio per questo sono i più creativi.
Sono i giorni delle grandi decisioni, dei colpi di testa e dei bilanci rimandati a anno nuovo.
In queste ore inauguro l’agenda del nuovo anno buttando giù con la mia miglior calligrafia i primi impegni e i proponimenti nati guardando le luci dell’albero di Natale che ballano nel buio, ma scrivo ancora sulla vecchia, con affetto, per tenere traccia di quello che è passato e non lasciare indietro nulla.
La accarezzo, quasi fosse un compagno di avventure che sta per andare in pensione: in quelle pagine ho pianificato progetti che siamo riusciti a portare a termine con una buona dose di coraggio e caparbietà, progetti che abbiamo rimandato a malincuore al nuovo anno, progetti che abbiamo archiviato con nostalgia, un matrimonio fai da te e un viaggio di nozze sulle strade della Scozia e dell’Irlanda.
In questi giorni sbocconcello pezzetti di Christmas Cake e sgranocchio carciofi crudi a pinzimonio, cuocio pentoloni di brodo di pollo e di fagioli zolfini, ma anche uova al tegamino, preparo il pane integrale per colazione, ma anche un’insalata al volo con foglie di radicchio rosso croccante, una scatoletta di tonno e il fondo di una giardiniera avanzata.
Sono giorni fatti per sospendere il giudizio, soprattutto su noi stessi, per leggere gialli inglesi di P.D. James e perdersi nella sua campagna brumosa, per camminare fuori in una campagna toscana ugualmente affascinante e fangosa.
Sono giorni per fare colazione tutti insieme, scendendo in pigiama dai miei con un pan brioche in mano, una fetta di panettone e una spremuta, per bere una tisana mentre si guarda un film o su fa un gioco da tavolo, per fare la pasta fresca alla prima occasione.
Cappellacci al cacao con la zucca per l’ultimo dell’anno
Ricetta in collaborazione con Arborea
La pasta fresca ha il gusto dei giorni di festa: le lasagne per Natale, le tagliatelle al sugo di cinghiale per la sera della vigilia, tanti pici quanto un’intera spianatoia può contenere per festeggiare un compleanno in giardino.
Per l’ultimo dell’anno, però, volevo una pasta fresca diversa dal solito, che mi aiutasse a salutare questo 2018 così ricco di eventi e ricordi, un anno che porterò con me per tutta la vita.
Ho iniziato dal ripieno: zucca cotta al forno fino a diventare tanto morbida da poter essere raccolta con un cucchiaio, una polpa densa, saporita e asciutta. Noci tostate in padella per esaltarne il sapore, perché la frutta secca fa subito festa, serate infinite con la tombola e i giochi da tavolo e chiacchiere al sapore di ricordi. Per amalgamare il tutto, qualche cucchiaio di Gran Campidano di Arborea grattato, che rende il ripieno saporito.
La pasta è al cacao amaro, tanto semplice da preparare quanto insolita: ha solo un vago sentore di cacao, non aspettarti una pasta al cioccolato, ma si sposa perfettamente con la dolcezza dolce del ripieno alla zucca, bilanciandolo.
Questi cappellacci possono essere facilmente preparati in anticipo: puoi farli la mattina per la sera, lasciandoli in un vassoio coperto di farina di semola in una stanza al fresco, oppure anche in anticipo di qualche giorno. In questo caso basta congelarli su un vassoio, anche questo spolverato di farina di semola, e, una volta congelati, li puoi raccogliere in un sacchetto.
Quando arriva il momento di cuocerli, buttali congelati direttamente in pentola, e considera solo un minuto o due in più di cottura.
Cappellacci al cacao con zucca, noci e Gran Campidano
Ingredienti
Per il ripieno
- ½ zucca noce di burro, circa 500 g
- 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
- 60 g di Gran Campidano di Arborea grattato
- 60 g di noci
- ¼ cucchiaino di noce moscata grattata
- Sale
- Pepe
Per la pasta fresca
- 100 g di farina 00
- 100 g di farina di semola
- 15 g di cacao amaro in polvere
- 2 uova
- ½ cucchiaino di sale
- 1 cucchiaino di olio extra vergine di oliva
Per il condimento
- 60 g di burro Arborea
- Una decina di foglie di salvia
- Gran Campidano di Arborea grattato
Istruzioni
- Iniziate cuocendo la zucca. Scaldate il forno a 200°C.
- Sistemate la zucca con il lato tagliato in alto, conditela con olio, sale e pepe e infornatela in forno caldo per circa 35 minuti, finché non sarà ben cotta: sarà dorata in superficie e tanto morbida da poter essere facilmente scavata con un cucchiaio.
- Togliete la zucca dal forno e fatela raffreddare.
- Nel frattempo, preparate la pasta. Mescolate la farina di semola, la farina 00 e il cacao amaro su una spianatoia in legno e formate una fontana con un buco ampio e profondo nel mezzo.
- Lì rompete le 2 uova, aggiungete l’olio e il sale e cominciate pian piano con una forchetta ad amalgamare uova e farina.
- Quando la consistenza è briciolosa, iniziate a impastare con le mani. Quando la palla di pasta sarà liscia, vellutata e non più appiccicosa, avvolgetela nella pellicola trasparente o copritela con una ciotola e lasciatela riposare per 30 minuti a temperatura ambiente.
- Mentre la pasta si riposa, preparate il ripieno dei cappellacci. Scavate la polpa della zucca con un cucchiaio e raccoglietela in una ciotola.
- Tostate le noci in padella a fuoco medio per circa 5 minuti, poi tritatele finemente e aggiungetele alla polpa di zucca. Aggiungete anche il Gran Campidano grattato e la noce moscata. Mescolate bene con una forchetta per amalgamare il ripieno. Assaggiate per regolare di sale e pepe.
- Dopo i 30 minuti di riposo, tirate la sfoglia. Qualunque sia il modo che preferite usare – con la macchina a mano, elettrica o il mattarello -, tirate una sfoglia il più possibile sottile, larga e regolare.
- Stendete la sfoglia su una spianatoia e tagliatela a quadrati di 5x5 cm.
- Con un cucchiaino o con una sac-a-poche sistemate il ripieno all’interno del quadrato di sfoglia, piegatelo e triangolo e sigillate bene i bordi premendoli con le dita. Richiudete ora gli angoli in basso, incrociandoli e saldandoli tra loro. È meglio procedere con poca sfoglia per volta, in modo che non si asciughi troppo nel frattempo.
- Via via che i cappellacci sono pronti, spostateli su un vassoio cosparso di farina di semola.
- Cuocete i cappellacci in abbondante acqua bollente salata e conditeli con un po’di burro che avrete fatto sciogliere in un padellino con la salvia.
- Aggiungete ancora Gran Campidano grattato e servite.
Completa il menu con…
Per l’ultimo dell’anno non abbiamo riti, menù o tradizioni da rispettare. Facciamo spesso le lenticchie, a volte un cotechino o uno zampone, molto però dipende da dove siamo e con chi festeggiamo. Se potessi decidere il menù pescando dal blog, sceglierei il paté di olive e carciofi come antipasto, insieme a un tagliere di formaggi con i crackers di avena all’olio di oliva da fare in casa, questi cappellacci come primo, una faraona all’arancia secondo, magari accompagnato dalle lenticchie e da un purè cremoso. Per chiudere la cena di festa unirei vino bianco, vinsanto e frutta secca per ricreare un dessert vecchio di secoli, senese, ma perfettamente adeguato allo spirito del momento.
- Un paté di olive e carciofi. È un paté che risveglia l’appetito grazie alla presenza delle olive e dei capperi. Un ottimo olio extra vergine di oliva e il succo di mezzo limone bilanciano la cremosità e l’acidità del paté, rendendolo adatto sia per spalmare sui crostini di pane che come condimento per un pinzimonio.
- Crackers di avena all’olio di oliva. In Scozia con i formaggi servono dei particolarissimi cracker di farina d’avena fatti con burro o strutto. In una versione più italiana e salutare possono essere facilmente realizzati con un buon olio extra vergine di oliva per accompagnare un tagliere di formaggi nostrani.
- Faraona all’arancia. La faraona di per sé è inoltre molto più saporita del pollo, con una carne leggermente più scura che conserva un sentore di selvatico, di cacciagione. I colori poi, aranciati e caldi, raccontano di feste in famiglia e di cucine invase dall’odore rassicurante delle lunghe cotture.
- Composta saporita. L’unica accortezza è quella di tenere sempre in dispensa un po’ di frutta secca e qualche prugna e albicocca secca, ma anche mele o fichi, per le emergenze. Se ancora non lo fai, ti consiglio di attrezzarti perché in pochi minuti avrai a disposizione uno di quei dessert che lasciano il segno. Una manciata di frutta secca, un po’ di spezie, il vino bianco avanzato e un po’ di zucchero, e il gioco è fatto. Servila con un cucchiaio di crema di mascarpone e una fetta di panettone appena tostata.
E con questo, ci salutiamo e salutiamo il 2018. Ci risentiamo i primi giorni dell’anno con nuovi post, ricette, storie, corsi di cucina e occasioni per incontrarci, on line e off line.
Buon Anno!
Giulia e Tommaso
Fantastici! Ottima ricetta, apprezzo tantissimo la zucca 🙂
Grazie di cuore Grazia!
Il tuo patè è stato sulla mia tavola per s. Stefano assieme alle lasagne bastarde di castagne, un successo! Questi cappellacci voglio provarli, così faccio fuori l ultimo residuo di zucca aperta ieri. Il 31 lo passerò in casa con mio marito, poi molto probabilmente andremo sulla “Passeggiata” del viale a mare prima della mezzanotte a fare un brindisi, sai che, a proposito di nuove agende, mia figlia me ne ha regalata una fatta a mano da lei? Ogni singola pagina è disegnata con numeri, giorni, liste spese, desideri, obbiettivi e tutto ciò che può contenere un agenda ma uscita dalle sue mani d’o
ro, sembra stampata! Un regalo che mi ha commosso.
Cmq buon anno e tanta salute a te e ai tuoi followers.
Ma che regalo bellissimo che ti ha fatto tua figlia!
Anche noi un ultimo dell’anno casalingo con gli amici, non serve niente di più!
tantissimi auguri anche a te!
Giulia
Oggi ho cotto l ultimo avanzo di cappellacci di zucca con burro e salvia per me, li ho messi nel piatto e dopo pochi minuti sedendomi credevo di avere davanti del fegato alla salvia, il colore è l’aspetto era quasi uguale! Ok la vista invece sta iniziando a calare un po’….